tag:blogger.com,1999:blog-30655674619577335532024-02-22T06:03:37.315+01:00Porci Con Le AliGRUGNITI POLITICI IN LIBERTA'Unknownnoreply@blogger.comBlogger26125tag:blogger.com,1999:blog-3065567461957733553.post-66012530891729643212014-11-15T12:28:00.001+01:002014-11-17T23:01:56.937+01:00Qualcuno si ricorda del 1977?<a href="http://ilgarantista.it/2014/11/15/qualcuno-si-ricorda-del-1977/">Qualcuno si ricorda del 1977?</a>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3065567461957733553.post-35530629030306174872014-11-09T16:55:00.001+01:002014-11-17T22:58:56.361+01:00Noi e il Muro<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">La
sconfitta storica della Deutsche Demokratische Republik (DDR), che
avvenne a seguito della Mauergefallen ben 25 anni or sono, ancora
oggi segna in profondità i soggetti più radicali che vorrebbero
lottare contro la realtà capitalista.<br />I motivi di questa ferita
che continua a non rimarginarsi, non cicatrizzandosi come dovrebbe e
facendo riprendere il corpo nella sua interezza, sono diversi e
riconducibili anche ai diversi campi in lotta.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Il
primo accenno è al campo occidentale-capitalista, qui la questione è
molto facile da trattare: Caduta del Muro, <strike>riunificazione</strike> annessione,
crollo della DDR e conseguentemente dell'intero sistema sovietico
sono elementi che per i liberali sono la prova provata che il
comunismo ha fallito e non funziona, né oggi né mai. Mia personale
opinione è che solo negli ultimi anni al grande pubblico si dia
l'immagine di vittoria di un campo sull'altro e non solo di
semplicistico fallimento del campo avverso per ragioni intrinseche,
come invece sembra esser stato fino a qualche anno fa; insomma col
passare del tempo i dominanti possono più agevolmente farsi
riconoscere una vittoria agendo in particolar modo su quella fetta di
cittadinanza europea che ad oggi si dichiara “de sinistra moderna,
non anacronistica e sicuramente non comunista” o cose del genere
per dichiararsi utili idioti del capitale, ben accetto da questa
mandria se si presenta con abiti umani. Questo porta intere masse a
guardare in maniera dogmatica a quegli eventi, senza nessuna
riflessione critica sul modello che ha vinto la guerra e
introiettando la stronzata dei costi della <strike>riunificazione</strike>
incorporazione sopportati dalla Bundesrepublik Deutschland.</span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgU76l3h3TdwR-CmC1B5sa30qgUxi1IW5AJ9dz-ZTxHJkeSrgp6BT8JDDYJCBTTOScILxDz4-TZNt5N-k0KNQdhq9403AK9qDAikubsk2qTib7FYvzuO6AiINYlosopap79gQ9OEEYDdGCv/s1600/19900220_Bundstagswahlkampf_in_Erfurt.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgU76l3h3TdwR-CmC1B5sa30qgUxi1IW5AJ9dz-ZTxHJkeSrgp6BT8JDDYJCBTTOScILxDz4-TZNt5N-k0KNQdhq9403AK9qDAikubsk2qTib7FYvzuO6AiINYlosopap79gQ9OEEYDdGCv/s1600/19900220_Bundstagswahlkampf_in_Erfurt.jpg" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Altro
rapido, rapidissimo, sguardo va ai compagni anarchici (intendo quelli
a sinistra dei comunisti, non i reazionari al servizio del capitale):
loro non possono in alcun modo valutare positivamente l'esperienza
storica che si chiuse in quei giorni di Novembre di 25 anni fa per
ragioni ideologiche in gran parte condivisibili dal sottoscritto: un
sistema che, con diverse modalità, operava sui corpi e
sull'individualità affinchè si piegassero alla “Ragion di Stato”
della burocrazia non può essere salvato dalla condanna storica,
figurarsi dal renderlo ancora oggi un esempio da seguire.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Questione
più complessa diviene la riflessione nel campo comunista, è qui che
la mancata e ritardata cicatrizzazione di quella ferita sta mostrando
tutti i suoi limiti.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Per
semplificare divido questo campo in due fazioni.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">La
cosa che accomuna le due fazioni è grossomodo la consapevolezza che
il 9 Novembre 1989 il Capitalismo trionfa sull'URSS e sui movimenti
operai, in particolare quelli dell'Europa Occidentale(ogni
riferimento alla gestione italiana della transazione è puramente
casuale), però ciò non significa che questa consapevolezza abbia
risolto i problemi nel campo comunista o che abbia fornito un punto
di ripartenza per continuare a lottare contro il Capitalismo
perseguendo modelli societari e/o di lotta alternativi. Questo
avviene per due modi di approcciarsi all'esperienza del “socialismo
reale” opposti, ma che entrambi confluiscono nello stesso stallo:
da un lato abbiamo gli apologeti dell'URSS, nonché della DDR, e del
blocco orientale in genere che mai nella vita riusciranno a trovare
un difetto ad un sistema che, per essere sconfitto in quella maniera
qualche difetto doveva pur averlo, al netto della guerra per le
risorse e della propaganda occidentale; dall'altro abbiamo compagni
che, al contrario, troppo frettolosamente liquidano la storia del
sovietismo come un grande e generale errore e mistificazione del
comunismo. Nonostante io condivida di più una delle due visioni,
reputo che la verità stia nel mezzo o meglio che la questione sia un
tantinello più complessa; quello che io chiamo “Stato operaio
degenerato” non può essere così trattato da ambo le parti e
faccio una breve digressione: questo modo di analizzare la realtà(la
storia, la società ecc.) in maniera dicotomica è tipico della
società del dominio che, in base al punto di vista, divide in
giusto/sbagliato, buoni/cattivi, bene/male i fenomeni sociali, non
che sia errato arrivare a conclusioni dove la ragione si scinde dal
torto e quindi individuare il bene e il male, ma è del tutto
sbagliato iniziare le analisi da questa dicotomia; insomma i fenomeni
vanno analizzati nella loro complessità e solo al termine di questa
analisi si può giungere a conclusioni che, a loro volta, non devono
essere comunque a prescindere giuste o sbagliate riguardo ad un
fenomeno, e non è detto che si debba concludere un ragionamento con
l'accetta. Tutto ciò per tentare di comunicare che se i comunisti di
qualsiasi fazione vogliono avere ancora un ruolo attivo, in
particolare nei paesi europei, dopo 25 anni dalla Caduta del Muro
devono cominciare un serio lavoro di confronto sul passato per
ricucire gli allontanamenti dalle varie fazioni (per quanto mi
riguarda la ricucitura dovrebbe coinvolgere anche i compagni
anarchici).</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Insomma
quello che proporrei a tutta la galassia comunista è l'inizio di un
confronto su quell'esperienza terminata simbolicamente a Berlino,
ognuno con le sue idee, per carità, ma ciascuno cercando di lasciare
quelle posizioni oltranziste che continuano in gran parte a
caratterizzare le divisioni ideologiche e politiche tra i comunisti,
il tutto per tentare una pacificazione storica ed ideologica,
altrimenti la tanto desiderata unità (tema caro in Italia)
continuerà solo a farci svegliare sudati.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhip5y42BYeEyusNztOI5bhQkZ8nT1VlkWc33YVPWWbhHcIesedrgH6dkz6ToVGeblqm8MyRq1HU086CG2u9bArrmtWuv9k-xfnnD0ptnyj30euzaKiC4rGFwRaGs9ce_2HXbiVX-gpLrcb/s1600/EiserneVorhang.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhip5y42BYeEyusNztOI5bhQkZ8nT1VlkWc33YVPWWbhHcIesedrgH6dkz6ToVGeblqm8MyRq1HU086CG2u9bArrmtWuv9k-xfnnD0ptnyj30euzaKiC4rGFwRaGs9ce_2HXbiVX-gpLrcb/s1600/EiserneVorhang.png" /></a></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Smettere
di guardare all'intero sistema dell'Europa orientale come un blocco
monolitico senza differenze tra le varie realtà nazionali prima di
tutto, bensì tornare a valutare caso per caso e scoprire che il
“socialismo reale”, seppur operò con simili modalità, generò
delle differenze tra i vari paesi e società orientali (ad esempio la
DDR era industrialmente il fiore all'occhiello del blocco orientale
che non era omogeneo già solo in questo aspetto), smettere in
secondo luogo di pensare che tutto era perfetto ignorando la mancanza
di libertà politica e pensando che solo il Capitalismo di Stato (o
rigido dirigismo statale) debba essere ancora oggi l'unica
alternativa, ma contemporaneamente smettere anche di guardare a
quella storia buttando con l'acqua sporca la protezione
socio-economica che assicurava quel modello sociale. </span>
</div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">La
questione è complessa e non posso io risolverla in un post e da solo.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">In conclusione se questo nefasto anniversario può essere utile anche ai comunisti, che lo sia in questa direzione; una direzione da troppo tempo
ignorata e talvolta ostacolata in nome delle proprie, personali e
partitiche, convinzioni. Bisogna comprendere che un quarto di secolo
è già un tempo sufficientemente lungo per essere rimasti inermi
alla sconfitta.</span></div>
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>Abbiamo
perso</b>, ma continueremo ad essere perdenti se non ci si rialzerà da
quella sconfitta capendo i motivi e le responsabilità, nostre, che
l'hanno prodotta e non si passerà per un confronto serio che metta
una volta per tutte una pietra tombale, cioè un'analisi complessa
finale che chiuda senza nostalgie e senza recriminazioni su ciò
che concluse la Caduta del Muro di Berlino.</span></div>
<br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3065567461957733553.post-20594810411348383792014-08-18T17:23:00.000+02:002014-08-19T20:29:00.488+02:00Dibba, storia e geopolitica. Che fare?<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Alessandro Di Battista è tornato sulle scene politiche e mediatiche del fine settimana ferragostano discettando di politica estera e altro, prendendo spunto da quello che sta accadendo in Iraq.</span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br />
Premesse:</span></div>
<ul>
<li><div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">L'articolo stamane l'ho letto per la terza volta così evitiamo risposta preconfezionata "ma almeno l'hai letto?" e anzi una quarta più veloce per copiare/incollare i pezzi che m'interessano.</span></div>
</li>
<li><div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Posso solo sorridere dell'ipocrita indignazione di un mondo vicino ai partiti borghesi(PD e destre) che invece dovrebbero tacere visto che sono in prima linea nella difesa dei nazisti ucraini e dell'alleanza imperialista occidentale che ha addestrato e armato il fondamentalismo islamico, cosa non di ieri.</span></div>
</li>
<li><div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Questo post è rivolto in particolare a chi si auto-colloca nella sinistra radicale tra le cui fila c'è chi ha “preso spunti” dal <a href="http://www.beppegrillo.it/2014/08/isis_che_fare.html">post apparso su beppegrillo.it</a></span></div>
</li>
</ul>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">A) La ricostruzione storica che apre il pezzo di Di Battista è appena sufficiente, non ottima, pesca quello che vuole pescare e, con il consolidato uso di una retorica cerchiobottista comprensibile agli analfabeti, mischia le carte; sulla ricostruzione della "vicenda Mattei" ad esempio riemerge una lettura tutto sommato borghese e imperialista e conferma la natura interclassista del m5s, dico questo perchè il deputato pentastellato usa abilmente la dicitura <i><b>"grande capitale"</b></i> nemico di chi come Mattei voleva <i><b>"fare gli interessi dello Stato"</b></i> nelle sue mosse politiche in MO perchè <i>"scorgeva un'opportunità imperdibile"</i> nell'autonomia dei paesi mediorientali. Ora la vicenda di Mattei spero sia cosa conosciuta, la sua uccisione comunque non dovrebbe far pensare a sinistra quello che per Di Battista è giusto; se il proprio pensiero è mosso da "la Ragion di Stato" allora il discorso fila, ma siccome a sinistra si dovrebbe usare la Ragione Rivoluzionaria e dialettica dev'essere ben chiaro che il lavoro svolto da Mattei non era beneficenza verso gli arabi, bensì il tentativo di una media potenza imperiale, quale è l'Italia, di trovare la propria autonomia da altre potenze occidentali e sostituirsi come potenza coloniale.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQHIMG4co_4ftzCk4IcOGCAxgTXJU3a2fKI1l6K5Z1ZalcvjZBweVgmOUArjoJ_hw-opvz2lRR_C_vmh6urh2dc4c0gSZoma7Z_iCCR6eL5YUnpeR3wI2qL0vkqTnUCgXCoIjg74ezUJRV/s1600/Saddam_Hussein_1974.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjQHIMG4co_4ftzCk4IcOGCAxgTXJU3a2fKI1l6K5Z1ZalcvjZBweVgmOUArjoJ_hw-opvz2lRR_C_vmh6urh2dc4c0gSZoma7Z_iCCR6eL5YUnpeR3wI2qL0vkqTnUCgXCoIjg74ezUJRV/s1600/Saddam_Hussein_1974.jpg" /></a></div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">B) I due paragrafi successivi dello scritto del deputato sono un'arte della mistificazione per trovare facili consensi trasversali tra le masse ignoranti. Paradossalmente è proprio qui che dovrei essere più certosino, ma invece mi limiterò a far emergere l'abilità del Dibba nella retorica politica:</span></div>
<ul>
<li><div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">La </span><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">vicenda di Hussein è scritta in modo tale da ignorare una </span><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">parte significativa della storia del dittatore deceduto e cioè </span><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">la parte biografica precedente a quanto riporta lui, questa parte di </span><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">vita lo vede coinvolto nei colpi di stato in Iraq "filo-occidentali" </span><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">e il secondo contro il regime "nasseriano", l'amicizia con </span><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">gli yankee emerge nello scritto dopo aver lodato l'opera di Saddam e </span><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">mistifica la sua natura "anti-iraniana" che non gli </span><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">concesse solo l'arrivo di armi, ma proprio la salita al potere.</span></div>
</li>
<li><div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Nel passaggio <i>"gli USA fornirono armi a Teheran durante la guerra Iran-Iraq"</i> viene abilmente omessa tutta la vicenda antecedente del sequestro di decine di diplomatici statunitensi e che la fornitura di armi fu figlia di un accordo che prevedeva anche il rilascio dei sequestrati. L'occupazione dell'ambasciata nordamericana, successiva questa alla questione dell'estradizione dello Scià, farebbe crollare l'impianto retorico grillino in cui "anti-imperialismo" e "anti-americanismo" si confondono. Se ben raccontata storicamente gli USA fanno una figura barbina, invece nell'articolo gli USA vengono fatti passare come abili e cinici imperialisti, perfetti calcolatori, quando invece ci sarebbe da percularli.</span></div>
</li>
<li><div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXEdXtn5RJdFdSNRMdaJ41lcSpORULuCyV55L0z5_YYp6rRPuGNZSo153UszjjpGy24skmXz2uwzE9WjHrDxax3lOIkCohXnWZDSAzVkBSoDKfroyJ0D1tr0jeqwtQf9RFlltlu3xIpoim/s1600/Saddamcapture.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXEdXtn5RJdFdSNRMdaJ41lcSpORULuCyV55L0z5_YYp6rRPuGNZSo153UszjjpGy24skmXz2uwzE9WjHrDxax3lOIkCohXnWZDSAzVkBSoDKfroyJ0D1tr0jeqwtQf9RFlltlu3xIpoim/s1600/Saddamcapture.jpg" /></a><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i>"Anche l'URSS"</i>, pure la famosa "enciclopedia libera" deve riportare l'avverbio <b>"parzialmente"</b> quando parla del sostegno sovietico a Saddam e ne spiega addirittura le ragioni di questo appoggio; qui si palesa il tentativo di comunicazione politica di lanciare l'osso alla parte destrorsa del movimento non isolando gli USA come i "cattivi" imperialisti del 900.</span></div>
</li>
<li><div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Semplificazione del conflitto Iraq e Iran infarcito di fantasia, omissione del reale motivo tattico-militare dell'uso di armi chimiche da parte del dittatore iracheno: la migliore dotazione militare del paese sunnita si scontrava col maggior numero di soldati della potenza regionale sciita, fanteria che si esibì anche in attacchi suicidi contro i carri iracheni.</span></div>
</li>
</ul>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">C) Il paragrafo sull'11 settembre è più semplicistico e a tratti indovina, ma contiene anch'esso due perle di mistificazione paraculista:</span></div>
<ul>
<li><div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">la prima è storica ed è questa <i>“l'Afghanistan [..] con il terrorismo internazionale non ha mai avuto a che fare”</i>; se sto alla dicitura “terrorismo internazionale” potrei dare anche ragione al Dibba o comunque non sono tra le file di galoppini che credono alla panzane della guerra per difenderci dal terrorismo, ma se andiamo più a fondo consapevoli che stiamo leggendo, quello del pentastellato, un articolo su un fenomeno di fondamentalismo religioso islamico dobbiamo ricordare che, in funzione anti-sovietica, questo lì era di casa, ma siccome Massimo Fini è l'opinion maker del m5s in questioni geopolitiche posso comprendere che il nostro nuovo idolo politico delle masse italiche ometta la vicenda dell'Afghanistan ai tempi dell'URSS.</span></div>
</li>
<li><div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">La seconda riguarda l'impianto ideologico dei m5s espresso con forza nella seguente massima <i>“una guerra innescata dai partiti occidentali”</i>; ora tutti i compagni sanno cosa sono i maggiori partiti occidentali e allo stesso tempo auspico che sappiano pure che un burocrate di scarsa competenza all'Eliseo, piuttosto che a Berlino o uffici della White House non sia i decisori degli interventi imperialisti, semmai sono i ratificatori di decisioni prese altrove dai <b>capitalisti</b>. Un'inezia, ma un'inezia ideologica che ancora mi sorprende come alcuni sedicenti comunisti possano appoggiare il m5s.</span></div>
</li>
</ul>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">D) Il quarto paragrafo del postulato del Dibba è numerato, procediamo similmente.</span></div>
<ol>
<li><div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
“<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><i><b>Gli USA non ne hanno azzeccata una in Medio Oriente”</b></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">. Se si vuole dire che alcune mosse sono scappate di mano al “poliziotto del mondo” allora siamo nel giusto. Ma la frase riportata è molto più netta e secondo me mostra una ignoranza tale dei veri obiettivi imperiali della nostra epoca delle potenze capitaliste occidentali: la destabilizzazione sopra ad ogni cosa per poi riportare l'ordine imperiale eppure seguita il “nostro” ricordando le mirabili azioni umanitarie della storia statunitense e quindi come fa a ad affermare che “</span></span><i><span style="font-weight: normal;">non ne hanno azzeccato una”</span></i><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">? Il primo punto si apre con lo volontà di ridurre la leadership americana, per fare cosa non si sa e sicuramente non viene messo in discussione l'</span></span><b><span style="font-style: normal;">ordine<br />
sociale esistente</span></b><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">, ma correttamente Sebastiano Isaia <a href="http://sebastianoisaia.wordpress.com/2014/08/18/riflessioni-agostane-intorno-al-bellicoso-mondo/">fa notare</a> che questo si confonde tra alcuni “antimperialisti” con l'</span></span><b><span style="font-style: normal;">ordine geopolitico</span></b><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">.<br />
Questo per un marxista è un errore grossolano da smascherare e che mi sembra faccia il Dibba.</span></span></span></div>
<div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Armare i curdi forse sarebbe, per noi comunisti, la prima scelta condivisibile da anni dell'amministrazione yankee seppur fatta per motivi del tutto differenti.</span></span></span></div>
</li>
<li><div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Trovato l'errore precedentemente il secondo punto sulla conferenza di pace posso tacciarlo come il sogno di un adolescente politico, il figlio della borghesia occidentale coi sensi di colpa che sulle sanzioni russe vede solo il danno alle “imprese italiane”, mica il rischio di escalation. </span></span><b><span style="font-style: normal;">#sticazzi</span></b></span></div>
</li>
<li><div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Il sogno dell'adolescente politico continua quando vorrebbe che l'Italia promuova una moratoria sulla vendita di armi. Caro Dibba “Dove c'è Beretta c'è casa”. Ma oltre lo sberleffo qui individuo un punto in cui politicamente sono in totale contrasto: la paura del grillino che i curdi possano usare le armi per i loro interessi, come scritto precedentemente la scelta di armare i curdi è condivisibile e lo è proprio nell'ottica che finalmente questa popolazione divisa tra quattro stati possa avere un aiuto indiretto alla propria causa “nazionalistica” -sia chiaro- osteggiata da sempre da tutti i principali attori geopolitici.</span></span></span></div>
</li>
<li><div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Il punto è condivisibile, ma le cause rimangono ignote, può un esponente di un movimento interclassista, che deve il suo “boom” anche e soprattutto al fatto che si è sintonizzato sulla lunghezza d'onda del medio-piccolo “fare impresa” italico, dire chiaramente quali siano le </span></span><b><span style="font-style: normal;">reali<br />
cause </span></b><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">a parte la corruzione? No, non può dirlo e un marxista sa bene che la corruzione che indica Di Battista è connaturata al capitalismo.</span></span></span></div>
</li>
<li><div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdeCLioZb3iUWGg9XgOFK7n6SoMhqDS_vH1KFWD655FbEq0Wwlb4XXYoyL7BxWITZ7NFp0iijHIloW3fWMfNrky8NWepdqdHnlnM7WVnmltnBDNOVJPn6J1GKRWm7EO6aYBqHPoRYLUQlI/s1600/Kurdish-inhabited_area_by_CIA_(2002).png&container=blogger&gadget=a&rewriteMime=image%2F*" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdeCLioZb3iUWGg9XgOFK7n6SoMhqDS_vH1KFWD655FbEq0Wwlb4XXYoyL7BxWITZ7NFp0iijHIloW3fWMfNrky8NWepdqdHnlnM7WVnmltnBDNOVJPn6J1GKRWm7EO6aYBqHPoRYLUQlI/s1600/Kurdish-inhabited_area_by_CIA_(2002).png" /></a><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Qui il pentastellato ragiona non diversamente da chi vuole criticare. Chi è lui per decidere su quali basi debbano nascere gli stati? E poi ancora di “basi etniche” vogliamo parlare? Se è un determinato popolo, oppresso e schiacciato, a volere ciò sono il primo a sostenerlo ed infatti sono contento che i curdi, per paradosso della storia, in questa situazione possano avere strumenti per perseguire il loro progetto, ma attenzione: il<br />
Dibba ha scritto che sarebbe una follia armare i curdi. Come vorrebbe modificare i confini tracciati a tavolino? Tracciandone di nuovi sempre a tavolino?<br />
Una volta posi una domanda simile ad una congolese, proprio sulla questione di confini “artificiali” e divisione delle etnie, chiedendole se non le sembrasse opportuno combattere per una ridefinizione dei confini su base etnica per scongiurare guerre motivate, al pubblico e alle masse portate al fronte, dall'odio tribale; la donna, fuggita da uno di questi<br />
conflitti, mi diede una lezione di vita e politica: “I confini quelli sono, le divisioni etniche sono solo un pretesto e sarebbe ora che gli africani vadano oltre questi retaggi”. Sicuramente non fa regola questa mia testimonianza, ma voglio dire che sono le masse sfruttate e i popoli oppressi a decidere dove stare e quale confine volere, non dovrebbe essere né l'amministrazione americana né un deputato italiano a decidere i confini.</span></span></span></div>
</li>
<li><div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Questo è stato il punto che ha scatenato le convulsioni del sistema politico-mediatico italiano. Qua in parte si dice una verità e cioè che le condizioni sociali ti possono far diventare un “terrorista” (inteso come lo intende il diritto borghese), ma per quanto mi riguarda e nemmeno recentemente ho sempre capito che nella stessa scelta dell'atto violento c'è differenza: puoi farti esplodere in metropolitana colpendo civili inermi o puoi scegliere di colpire obiettivi militari e/o politici e sui secondi ci potrebbe essere un'ulteriore differenza. Quindi l'errore o furba comunicazione qua sta nel condividere la scelta più<br />
vigliacca che tale rimane, ai miei occhi, anche quando la faccia l'ultimo degli sfruttati. Inoltre ricordo che con questa confusione, riguardo le pratiche violente o armate, nel nostro paese si è proceduto a fare un calderone sugli “anni di piombo” tanto che per molti ignari della Storia chi metteva le bombe nelle stazioni ferroviarie è assimilato a chi procedeva alla gambizzazione politica, possiamo discettare sull'opportunità della gambizzazione o sugli errori, ma tra i due atti vi è una differenza sostanziale non di poco conto. Sul fatto di elevare a interlocutore il terrorista, ricordo che si sta parlando di fondamentalisti islamici, una battuta di spirito è sufficiente.</span></span></span></div>
</li>
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</div>
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<a href="https://www.facebook.com/spinoza/posts/10152355569524426">Pubblicazione</a> di <a href="https://www.facebook.com/spinoza">Spinoza.it</a>.</div>
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<li><div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Belle domande Dibba, la risposta è Imperialismo e lo si deve combattere, ma tu apprezzi chi faceva gli interessi dello Stato.</span></span></span></div>
</li>
<li><div style="margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="font-style: normal;"><span style="font-weight: normal;">Belle intenzioni Dibba, si chiama società industriale capitalista e la si dovrebbe combattere anch'essa nei suoi principi e non nei suoi effetti, sicuramente non lo si fa auspicando un utopistico “capitalismo dal volto umano, dall'anima ecologica” in nome dell'impresa italiana e della Ragion di Stato.</span></span></span></div>
</li>
</ol>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhklWg6TVCm8EcbP1vSVQLa34iFfBEBnxVPHtuWUDKo-p_Jf40BSuOQ55ql1nWikvK6X-mQW3KJlR3G7rxCOMx0tRaNRwhf1ovov-BYgzPI-7pf0u_QY0__9d21ggisBdc62m1To1nuUBLa/s1600/Curda.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhklWg6TVCm8EcbP1vSVQLa34iFfBEBnxVPHtuWUDKo-p_Jf40BSuOQ55ql1nWikvK6X-mQW3KJlR3G7rxCOMx0tRaNRwhf1ovov-BYgzPI-7pf0u_QY0__9d21ggisBdc62m1To1nuUBLa/s1600/Curda.jpg" title="" /></a>In conclusione quello che mi sorprende è che il testo superficiale di un <b>deputato </b>italiano, scritto con tecniche comunicative retoriche ben congegnate, consolidate e conosciute, abbia spazio tra marxisti e anarchici, tralasciamo le ipocrite urla di sdegno della borghesia politicamente corretta che come sempre delle stupidaggini del m5s critica quello che conviene ad essa. Mi sorprende come si possa solo pensare che ci siano spunti di riflessione in uno scritto in cui si critica l'armare i <b>curdi </b>per poi dialogare con i <b>fascisti islamici</b> tanto che l'ironia della battuta su Spinoza.it diventa quasi amara sapendo che, volenti o nolenti, i grillini sono stati co-artefici dell'affossamento di quel briciolo di senso riformistico in salsa socialdemocratica all'interno del PD contribuendo al governo Letta e stendendo un tappetto rosso all'ambizioso fiorentino e il suo populismo governativo. Quale logica sottintende il dialogo con dei fascisti e la chiusura totale al PD bersaniano? Quale deriva verso l'analfabetismo politico permette che un "popolo della sinistra" possa ritenere "spunto di riflessione" un testo che sarebbe appena sufficiente al liceo pieno di approssimazioni, omissioni, conclusioni sballate, ingenuità da pacifista quindicenne? E' sufficiente un calderone anti-occidentale alla sinistra radicale? Sono assimilabili i palestinesi, che combattono contro l'aggressione e occupazione israeliana, con persone che <b>in nome di Dio/Allah</b> giustiziano gli "infedeli"? Non è curioso che mentre si da in pasto agli analfabeti il polpettone anti-occidentale si fa la "provocazione" di dialogare con chi proprio l'Occidente ha addestrato e armato per creare destabilizzazione in Libia e Siria? Infatti ricordo che i miliziani dell'ISIS sono grossomodo gli stessi che si sono sovrapposti all'opposizione genuina e reale siriana tanto da far diventare il macellaio Assad un'opzione migliore anche a chi all'inizio delle contestazioni auspicava la sua caduta.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Che fare? Tornare a studiare <b>compagni</b>!?</span></div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">
</span>
<ol>
</ol>
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</div><div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">In un paese come la penisola italica anche le partite della nazionale azzurra possono diventare motivo di discussione politica, infatti potremmo dire che “politicizzare tutto” è una vera indole italica, soprattutto tra noi compagni, diciamocelo. Ho deciso di descrivere il differente approccio ad un mondiale della fauna italica.</span></div><div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">I due approcci estremi ad un mondiale di calcio sono: il tifoso medio 365 giorni all'anno e il boicottatore di professione.</span></div><div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"></div><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"></span><br />
<a name='more'></a><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br />
</span> <span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Il primo esemplare è colui che nella vita con ogni probabilità ha l'interesse solo per il proprio portafoglio e per la propria squadra del cuore, senza nessun interesse per le questioni pubbliche; il secondo al contrario spende la sua vita in una militanza politica costante o un'iper-informazione, cosa buona e giusta se poi ciò non si traducesse in un cretinismo boicottatore dei mondiali di calcio, <b>boicottaggio urlato sui social-network</b> o peggio ancora, “deluso dalla sinistra”, vota gli alleati del “liberista e libertario” Ukip . Tendenzialmente i primi -i tifosi medi- sono poi anche i cosiddetti italianissimi, quelli che straparlano di “made in Italy”, di immigrati che rubano il lavoro, che declinano un sentimento di comunanza e identità con una data cultura in un folcloristico ed esasperato nazionalismo ottuso; i secondi invece spesso rientrano nella categoria degli anti-italiani che, oltre condivisibili motivazioni per boicottare un evento sportivo che fa girare quattrini tra i soliti noti, stanno lì a tifare la squadra avversaria di turno, quindi <b>nazionalisti al contrario</b>, s'identificano nelle gesta di formazioni la cui provenienza geografica era, ai più, ignota fino al fischio d'inizio di qualsiasi partita della nazionale, purchè giochi contro la formazione italiana.</span><br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhNGKVd4tiymr74mkC6idYEHVQUsDC5uhsWTubA0dHCrRTb2f43wIJJDLBnbrUPlfSSw65AdK7YfezYim_dDZtq8PdjmmaqYSq49RzM_d7PneXRhzM8ikCkn0pyinjB28NlUO5KhztOzNfF/s1600/Balotelli.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhNGKVd4tiymr74mkC6idYEHVQUsDC5uhsWTubA0dHCrRTb2f43wIJJDLBnbrUPlfSSw65AdK7YfezYim_dDZtq8PdjmmaqYSq49RzM_d7PneXRhzM8ikCkn0pyinjB28NlUO5KhztOzNfF/s1600/Balotelli.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">L'italianissimo soffre d'invidia?</td></tr>
</tbody></table><div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><a name ='italianinegri'>Il tifoso medio italianissimo</a> è anche colui che alla partita non eccelsa di Balotelli trova l'occasione per ribadire un concetto che gli sta a cuore: <b>“non ci sono negri italiani”</b>. Inoltre bisogna essere intelligenti per capire quando una sacrosanta critica ad un calciatore non nasconde invece un razzismo troppo dilagante in Italia e nemmeno più solo latente, sicuramente qualcuno tra i tifosi medi facilita il compito se scrive cose di questo tipo: “Una bella merda nera piantata su un campo verde”; trattasi di piccina borghesia italianissima e razzista che scambia, appunto, una partita di calcio per una guerra. Supermario come calciatore ha dei difetti (incostanza e nervosismo su tutti) ma per questi soggetti italianissimi il peggiore di tutti è l'essere un “negro di merda”, se segna rimane comunque un “negro di merda”, ma <b>ipocritamente si può urlare “Goooool” se è il “negro” a metterla dentro</b>! Poi vai a capire perchè Motta invece non possa essere un “brasiliano di merda” quando il suo stare in campo è una bestemmia calcistica, ma probabilmente l'italianissimo oltre la pelle non sa andare, mediocre pure nell'essere razzista.</span></div><div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</div><div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Il boicottatore anti-italiano si vede/sente la partita in un clima di menzogna auto-imposta(non dirà mai di averla seguita) oppure è comunque pronto al 90° per sapere con impazienza se può sfottere gli “idioti che seguono una palla” o iniziare a ciarlare di corruzioni imperialistiche. Comunque il meglio di sé lo dà in caso di sconfitta degli Azzurri, ciò gli permette di esprimere il desiderio di cambiare cittadinanza, sentirsi orgogliosamente Costarichense( o costaricense? O costaircano? BOH), coreano, francese ecc. ma mai italiano, sia chiaro, per un pomeriggio della sua vita ogni tot anni sente il bisogno di condividere la passione e la cultura di un popolo altro, ma mai e poi mai quella del vicino di casa; sempre in caso di sconfitta azzurra si scopre altresì che conosce bene il gioco del calcio e da boicottatore passa a supremo critico calcistico che lo vorresti vedere al posto di Zazzaroni, almeno in tv si sentirebbe qualcosa di intelligente, sempre supponente, ma almeno intelligente.</span></div><div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br />
Tra i due estremi ci sono i moderati: quelli se ne infischiano a priori di uno sport popolare e non commentano proprio, meno moderati sono quelli che se infischiano del calcio perchè c'è sempre qualche altro sport migliore da seguire, tipo il basket, fingendo che la NBA sia una onlus che opera in zone di guerra; infine ci sono coloro che seguono con passione e trasposto le gesta della nazionale di calcio italiana, per 90 minuti spengono il cervello per seguire una palla, ma finito il match si ricordano che esiste una crisi strutturale del capitalismo – rientro in questa categoria- e che trovano un capriccio infantile voler boicottare un mondiale via social network, soprattutto se in seguito ad una partita ci si ritrova in una cena di beneficenza per una missione di volontari in Etiopia dove la Coca-Cola è immancabilmente presente tra le bevande offerte, in quel caso ho bevuto vino <strike>pessimo</strike> senza pensarci due volte.</span></div><br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgiSlFT10_IDdEQ9XjfKe50E-_dH6e11vAIAIzwTsIm-GpezE8Qj2Nx066upN-OQXXZjcPGVEgLYw0kNdloKZgWgYTLz5tM6nqkH1VHJBNqOQI7I7o3u4tLxg2LdjB63dmGczSgLDwqAqcV/s1600/Cavani+e+Suarez.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgiSlFT10_IDdEQ9XjfKe50E-_dH6e11vAIAIzwTsIm-GpezE8Qj2Nx066upN-OQXXZjcPGVEgLYw0kNdloKZgWgYTLz5tM6nqkH1VHJBNqOQI7I7o3u4tLxg2LdjB63dmGczSgLDwqAqcV/s1600/Cavani+e+Suarez.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Guadagnano un po' più di Mujica e non meno dei nostri</td></tr>
</tbody></table><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Fra qualche ora si avrà la prima partita “dentro o fuori” tra due squadre nazionali che danno il massimo proprio in concomitanza di appuntamenti difficili e da spalle al muro, l'Italia per questioni di mentalità sportiva e culturale in generale(l'arte di arrangiarsi nelle difficoltà in primis), l'Uruguay per <a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/06/23/italia-uruguay-2014-lettera-di-lugano-ai-tifosi-vi-chiedo-di-essere-uniti/1037222/" target="_blank">un forte patriottismo traslato nella dimensione sportiva</a> che farebbe inorridire i boicottatori anti-italiani che oggi si ritroveranno a tifare la Celeste, anziché gli Azzurri, per una loro erronea similitudine tra Mujica e Cavani.<br />
<br />
Si dovrebbe boicottare tutto iniziando dalle piccole abitudini quotidiane se proprio si vuole cercare di fuggire da tutte le contraddizioni del sistema capitalista; ciò non toglie che non si debba criticare la finanziarizzazione anche di sport popolari e la corruzione dell'organismo internazionale del calcio. Si dovrebbe cominciare a vedere il calcio per quello che è: uno sport di squadra dove due elementi della natura umana, cooperazione e competizione, si scontrano su un terreno di reale parità, a differenza del “libero mercato”, e capire che l'esito di un match non determinerà l'aumento salariale o l'abbassamento delle tasse.</span></div><br />
<div align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"> Per tutto questo Forza Azzurri con la consapevolezza di cosa sia il mondo al di là dei 90 minuti calcistici e cercare di non caricare di troppo significato politico uno sport popolare, ma anche senza snobbarlo come ha fatto una certa sinistra intellettual-spinelliana, altrimenti ci si ritrova con la stragrande maggioranza delle curve di Serie A e Serie B egemonizzate dai gruppi di estrema destra.</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br />
</span> <span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Leggi anche "<a href="http://www.correttainformazione.it/sport-musica/mondiale-2014-affari-pallonari/" target="_blank">Mondiali 2014: affari pallonari</a>"</span></div>Unknownnoreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-3065567461957733553.post-45183090869238142112014-05-30T12:38:00.001+02:002014-05-30T17:33:02.855+02:00L'unità comunista: masturbazioni hegelo-adolescenziali<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
E' utile riassumere la nascita della lista “L'altra Europa con Tsipras”. Un giorno la intellighenzia liberal-progressista scoprì che da lì a qualche mese ci sarebbero state le elezioni europee, guardandosi attorno scelsero la Grecia e il modello Syriza; attenzione: scelsero il format, non vi è nessuna analisi ponderata o progettualità in questa scelta, ma solo la volontà di immettere nell'offerta politica un prodotto di salsa sinistra.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Fin dall'inizio le modalità di creazione di questo cartellone elettorale vide la maggior parte di militanti ed elettori più politicizzati scagliarsi contro la gestione autoritaria di questa esperienza, poi accadde che qualche partito riuscì a contrattare alcune candidature e la militanza ancora una volta serrò i ranghi e si mise al servizio per un progetto che non ha mai sentito suo. Poi col tempo si auto-convince di essere sulla strada giusta e di portare avanti quella esperienza.</div>
<div style="text-align: justify;">
Questo ennesimo cartellone elettorale è riuscito a passare lo sbarramento grazie alla forte astensione; i numeri reali ci dicono che ha preso meno voti della somma dei voti che presero Sel e Ingroia alle politiche 2013. Appena chiuse le urne, visto il successo del PD di Renzi, loschi figuri travestiti di rosso della lista “de sinistra” hanno mostrato quel che sono conformandosi all'italico salto sul carro vincente.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Tra la base c'è chi crede alla possibilità di unire la sinistra(Quale sinistra? Che sinistra?), ma dall'altro ci sono compagni che gli buttano la realtà in faccia e ricordano gli errori passati e presenti, sottolineano come da un Ferrero non possa venire alcunchè e si ricomincia a parlare di una unità che ho capito che chi la sbandiera non sa nemmeno da dove partire e parla hegelianamente guardando all'anticomunista PCI.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<b>Sel, PdCI e RC sono partiti compromessi </b>su tutti gli aspetti e agli occhi sia dell'elettorato più consapevole che l'elettore da bar sport. Però devo essere sincero, io stesso nel tempo ho parlato di questa necessaria unione, ma dalle regionali sarde, tornata elettorale in cui RC e PdCI hanno continuato a fare il linguainculo col PD, ho preso una decisione: non posso più perdere tempo dietro a queste masturbazioni che di marxista non hanno alcunchè, al massimo questa voglia di unità è figlia di un modo di guardare alla storia in maniera hegeliana e pure ingenua, in troppi credono che possa bastare un'unità di tipo elettoralistico e non un'unità nelle lotte e sui programmi. Personalmente ho preso la mia decisione: a livello comunale lavorerò per liste di sinistra, dimensione dove alcune differenze diventano di poco conto, ma per quanto riguarda la dimensione regionale o nazionale il mio appoggio va al Partito Comunista dei Lavoratori.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Infatti chiedo ai tanti militanti ed elettori di Sel, RC e PdCI perchè vogliono perdere ancora tempo? Cosa impedisce loro di azzerare partiti compromessi per traslocare nel PCL? E sia chiaro che sempre il sottoscritto fino a poco tempo diceva ai compagni del PCL di non essere supponenti con frasi tipo “Il partito comunista c'è già”; oggi hanno ragione da vendere e l'avranno sempre di più. Se RC chiude bottega non accade nulla, crollò il muro di Berlino e non si può mettere termine a questi soggetti che ormai sono il reale ostacolo alla riconquista della totalità? Volete ancora tenere in piedi queste strutture che puntualmente vi denigrano facendovi calare liste dall'alto? Ancora volete discutere di unità? Io ho detto Basta!</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
E' dal 2008 che sento le stesse cose, che leggo gli stessi desideri, poi arriva una tornata elettorale, “non si può non partecipare”, dall'alto calano le liste e per mesi tutta la forza organizzativa è impegnata a mandare qualcuno su qualche poltrona a fare non si sa bene cosa, poi si ricomincerà con le solite buone intenzioni della base, si discute di riunire i comunisti, ma poi ecco una nuova tornata elettorale: meccanismo che si è ripetuto con Sinistra Arcobaleno, Federazione della Sinistra, Rivoluzione Civile, L'altra Europa con Tsipras e andrà avanti finchè voi non avrete uno scatto d'orgoglio: mettere fine a questi partiti e decidere di confluire nel PCL che, nonostante la sua dimensione, ne esce a testa alta dalle ultime amministrative rispetto a chi invece ambiguamente continua ad allearsi quasi ovunque col PD. Poi il PCL può solo crescere, soggetti compromessi possono solo tentare di non affogare perchè il mio consenso non lo avrete più e passerete la vita a sperare di raggiungere il 4,03% anziché costruire il partito rivoluzionario.</div>
Unknownnoreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3065567461957733553.post-64548036583057190062014-02-12T19:11:00.000+01:002014-02-12T19:11:44.073+01:00INSTITUTIONS - "Democrazia di Mercato"<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: large;">di Prometheo Ownerless</span><br />
<span style="font-size: medium;"><br />da <a href="http://www.youtube.com/user/nunvereggaecchiu" target="_blank">nunvereggaecchiu youtube channel</a></span></div>
<div style="text-align: center;">
<span style="font-size: large;"><br />
</span></div>
<div style="text-align: center;">
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="//www.youtube.com/embed/JSykG_BpP10" width="560"></iframe></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3065567461957733553.post-35887026937117275462013-05-05T17:22:00.000+02:002013-05-05T17:29:39.279+02:00La Sovranità non è roba per fascisti e demagoghi<div style="text-align: justify;">
C'è molta confusione nell'era della "politica 2.0" su cosa sia l'arte della politica, le filosofie e dottrine politiche, molto pressapochismo da parte di novelli salvatori della patria come ad esempio la progressiva presenza nella mia rete sociale, virtuale e reale, di ex-berlusconiani o fascisti che si riscoprono salvatori e portatori di verità assolute solo perchè hanno aderito al grillismo e qui non critico il grillismo in sè, ma l'arte tutta italica del voltagabbana e del conformismo alle mode, di costume e politiche, costoro si riempiono di slogan che solo sei mesi fa avrebbero criticato perchè troppo comunisti, se invece questi slogan sono inseriti in un impianto ideologico contraddittorio che strizza l'occhio un po' a tutti senza indicare una direzione politica netta allora ti accorgi che anche l'ex-leghista diventa favorevole al "reddito di cittadinanza", quando lo invocavano i centri sociali era roba di nullafacenti, ora una sacrosanta proposta in nome dell'incapacità del ceto politico di garantire l'occupazione, tutta roba da italiani.</div>
<a name='more'></a><br />
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
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La confusione, voluta e pensata da ambienti di estrema destra, si esplica con tutta la sua forza soprattutto su alcuni argomenti ben definiti:</div>
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<ul>
<li style="text-align: justify;">l'analisi della realtà sociale del capitalismo</li>
<li style="text-align: justify;">la critica all'Unione Europea e agli organismi sovranazionali</li>
<li style="text-align: justify;">politiche monetarie</li>
</ul>
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Per il primo punto rimando al post <a href="http://porciconleali.blogspot.com/2013/03/complottismo-no-grazie-siamo.html" target="_blank"><i>Complottismo? No grazie. Siamo anticapitalisti</i></a> del compagno Rick, per gli altri due spero di poter fare in futuro post più articoli e focalizzati, ma voglio usarli per confutare un concetto di Sovranità che tende solo ad enfatizzare sentimenti nazionalisti(totalmente opposti ad un "patriottismo repubblicano" basato invece sul respingimento di derive identitarie e che in Italia deriva dalla lotta antifascista e che invece è aperto all'esterno e agli "estranei"); in più su quelle due direttrici il concetto di Sovranità è usato per portare dalla propria parte in maniera acritica una massa di persone che, seppur si sentono toccare nel fondo dell'anima, non hanno idea di cosa si stia parlando. Per farla breve il punto riguardante gli organismi sovranazionali usa il concetto di Sovranità Popolare come argomentazione alla distruzione dell'universalismo di quegli ordinamenti(UE, ONU), quello di Sovranità Monetaria per argomentare contro le politiche monetarie(BCE, FMI). Sottolineo ancora che in questo post non voglio parlare nè di UE nè di Euro e quindi non mi si faccia una critica idiota che vuol insinuare che io difenda l'attuale assetto neoliberista.</div>
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Voglio sottolineare invece come da parte fascista si usi il concetto nobile di Sovranità innanzitutto per travestirsi da democratici e amici del popolo, ma si usa il concetto borghese di Sovranità che è lo stesso che potete ritrovare anche nella voce omonima su Wikipedia, infatti l'enciclopedia libera riporta: <i>La sovranità è l'espressione della somma dei poteri di governo (legislativo, esecutivo e giudiziario), riconosciuta ad un soggetto di diritto pubblico internazionale (es. Stato) che può essere una persona od un organo collegiale[1]. Le modalità in cui questa somma di poteri è organizzata e ripartita è detta forma di governo</i>. Questo concetto è arcaico e positivista. L'uso di questo concetto da parte di fascisti e demagoghi porta talvolta noi compagni a due atteggiamenti: confusamente lo si propaganda convinti di stare a portare in auge un nobile concetto oppure lo si deve contrastare, spesso contrapponendolo forzatamente a quello di Internazionalismo, col rischio di non essere capiti da altri compagni( gli altri che condividono fonti fasciste senza capire). Se la Sovranità riguarda solo il soggetto titolato all'esercizio del potere allora sono convintamente al fianco dei compagni che giustamente smascherano i sedicenti "sovranisti" della moneta o del potere popolare, poichè quel concetto di Sovranità riporta alla costruzione borghese dello Stato-Nazione che, se fu positiva nella lotta di classe contro l'aristocrazia feudale, è oggi un feticcio identitario e lo si difende tout-court senza interrogarsi sul presente e sul futuro di una società con i mezzi adatti a rompere le barriere, se non fosse per i confini mentali e materiali che l'ideologia conservatrice dello Stato-Nazione ha lasciato e fatta oggi propria da forze fasciste altrimenti impresentabili.<br />
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Non si può più concepire la Sovranità per identificare il soggetto titolare del potere o almeno oggi, a fronte dell'evoluzione culturale e sociale, rimane incompleta e anche volgare, se la borghesia ci dona il "regime democratico" e le sue regole di confronto politico pacifico entro i "limiti della sovranità" non possiamo nemmeno fermarci lì e far finta che dal 1789 ad oggi il mondo e la concezione dell'individuo, nei confronti della società e delle istituzioni, sia mutata, oggi non si ha da combattere per la democrazia, l'ha fatto la borghesia che oggi invece vuole restringere gli spazi democratici; abusano di tale concetto, lottare per la democrazia e la sovranità, i fascisti che devono infiltrarsi nelle critiche al sistema e portare a sè masse spaesate. La Sovranità è un concetto molto più alto e nobile della mera titolarità del potere e non riguarda solo l'ingegneria costituzionale, va oggi più a fondo, tocca l'aspettativa individuale del riconoscimento dei propri diritti, ma per questo bisogna capire la complessa realtà sociale che non è riassumibile in "100 famiglie massoniche che stanno scippando la Sovranità Nazionale", per nulla, oggi è l'anima sociale di ogni singolo individuo che deve ritrovare la Sovranità, non un popolo indistinto interclassista che in nome di quel concetto non sta facendo altro che mettersi in mezzo a diversi macellai, quelli che lavorano in nome del profitto e quelli che lavorano invece in nome del "profitto autarchico e sovrano". Come scrisse <a href="https://fr.wikipedia.org/wiki/Pierre_Rosanvallon" target="_blank">Rosanvallon</a> <i>la Sovranità non è solo un esercizio del potere: è padronanza di sè e comprensione del mondo</i>.<br />
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Voi il mondo lo comprendete? Ne siete certi? Siete sicuri di sapere cosa rivendicate quando agitate la "Sovranità Nazionale"? Oppure siete certi che rivendicare "Sovranità Monetaria" non è un modo scorretto per rivendicare altro?</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3065567461957733553.post-56974332366804840472013-05-01T16:28:00.001+02:002013-05-01T16:32:58.164+02:00Primo Maggio 2013<div style="text-align: justify;">
Come ha fatto notare con sagacia il compagno artefice dell'immagine che segue, oggi non si festeggia il lavoro, bensì si ricorda che da esso bisogna affrancarsi e resistere al suo sfruttamento senza temere di passare per carnefici, come splendidamente la compagna <a href="http://diciottobrumaio.blogspot.it/2013/05/vittime-e-carnefici.html" target="_blank">Olympe</a> ricorda alla Boldrini.</div>
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<a href="http://www.nonukes.it/" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: justify;" target="_blank"><img border="0" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRVtxldq6hgXBYKSEXyXoEZirj33lvr7ugXEsweDW6o9a45fbTcJ40QQSKiclz2Hu6Gr9-H_jH73qQo2-hZVYISpqDDD9wY7uXQbU4vjFL5-CU3ZFhRDBVeMQsLTNrNkNdMIsU8FCNCGOV/s400/Primo+maggio+2013.jpg" width="400" /></a></div>
<a name='more'></a><div style="text-align: justify;">
Il primo maggio non è la festa di una piazza interclassista e solidale dove le tv pescano più imprenditori che operai e quindi la "massa", diventata folla nell'era post-ideologica, da vita ad una passerella dove declamare eventuali e genuine riforme fiscali, strillare contro la burocrazia statale, i partiti e dare fiato a tutto il repertorio del ventennio della reazione neoliberista, ormai egemone culturalmente al di là di ogni limite "sopportabile"; al teatrino del populismo borghese non si tira indietro nemmeno il nostro <a href="http://www.beppegrillo.it/2013/05/gli_struzzi_del_primo_maggio.html#commenti" target="_blank">Grillo parlante</a> che, come suo solito, calpesta con la grazia di un elefante qualsiasi festa che odori di comunismo e lotta al capitalismo nei suoi principi fondanti anzichè negli effetti causati da un ceto politico come vuol far credere, la <b>diarchia </b>grillista, ai novelli tifosi da stadio dell'arena politica italica, per questa festa scrive un post in cui la prima parte è pure condivisibile, ma nella seconda si esplicita tutta l'organicità al capitalismo, in alcuni passi anche assist clamorosi alla faccia più fascista del capitale, con la definizione dei dipendenti pubblici come "insostenibili", con "prenditori"* che sono diversi da "imprenditori" perchè rispettosi della legalità borghese, pure quella di sfruttare e scippare plusvalore.</div>
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La pacificazione che vuole il governo democristiano, semmai molti piddini riusciranno mai a capirlo, non è quella del singolo che può causare una strage isolata, NO, è la "pace sociale" borghese nel rispetto dei rapporti di forza (e di produzione) e l'invito a portare lo scontro nelle aule parlamentari dove ad occuparsene saranno: una forza più attenta al destino del suo collante leader e non far perdere privilegi a quella borghesia industriale, criminale e reazionaria che corrode più di tutti la Repubblica; una forza che, essendo figlia della "gestione del potere" democristiano e del voluto equivoco del "parlamentarismo" come fine degli stalinisti piddini, sta attenta a fare i servigi di quella borghesia <i>umana, alta, colta, liberal</i> nel nome del <i>generico progressismo</i> ed infine vi sarà la nuova forza che basa la sua esistenza su presupposti errati(se il fine dovesse essere il superamento rivoluzionario del sistema) e che è più simile ai partiti che vuole combattere di quanto non creda, ma per costore le questioni di natura ideologica "sono roba del passato.</div>
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Insomma i lavoratori devono celebrare con musica e tarantella la loro schiavitù e facendo attenzione che non facciano troppo rumore, non devono ricordare che devono organizzarsi e lottare per <b>superare una volta per tutte il sistema di produzione capitalista, fermare lo scippo di plusvalore e l'accumulazione capitalista</b>.</div>
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Mi auguro che nei prossimi mesi i lavoratori, sempre più colpiti dall'ennesima crisi, capiscano che devono unirsi fra loro e organizzarsi per tornare alla <b>lotta di classe</b>, senza cadere alle sirene di un generico progressismo di governo e dare il giusto peso alle invettive etiche al sistema partitico del grillismo e rifiutare questa divisione fra pubblico e privato o la comunione d'interessi fra padroni* e dipendenti e respingere qualsiasi proposta di stampo liberista ammantata da "progressismo" il cui fine ultimo è sempre la diminuzione di spazi democratici, il restringimento degli spazi decisionali in poche mani elitarie e l'aumento dello sfruttamento a scapito dei lavori.</div>
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*la piccola e mediana borghesia deve capire che non sono gli operai a dover capire le loro ragioni, se il loro fine è solo uscire dalla crisi e tornare a crescere come in tempi migliori, con ingranaggi statali, fiscali e burocratici e mezzi diversi e nuovi, allora non può chiedere la "collaborazione fra classe" in nome della lotta alla casta politica e il carrozzone pubblico, sono loro che devono capire che la grande industria e grande finanza non ha più bisogno di loro, l'"alleanza borghese" verticale è stata rotta nel momento in cui non sono più serviti "buoi sociali" da contrapporre fra grande capitale e movimenti operai e partiti comunisti forti, in più oggi il capitale non ha più bisogno, soprattutto in Europa, della "mezza classe", sono i piccolo-borghesi in via di proletarizzazione che devono capire questo e che quindi devono rimodulare le loro analisi sul sistema e i loro obiettivi.</div>
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Buon affrancamento dal lavoro</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3065567461957733553.post-68140984644223398512013-04-21T12:47:00.000+02:002013-04-21T13:05:31.931+02:00 Perché è stato rieletto Napolitano? La vittoria di Berlusconi e la Terza Repubblica<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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Bersani è sfiduciato dal suo stesso partito ma non la sua linea politica, Marini o Napolitano significa comunque "governo della larghe intese" (PD+PDL). Berlusconi che un anno e mezzo fa era finito, ora la fa da padrone, passando dall'opposizione al governo, risultando oltretutto il partito più forte(viste le probabili scissioni nel PD). Il M5S non solo ha perso l'occasione di far eleggere Rodotà al 3°, 4° e 5° turno(magari concedendo una fiducia "a tempo" al PD)marciando sulle macerie di "quel che fu il Partito Democratico"(Berlusconi invece ne ha approfittato)ma è anche riuscito a consegnare il paese a Berlusconi, invece di cavalcare l'onda. 700 voti è la maggioranza(PDL-LEGA-parte del PD-FI-Scelta Civica), 300 i voti di minoranza(SEL-M5S-resto del PD).<br />
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Un governo di destra, nonostante il voto degli elettori, che hanno palesemente sfiduciato il centrodestra alle elezioni.</div>
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Stavolta, come mai prima, l'elezione del nuovo capo dello Stato tracciava la via per la formazione del governo, o il M5S+PD(Rodotà)o PD+PDL(Marini o Napolitano), con un Partito Democratico sempre più accerchiato e debole, privo non solo di un leader carismatico, forte e con la situazione in mano, ma anche con una classe dirigente veramente miope.</div>
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Il vero problema del PD inizia con le primarie. Dar vita alle primarie anche per i singoli candidati al Parlamento, mantenendo però una struttura di partito completamente verticale e settoriale, senza avere una leadership forte e con tante correnti(dalemiani, renziani, bersaniani, popolari, ecc..), ha dato vita all'elezione nelle file del Partito Democratico alla Camera e al Senato, di deputati e senatori non in linea con il leader Bersani. </div>
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Due i possibili scenari che ora si prospettano. Quello più probabile della larghe intese, visto che andare al voto oggi significa per PD&PDL consegnare il paese al M5S, fino a quando la situazione sociale e politica non cambi(e il coltello dalla parte del manico è del PDL), oppure Napolitano scioglie il Parlamento e si indicono nuove elezioni. Personalmente penso che si andrà a votare solo sé Berlusconi penserà di poter vincere. Fatto che potrebbe avvenire anche senza la formazione di un nuovo governo, visti i tempi lunghi di insediamento del "nuovo" Presidente della Repubblica, che si dimetterà il 15 maggio e otterrà il nuovo incarico il giorno dopo. Perciò fino al 16 maggio Napolitano non può sciogliere le Camere, atto che il "nuovo" Presidente della Repubblica vuole evitare a tutti i costi.</div>
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L'unica cosa certa è che il vero vincitore è di nuovo Berlusconi. Aveva ragione Corrado Guzzanti nei panni di Francesco Rutelli: "il paese non è di sinistra o di destra, il paese è di Berlusconi".</div>
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Nonostante ancora non sia iniziata la Terza Repubblica, sta già prendendo una fisionomia ben definita. Da parlamentare a Presidenziale, assetto che può risolvere le croniche crisi parlamentari, viste le divisioni microscopiche di cui è affetto il nostro sistema politico, che invece di semplificarsi, come nel modello bipartitico anglosassone, tende alla frammentazione.<br />
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Originariamente pubblicato su <a href="http://matteozinanni.blogspot.it/2013/04/2013-la-rielezione-di-giorgio.html">Nineteen Eighty-Four</a></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhoIk-E3E5c4PQFbBMlVF3RJcBdXQ-JjMmF6BoJ8bE784Z8-rJGrM0XA0g2T3dP5OdxwQ7UZkZ6zXeUGbYnxp59xJBf9uV6hh5u1q0afHiXiyLtmX0mCh1IKcJWEg-2Q_3qk775WVtZEVrX/s1600/napolitano17.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhoIk-E3E5c4PQFbBMlVF3RJcBdXQ-JjMmF6BoJ8bE784Z8-rJGrM0XA0g2T3dP5OdxwQ7UZkZ6zXeUGbYnxp59xJBf9uV6hh5u1q0afHiXiyLtmX0mCh1IKcJWEg-2Q_3qk775WVtZEVrX/s320/napolitano17.jpg" width="320" /></a></div>
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Matteo Koninginnedaghttp://www.blogger.com/profile/17304643190683015711noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3065567461957733553.post-79769241979174092372013-04-20T14:16:00.001+02:002013-04-20T14:18:44.236+02:00Ancora sulla distruzione del PD<span style="text-align: justify;">Lo scontro interno al PD è uno scontro interno alla sinistra che sta esplodendo in mondo visione, le analisi del mainstream sono sempre imparziali e atte a disinformare e portare il dibattito su altri binari, in particolare la focalizzazione sull'instabilità governativa borghese e i rapporti tra le burocrazie politiche.</span><br />
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Lo scontro interno al Pd è uno scontro ideologico e di classe per chi vuole vederlo, c'è una frazione interna al pd al servizio del liberismo, dell'industria e del monetarismo, milioni d'italiani che non hanno sbagliato questa volta a votare, ma per decenni, hanno portato questo aborto ideologico del PD a diventare il perno della politica italiana e avversario delle sinistre radicali, le sbandate ideologiche dalla bolognina, oltre avere ucciso la vera sinistra di classe, hanno prima aperto autostrade al reazionarismo liberista, poi al populismo berlusconiano e infine aver partorito quell'incesto di contraddizioni che è il m5s, quest'ultimo fa la parte del confessore e gli riesce benissimo a fare esplodere mediaticamente le magagne dei piddini e metterli inizialmente al muro, poi sono bimbetti intestarditi e non sanno muoversi senza disposizioni diverse dalla "diarchia", la destra, populista e liberista, per ora si ricompatta e sa che deve solo aspettare, per una volta nella storia si ritira dalla prima linea della politica muscolare sapendo di essere peggiori, ma anche di avere elettori peggiori, SEL, rea di voler tornare su una linea bertinottiana per noi comunisti, si sta comunque comportando benissimo nel gioco del parlamentarismo, loro lavorano subito dopo i grillini, sanno incassare le aperture che si creano nel pd, ottengono un Presidente della Camera che per contingenza storica è stata salutata con favore dall'opinione pubblica, ha appoggiato il m5s sulla questione delle commissioni(dove reputo abbiano ragione a metà), ha saputo sostenere la candidatura di un uomo stimatissimo dalla sinistra del paese e non s'è fatta mettere sotto scacco dal PD che con Prodi voleva scaricare la responsabilità e le inefficienze su altri attori.</div>
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Settimane fa scrivevo frettolosamente e male "<a href="http://porciconleali.blogspot.com/2013/03/4-buoni-motivi-per-distruggere-il-pd.html" target="_blank">4 buoni motivi per distruggere il PD</a>", i motivi per distruggerlo se uno vuole ne trova a bizzeffe, la distruzione di questo soggetto politico significa soprattutto spezzare quell'abbraccio mortale con spezzoni della borghesia progressista che mostra la sua umanità superficiale per nascondere la sua avidità predatrice, non bisogna fare slanci emotivi ottimistici sulla distruzione in sè del PD, bisogna cercare che non possa ricomporsi come vorrebbe la grande borghesia industriale e finanziaria del paese, sul piano teorico e pratico la sinistra di classe dovrebbe premere permanentemente la sinistra istituzionale e borghese affinchè questa non possa mai riposarsi e stare sull'attenti fino alla definitiva esplosione di una concezione stalinista di organizzare e gestire la sinistra, diffido dell'ottimismo dei grillini che dopo pd vogliono passare al pdl, una destra populista ci sarà sempre in questo bordello italiano, si deve trovare l'ingegneria sociale per limitarla e renderla infinfluente e questo lo può fare non un pd, ma un gruppo liberal-conservatore, oggi ai minimi termini per consenso, ma con potenzialità all'espansione in caso d'implosione del pd e della fine, ancora non scritta, del piazzista di Arcore.</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3065567461957733553.post-68448131844307281752013-04-16T07:30:00.000+02:002013-04-16T07:30:02.862+02:00Confusione democratica!<div style="text-align: justify;">
Con l'avvento del grillismo è entrata con più forza nel dibattito pubblico la discussione sulle forme della democrazia, su come applicare quella diretta e quella partecipativa, che sono due categorie simili, ma diverse; il grillismo si fa portatore anche e soprattutto di una “democrazia digitale” e i suoi attivisti e simpatizzanti più puri sostengono che <i>“una volta presa la decisione in maniera democratica poi i nostri cittadini devono eseguirla”</i>, non è tanto il m5s ad aver sollevato obiezioni sull'attuale democrazia rappresentativa liberale, ma è riuscito a coagulare attorno a sé buona parte di chi crede in un futuro organizzato tramite espressione diretta del popolo -indistinto-, meglio ancora se via web, la riflessione è molto più antica della costituzione di questo nuovo soggetto politico e se proprio si deve trovare una datazione certa, incorrendo comunque in errore, potremmo citare il 68 con la sua carica rivoluzionaria ed epigoni come Toni Negri che riprendevano Rousseau e cercavano di “modernizzarlo” oppure l'89 con la definitiva vittoria dell'ideologia dominante e la sconfitta dei partiti e movimenti di massa e l'entrata nell'era dei partiti “catch-all party”, i “piagliatutto” con connotazioni ideologiche non ben definite e occupati a cercare il “consenso d'opinione”, restringendo però la discussione politica su binari prefissati e allontanandosi dal territorio e dall'antica concezione di “partito di militanti”. Spesso gli idolatri della democrazia diretta(per le istituzioni politiche, ma non per le aziende private) compiono errori grossolani tra il proporre una cosa e reclamarne la sua attuazione.</div>
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La democrazia diretta sta a significare che <i>“i cittadini, in quanto popolo sovrano, sono direttamente legislatori e amministratori della cosa pubblica”</i> ciò significa che una democrazia diretta compiuta porta ogni singolo individuo a votare su ogni decisione, la democrazia diretta non prevede intermediazioni, ma soprattutto non prevede che ci sia una discussione tra membri, votazioni e azione unitaria, principalmente quest'ultimo aspetto non c'entra nulla con una forma radicale di democrazia poiché sul piano filosofico l'applicazione totale della democrazia diretta presuppone che anche nell'azione o nel sostegno di una decisione democratica “ognuno può fare ciò che vuole” e quindi anche di non seguire la maggioranza. Esempi di democrazia diretta sono i Referendum e per ora tra sociologi e politologi è prevalente l'idea che questa può essere applicata nelle istituzioni locali e ristrette.</div>
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La democrazia partecipativa invece si pone a metà strada tra quella diretta e quella rappresentativa, gli individui partecipano attivamente alla costruzione della decisione, ma questa poi sarà presa da “delegati”; un esempio di rilievo nazionale può essere, con tutte le accortezza del caso, quello delle “leggi d'iniziativa popolare” dove dei cittadini propongono una legge, quindi partecipano alla stesura e sostengono la presentazione, ma in definitiva sarà compito del Parlamento discuterla e approvarla. Questa categoria di democrazia per ora sembra più fattibile di quella diretta e già vi sono tante esperienze in merito come i bilanci partecipativi che in alcuni comuni d'Italia si tenta di fare, i cittadini partecipano, ma poi sarà la Giunta o il Consiglio a prendere decisioni.</div>
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Il centralismo democratico invece è la democrazia tipica dei partiti comunisti e fu inventato da Lenin, questo tipo di democrazia interna ai partiti, per chi non lo sapesse, è stata una lezione di scienza politica da parte comunista a tutti gli altri che oggi applicano o vorrebbero applicare meglio. Il centralismo democratico lo possiamo definire come sistema democratico “bidirezionale”: c'è una prima fase di discussione interna tra membri di una medesima organizzazione e votazione, a questo punto inizia la seconda fase ed è quello per cui tutti i membri dell'organizzazione, indistintamente da cosa abbiano votato, sono compatti e uniti nel sostenere la decisione finale, questo idealmente, detrattori da destra e noi critici da sinistra possiamo sostenere che storicamente nei partiti comunisti questo metodo è stato usato per giustificare le posizioni delle burocrazie di partito, infatti questa pratica veniva usata soprattutto per l'elezione delle cariche interne e da alte posizioni nella scala gerarchica del partito sono state imposte decisioni autoritarie, ma il metodo tutto sommato è buono per formazioni che sentono il bisogno di agire compatti e uniti, altrimenti non sarebbe stato fatto proprio da quasi tutte le organizzazioni non comuniste.<br />
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Fatto il quadro di alcune delle categorie di democrazia, quella rappresentativa non penso abbia bisogno di alcuna sintesi, guardiamo alla realtà e come un soggetto politico come il m5s, che se ne fa portatore ideologico, sta applicando i principi della democrazia diretta, prendiamo in esame cose concrete come l'elezione dei presidenti delle due camere e la votazione online per il loro candidato a Presidente della Repubblica. Se non alla Camera, al Senato, alla loro seconda votazione importante di rilievo, il cortocircuito dell'ignoranza politica è venuto tutto a galla: già durante la discussione interna il gruppo si spacca, i grillini siciliani sostengono Grasso, scoppia una faida tra simpatizzanti, “duri&puri” contro “menopeggio”, poi c'è la questione del Presidente della Repubblica, quello scelto online da chi ha diritto al voto sarà il candidato che i parlamentari a 5 stelle dovrebbero sostenere in maniera compatta nelle istituzioni della democrazia rappresentativa, quale democrazia attua il m5s? Esso propaganda la democrazia diretta, ma poi nella realtà vorrebbe portare avanti il centralismo democratico, la consultazione tra membri esiste solo all'interno dell'organizzazione, poi chi è deputato a farne le veci e rappresentarlo deve seguire le decisioni della maggioranza(non a caso Grillo ha attaccato l'art.67 riguardante l'assenza di vincolo di mandato) e se non le segue rischia di essere etichettato come “traditore”(ricorda nulla?), se si vuole portare avanti coerentemente la democrazia diretta si deve anche accettare che un parlamentare grillino possa votare “come meglio crede”, che un attivista possa <b>pubblicamente</b> discostarsi da una decisione del partito e non sostenere la causa in oggetto, questa è democrazia diretta, mentre il m5s, a insaputa della maggior parte dei grillini, ma secondo me non di Grillo e Casaleggio, attua, e vorrebbe migliorare, il suo centralismo democratico dove la minoranza deve sottostare alle decisioni della minoranza pena l'esser tacciati di “troll”, neologismo politico che sostituisce i “comunisti” dei berlusconiani.</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3065567461957733553.post-57954778619935658732013-04-12T10:20:00.000+02:002013-04-12T10:49:30.033+02:00Senato: come eleggerlo?<div style="text-align: justify;">
Dopo il post nel quale propongo di tornare al <a href="http://porciconleali.blogspot.com/2013/03/legge-elettore-camera-dei-deputati.html" target="_blank">proporzionale puro per la Camera dei Deputati</a> in questo affronto la questione, sempre sulla legge elettorale, per quanto riguardo la cosiddetta Camera Alta; conseguentemente al post sul <a href="http://porciconleali.blogspot.com/2013/04/abolire-le-province-riordiniamo-lo-stato.html" target="_blank">riordino amministrativo della Repubblica</a> posso anche affrontare più coerentemente e in maniera più lineare la faccenda, insomma per il lettore non svogliato che abbia letto le precedenti due puntate sarà più facile capire la conclusione sul metodo elettivo per il Senato. Prima di entrare nel vivo voglio ricordare che questo è un filone di post che trattano di <b><u>riforme "piccolo-borghesi"</u></b>, aspetto che mi preme sottolineare anche a fronte di una discussione interna fra noi autori riguardante una dose di "schizofrenia" del blog che può apparire fra una commistione di argomenti "rivoluzionari" o "radicali" con scritti "riformisti" o "piccolo-borghesi": il mio intento con questi post non è quello d'indicare una via politica generale che i rivoluzionari devono seguire, bensì solo un'intromissione in argomenti che, di sfuggita o con morbosa attenzione, sono oggetto di discussione pubblica e che reputo sbagliato ignorare o non dare un'alternativa genericamente "di sinistra".</div>
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Per chi non lo sapesse il Senato è elettivo grazie ai comunisti presenti all'Assemblea Costituente del dopoguerra e l'elezione su base regionale fu voluta dalla DC, mentre i "rossi" erano contrari al criterio regionale, posizioni che vent'anni dopo si scambieranno per i mutati rapporti di forza politici, il criterio che porta all'elezione su base regionale si basa su principi federali che sono gli stessi, ma non gli unici, che sorreggono tutta la mia idea, non saltate sulla sedia a sentir parlare di federalismo: se la parola è stata abusata e corrotta da "barbari in cravatta verde" non è buon motivo per gettare ciò che di buono c'è nella struttura federalista di uno Stato, struttura federalista che sottintende anche il post riguardante le Province riformate come <a href="http://porciconleali.blogspot.it/2013/04/abolire-le-province-riordiniamo-lo-stato.html?showComment=1365243215297#c301883833453258603" target="_blank">ha ben notato un commentatore</a>; quello che descriverò per i senatori elettivi è da intendersi su "base provinciale", sempre coerentemente con i precedenti post, quindi anche qui si presuppone una riforma costituzionale degli articoli che interessano la materia e subito si evince come l'articolo della Costituzione da cambiare è il numero 57, il primo comma per ciò che concerne la base circoscrizionale elettiva e, come si vedrà in seguito, secondo e terzo comma per la questione del numero dei senatori elettivi complessivo e per ciascuna "circoscrizione". Quindi seppur tentato di proporre una soluzione per il Senato che preveda, come per la Camera, un'elezione su base nazionale, penso che si possa tenere il principio federale per il Senato e semmai, insieme a riforme amministrative, migliorarlo.</div>
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Quello che io farei è "copiare" la struttura federalista delle Camere Alte di Germania o USA, nella prima c'è una soluzione simile alla nostra situazione attuale, infatti i seggi per ciascun Lander sono stabiliti per criteri demografici e così vi sono Lander che hanno solo 3 seggi e altri invece arrivano a 6, ma non a caso io propongo una riforma amministrativa che ridisegni la Repubblica con un solo ente tra Comuni e Stato e che questi enti, le Province per me, abbiano dimensione demografica omogenea fra di essi, infatti io prenderei quel che di buono c'è nel sistema statunitense, anche gli yankee hanno qualcosa da insegnare oltre imperialismo e scippo di plusvalore, in USA ogni Stato elegge 2 senatori e addirittura senza tener conto della diversità del numero di abitanti che invece io correggerei per avere un grado minimo di omogeneità, questo perchè gli USA nascono fin dal principio come stato federale e in uno stato del genere ogni ente federato deve avere la stessa voce in capitolo; tralasciando del tutto l'importanza sul numero dei senatori esplicitiamo subito un aspetto della mia proposta: il Senato dovrebbe essere eletto su "base provinciale" e ogni Provincia elegge lo stesso numero di senatori(salvo eccezioni come la Valle D'Aosta).</div>
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Ragioniamo sul numero di senatori che ciascuna Provincia dovrebbe eleggere, ora la Costituzione parla di 308 senatori eletti(al netto degli eletti all'estero e dell'unico della Valle d'Aosta) e partiamo da questo dato per capire quanti senatori spetterebbero alle "Nuove Province", ne ho create 56, la divisione mi restituisce un valore di 5,5 senatori per ciascuna "circoscrizione", se questo dato lo si arrotonda per eccesso a 6 e poi si moltiplica per il numero di Province avremo un totale di senatori eletti uguale a 336 che diventano 337 con quello della Valle d'Aosta e 343 con quelli eletti all'estero, se non si abroga la parte relativa agli eletti all'estero, se aumentiamo a 7 i seggi attribuiti a ciascuna "circoscrizione" abbiamo un totale di 392 ai quali aggiungere sempre quello valdostano e gli esteri che contribuiscono a far arrivare il numero a 399, per i testardi che non sanno far altro che scagliarsi contro i "costi della politica" faccio presente che se usassimo come "unità" 5 senatori avremmo un totale di 280 senatori(287 con Aosta ed estero), da ora in poi proseguirò senza accennare più al numero di senatori eletti per Provincia, o Regione o circoscrizione che sia, ma invito a fare attenzione che ad ogni metodo è più congeniale avere un determinato numero di senatori, ma si capirà in seguito, chiudo il paragrafo dicendo che il centro della mia proposta è quella di avere un numero uguale di seggi attribuiti a ciascuna Provincia e potrei chiudere l'articolo anche qui.</div>
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Se per la Camera il principio cardine su cui baso la mia proposta è quello della rappresentanza democratica e quindi arrivo a proporre un ritorno al proporzionale puro, al Senato faccio un assist per gli "idolatri della governabilità" o di sistemi maggioritari e qui adotterei un soglia di sbarramento, sempre su base provinciale, attorno al 5%(o comunque da 4 o 6 punti percentuale) che indica la soglia minima da raggiungere per poter concorrere alla distribuzione dei seggi, ma non la certezza di conquistarlo, tutto ciò perchè appunto qui, in maniera più pragmatica e realista, sacrifico il principio di rappresentanza per quello della governabilità, il criterio sta nell'arginare nel Senato la frammentazione politica, premiare la "territorialità" di un partito, avere una più chiara fotografia di quali sono le forze che possono esprimere un governo, sono tutti aspetti che in futuro, per chi vuole seguirmi in questo filone di riforme "piccolo-borghesi, saranno molto più chiari quando tratterò di bicameralismo e formazione di governo, per ora accontentatevi di capire che io suggerirei una Camera che abbia il compito di rappresentare nella sua interezza il corpo elettorale, adottando il proporzionale puro, ma un Senato con elezione a carattere federale, con sistemi maggioritari o proporzionali "molto" corretti, che esprima le possibili forze di governo e ricomponga la frammentazione politica.</div>
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Descritti due principi su cui baserei l'elezione del "Nuovo Senato" per concludere parliamo di quali sistemi elettorali adottare per capire l'attribuzione di seggi, in ballo ci possono essere diversi sistemi, sempre su base provinciale o circoscrizionale. Possiamo anche qui adottare un principio proporzionale che, una volta escluse le forze che non hanno raggiunto la soglia di sbarramento, ripartisca i seggi sulla base degli effettivi voti ottenuti da ciascuna forza, in questo modo tempero la logica maggioritaria, ma disattendo l'obiettivo di avere un quadro politico meno frammentato e quello di poter esprimere una o due forze per la formazione del governo, come secondo metodo ci potrebbe essere sempre un proporzionale adottando però metodi favorevoli alle liste più votate come i metodi "Hagenbach-Bischoof" o "Imperiali" per i metodi del quoziente oppure, tra la famiglia dei metodi dei divisori, il metodo "Nohlen", per capire di cosa parlo <b><u>una prima lettura</u></b> utile può essere Wikipedia sui <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Sistema_elettorale#Sistemi_proporzionali" target="_blank">Sistemi Proporzionali</a>; personalmente adotterei il secondo metodo, ma ci possono essere anche altre due soluzioni alternative, una è un maggioritario a doppio a turno nel quale i primi due partiti maggiormente votati vanno al ballottaggio se nessuno supera il 50% e il vincitore del secondo turno conquista la metà(oppure metà più uno) dei seggi in palio nella circoscrizione, i restanti seggi invece vengono ripartiti tra le forze che hanno superato la soglia, incluso il perdente del ballottaggio, oppure si può prevedere un numero già determinato di seggi anche per il perdente(ma in questo caso il carattere maggioritario si rafforza a discapito di altre liste), un ultimo metodo, un po' fantasioso e che si basa sul sistema dei punteggi degli sport motoristici, potrebbe essere quello di mettere in palio un numero fisso di seggi per ciascuna "posizione conquistata", faccio un esempio per capire, mettiamo che adottiamo 7 senatori da eleggere per ogni Provincia a questo punto stabiliamo che il partito più votato, indipendentemente dalla percentuale di voti ottenuta, conquista 3 seggi, il secondo partito 2, terzo e quarto uno ciascuno, sia chiaro che l'attribuzione di seggi per ogni "posizione" può essere cambiata, questo metodo lo si potrebbe adottare insieme al doppio turno ed anche con ulteriori accorgimenti(si va al ballottaggio se e solo se lo scarto fra i due primi due partiti è inferiore del 10%, sono solo ipotesi).<br />
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Concludo sottolineando i principi che ho espresso e su cui baserei un nuovo metodo elettivo del Senato: un principio federalista che attribuisce ad ogni Provincia lo stesso numero di seggi, limitare la frammentazione politica con una soglia di sbarramento, a differenza della Camera basarsi di più sul principio di governabilità adottando sistemi elettorali proporzionali "molto" corretti o sistemi maggioritari "lievemente temperati"(nel senso di non attribuire tutti i seggi in palio ad unico vincitore).</div>
Unknownnoreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-3065567461957733553.post-40398412804547301552013-04-09T08:30:00.000+02:002013-04-09T12:11:58.785+02:00Opposizione infantile all'inciucio<div style="text-align: justify;">
La schizofrenia e la demagogia sembrano aver fatto ostaggio la politica di questo paese, parlo di vecchi e nuovi soggetti politici tant'è che in Parlamento abbiamo ancora una destra populista e con simpatie fasciste, un partito liberale che mainstream e larga parte del popolino(simpatizzante o oppositore) continuano a definire di “sinistra” quando ormai non c'è più nemmeno la parvenza di socialdemocrazia, ma solo uno scontro fra apparato burocratico e le nuove leve “liberal”, poi c'è il Movimento 5 Stelle che deve il suo successo nell'aver deresponsabilizzato l'italiano e incanalato la rabbia prevalentemente contro la “Kasta”: seppur presenti altre questioni e percorsi d'analisi è indubbio che il successo grillista è dovuto in larghissima parte dalla sua narrazione che i guai siano dovuti ad una classe politica indecente, tralasciando qualsiasi analisi critica dei principi capitalistici e ignorando che quella classe politica non è stata votata e selezionata, seppur in ristrettissimi spazi di esercizio democratico, da alieni provenienti da Plutone, ma dagli italiani che oggi si scagliano contro la disinformazione giornalistica, ma <a href="http://www.tvblog.it/post/215791/ascolti-tv-sabato-6-aprile-2013" target="_blank">i dati d'ascolto</a> mostrano come sia proprio il popolino a volersi far abbindolare da Cuochi, Maschi&Femmine, Cronaca voyeristica e giovani “Amici” rottamatori e la lettura della Gazzetta dello Sport supera quella di qualsiasi altra testata.<br />
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I piddini, spiazzati(solo loro) dal successo del M5S, hanno subito tentato lo scouting con la proposta di <a href="http://video.corriere.it/gli-otto-punti-bersani-il-cambiamento/d0388bc8-864c-11e2-8496-c29011622c49" target="_blank">8 punti programmatici presentati da Bersani</a>, a questi Grillo ha risposto con un secco "NO" coerentemente con tutto ciò che lui e i suoi simpatizzanti da anni predicano, questa presa di posizione ha scatenato l'elettorato e i media piddini e in parte anche i votanti grillini dell'ultima ora o per lo più provenienti dalle sinistre "zona pd"(checchè ne dicano i grillini più ostinati, sia sondaggi che “bar sport” d'Italia confermano un pentimento repentino che si aggira sul 20/25% dei loro votanti), la motivazione è che così si rischia di buttare al macero 8 milioni di voti e rimanere fanciullescamente a sbraitare senza prendersi responsabilità, ecco, io queste critiche le capisco e solo in piccolissima parte le condivido, altrimenti, nonostante la mia opposizione al grillismo, reputo legittima la loro posizione di non accordare nessuna fiducia: come scritto le loro posizioni in merito sono chiare e non critico loro per questo, semmai l'accusa che faccio loro è una supponenza politica infantile che, subito dopo il “No alla fiducia al PD”, porta a partorire l'idea di un governo tutto loro, ma di nomi da valutare per ora nulla, che comunque dovrebbe incassare la fiducia da altri, quindi la motivazione che li spinge a rifiutare una fiducia al PD è tranquillamente usabile anche contro questa remota possibilità poiché dovrebbero trovare un'alleanza con altre forze politiche e devono ringraziare solo Napolitano e PD per non averli assecondati nel voler gestire la più grave crisi del capitalismo.</div>
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Il M5S per ora potrebbe fare solo opposizione e in questa sua fase storica è la collocazione migliore, ma la demagogia che io intravedo è la “già cominciata” opposizione e critica all'inciucio PD-PDL, se è legittimo da parte loro non accordare la fiducia al PD è meno razionale e molto demagogico intavolare l'opposizione in Parlamento e fuori contro l'inciucio poiché, neanche tanto malignamente, si può dire che il M5S la sua parte di responsabilità in questo scenario ce l'ha: le scelte presentatesi sono state due e loro hanno fatto la loro legittima scelta; ma ora basta con la riproposizione del refrain “pdl=pd” o “inciucio da 20 anni”, la loro opposizione, parlamentare e non, dev'essere fatta su altro e non su una condizione che loro stessi hanno agevolato, forse per meri calcoli elettorali più che coerenza programmatica, com'è paradossale che l'unico esito “plebiscitario” delle urne sia stata la bocciatura di Monti mentre nel mondo grillista della democrazia diretta l'idea della prorogatio sia ritenuta giusta, insomma un voto contro Monti per poi avere il “nuovo” che gioca al “costituzionalista fai da te”* nel non preoccuparsi di legittimare la prosecuzione del governo degli esodati.</div>
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Mentre il M5S gioca al piccolo politico e porta al pentimento qualche elettorale e nel PD si rinfiamma la guerra interna, dall'altra parte dello scenario politico, il piduista prosegue(o inizia) la campagna elettorale consapevole che la riproposizione di ciò che successe in Grecia nelle due votazioni ravvicinate è molto probabile e da tycoon qual è non ha difficoltà d'inserire nelle sue proposte un cavallo di battaglia dei grillini: l'abolizione di qualsiasi finanziamento pubblico.<br />
Quindi caro movimento 5 stelle rimani all'opposizione coerentemente con le tue posizioni, ma comincia a intavolare un lavoro di opposizione più serio del dare addosso all'inciucio che, se fosse stato certo e voluto in maniera compatta, il PD, nella corrente bersaniana, non avrebbe perso nemmeno tempo a tentare di convincere i grillini a sostenere un governo PD.<br />
Noi tutti intanto prendiamo popcorn e soda e prepariamoci ad assistere a quello che B&B riusciranno partorire nel loro <a href="http://www.corriere.it/politica/13_aprile_08/berlusconi-bersani-disponibile-incontro_3ee52fe2-a072-11e2-b85a-0540f7c490c5.shtml" target="_blank">incontro</a>.</div>
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<span style="font-size: x-small;">*Tecnicamente, e volendo spaccare il capello in quattro, la prorogatio è possibile, ma è uno strappo alla prassi costituzionale e contro il principio democratico, scelta che potrebbe essere in futuro rivelarsi pericolosa: qualcuno potrà non voler lasciare l'esecutivo a fronte di un altro Parlamento senza chiara maggioranza pescando in “precedenti storici”.</span></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3065567461957733553.post-66686335896405237362013-04-07T17:13:00.001+02:002013-04-08T15:11:04.581+02:00Consapevolezze indispensabili per un superamento dell'infezione metafisica.<span style="font-size: large;"><b>Materialismo scientifico e demolizione del pensiero filosofico debole.</b></span><br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.blogger.com/video.g?token=AD6v5dzNPKu8N1nBtVj3U9qhQteNB73hjf9KXwvB1JYS7gQepsKA1BEsfVauzWfZNkOtd8XXa6f8bWdZxmN4LHNtgA' class='b-hbp-video b-uploaded' frameborder='0'></iframe></div><div style="text-align: center;"><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><span style="font-size: x-small;"><i>Tratto da "Tensione" di Massimo Greco e Toni Corino - Torino 1994</i></span></span></div>"La sola ragione di esistere di un essere è la sua esistenza, cioè di mantenere la sua struttura e quindi di mantenersi in vita, senza di che non ci sarebbe l’essere.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhrRzdLyQQnYLq7fyIUg8Rwqi8LnpbI9M3i5OZejAVOrmP6BONjjDuJa_U-uvrIqrLIGtin5BGHSvv3YNCWagEGFUcRMaPAOBHSCmrfDk65o4z6AtESQTxSI4CDIbuStv4MZw8VrReHDKrO/s1600/cervello2.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="203" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhrRzdLyQQnYLq7fyIUg8Rwqi8LnpbI9M3i5OZejAVOrmP6BONjjDuJa_U-uvrIqrLIGtin5BGHSvv3YNCWagEGFUcRMaPAOBHSCmrfDk65o4z6AtESQTxSI4CDIbuStv4MZw8VrReHDKrO/s320/cervello2.jpg" width="320" /></a></div> Notate che le piante possono mantenersi in vita senza spostarsi, esse attingono il loro nutrimento direttamente dal suolo del luogo dove si trovano, e grazie all’energia solare esse trasformano questa materia inanimata che è nel suolo nella loro propria materia vivente.<br />
Gli animali invece, quindi l’uomo che è un animale, non possono mantenersi in vita se non usando questa energia solare che è già stata trasformata e questo impone loro di spostarsi; essi sono obbligati ad agire all’interno di uno spazio, e per muoversi nello spazio è necessario un sistema nervoso che agirà e consentirà di agire nell’ambiente e sull’ambiente, e sempre per la stessa ragione: assicurare la sopravvivenza.<br />
Se l’azione è efficace il risultato sarà una sensazione di piacere. Così un impulso spinge gli organismi viventi a conservare il loro equilibrio biologico, la loro struttura vivente a mantenersi in vita e questo impulso si esprime in quattro comportamenti di base: un comportamento di consumo, che è il più semplice ed assolve ai bisogni fondamentali (bere, mangiare, accoppiarsi), un comportamento di fuga, un comportamento di lotta ed un comportamento d’inibizione. L’evoluzione delle specie è conservatrice e nel cervello degli animali si riscontrano delle forme assolutamente primitive.<span style="font-size: xx-small;">(1)</span><br />
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhyb62Jzj4LIqXwEs1xAXIfuxEh5up4kDxCxJo_M6qCe_3QuCfloet3w6xNZBgle1XRGaM7vZ3TbyDPlHaKG90skaJELh7YSuboySl2kKU-qmr8M2X0RTd2CQmK8prR5Ne3tG_Q20dVCI2D/s1600/cervello.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="310" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhyb62Jzj4LIqXwEs1xAXIfuxEh5up4kDxCxJo_M6qCe_3QuCfloet3w6xNZBgle1XRGaM7vZ3TbyDPlHaKG90skaJELh7YSuboySl2kKU-qmr8M2X0RTd2CQmK8prR5Ne3tG_Q20dVCI2D/s320/cervello.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Cervello "rettile"</td></tr>
</tbody></table> Esiste un primo cervello che Mac Lean ha chiamato il "cervello rettile", è quello dei rettili infatti e scatena i comportamenti di sopravvivenza immediata senza i quali l’animale non potrebbe sopravvivere: bere, mangiare il che gli permette di mantenere la sua struttura, accoppiarsi, il che gli permette la riproduzione. Poi, quando si passa ai mammiferi, un secondo cervello si aggiunge al primo e abitualmente lo si definisce sempre con Mac Lean il "cervello mammifero". È quello che nel corso dell’evoluzione si aggiunse al primo quando nel passaggio dal rettile al mammifero si configurò la necessità di proteggere e nutrire i figli sviluppando le facoltà di comunicare con gli individui della stessa specie.<br />
È in questo cervello che nascono i sentimenti, di qui la definizione "cervello dell’affettività".<br />
H. Labory propone di definirlo "il cervello della memoria": senza il ricordo di ciò che piacevole, spiacevole non è possibile essere felici, tristi, angosciati, non si può essere in collera o innamorati e si può affermare che un organismo vivente è "memoria che agisce".<br />
E poi, un terzo cervello che si chiama "corteccia cerebrale" si aggiunge ai primi due; nell’uomo si è considerevolmente sviluppata, si chiama " corteccia associativa". Essa associa le vie nervose soggiacenti e che hanno conservato traccia delle esperienze passate; le associa inoltre in maniera diversa dal modo in cui sono state impressionate dall’ambiente al momento stesso dell’esperienza vissuta il che significa che potrà creare, realizzare un procedimento immaginario.<br />
<br />
Nel cervello dell’uomo questi tre cervelli sovrapposti coesistono sempre, i nostri impulsi sono sempre quelli molto primitivi del "cervello rettile".<br />
Tre sono i momenti chiave dell'evoluzione del cervello da rettile a mammifero: primo l'allattamento dovuto alla necessità di allattare, di avere cura dei figli, di occuparsene; secondo la capacità di comunicare tramite suoni per mantenere il contatto tra madre e figlio; terzo il gioco che facilita l'armonia del gruppo.<br />
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Questi tre piani del cervello dovranno funzionare insieme e affinché ciò succeda devono essere collegati da dei canali: uno possiamo chiamarlo il canale della ricompensa, l’altro della punizione; è questo secondo che sboccherà nella fuga e nella lotta. Un altro ancora è quello che finirà nell’inibizione all’agire. Per esempio, la carezza di una madre al suo bambino, la decorazione che lusingherà il narcisismo di un guerriero, gli applausi che sostengono il pezzo di bravura di un attore sono stimoli che determinano la secrezione di sostanze chimiche nel "canale della ricompensa" e provocheranno il piacere di colui che ne è l’oggetto.<br />
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Tornando alla memoria, Labory osserva come all’inizio dell’esistenza il cervello sia ancora "immaturo" per cui nei primi due, tre anni di vita l’esperienza che egli trarrà dall’ambiente che lo circonda sarà indelebile e costituirà una base per l’evoluzione del suo comportamento lungo il corso della sua esistenza.<br />
Infine dobbiamo renderci conto che ciò che filtra nel nostro sistema nervoso dopo la nascita e, verosimilmente anche durante la vita intrauterina, gli stimoli che penetreranno nel nostro sistema nervoso provengono essenzialmente dagli altri e che noi non siamo che gli altri; quando noi moriremo sono gli altri che noi abbiamo interiorizzato nel nostro sistema nervoso che ci hanno costruito, che hanno costruito il nostro cervello, che lo hanno riempito, sono gli altri che moriranno.<br />
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Dei nostri tre cervelli i primi due funzionano in maniera inconscia e noi non sappiamo che cosa ci guidano a fare (impulsi, automatismi culturali), mentre il terzo cervello ci fornisce un linguaggio esplicativo che offre sempre una scusa, un alibi al funzionamento inconscio degli altri due.<br />
Labory ritiene che si debba rappresentare l’inconscio come un mare profondo e ciò che noi chiamiamo "cosciente" come la schiuma che nasce, si frantuma, rinasce sulla cresta delle onde; è la parte più in superficie di questo oceano che viene frustata dal vento.<br />
Si possono quindi distinguere quattro tipi principali di comportamento: un comportamento di consumo che assolve ai bisogni fondamentali; comportamento di gratificazione: quando si è sperimentata un’azione che genera piacere si cerca di ripeterla; un comportamento di reazione alla punizione sia con la fuga che la evita, sia con la lotta che annulla il soggetto dell’aggressione; infine un comportamento d’inibizione: non ci si muove più, si attende in tensione e si arriva all’angoscia che è l’impossibilità di dominare una situazione.<br />
Quando si prende un topo e lo si chiude in una gabbia a due scompartimenti il cui spazio è cioè diviso da un tramezzo al centro del quale si trova una porta ed il pavimento della gabbia è percorso ad intermittenza dalla corrente elettrica, prima che la corrente elettrica venga immessa nella rete del pavimento, un segnale avvisa l’animale che si trova nella gabbia che quattro secondi dopo la corrente elettrica passerà. Ma in partenza non lo sa. Se ne accorge in fretta: all’inizio è inquieto, ma quasi subito si accorge che c’è una porta aperta e si trasferisce nello spazio contiguo. <br />
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La stessa cosa si ripeterà pochi secondi dopo, ma l’animale comprenderà ugualmente molto in fretta che può evitare il castigo del piccolo shock elettrico alle zampe ripassando nello spazio della gabbia in cui si trovava prima.<br />
Questo animale che subisce questa esperienza per una decina di minuti al giorno durante sette giorni consecutivi alla fine del settimo giorno sarà in condizioni normali di salute: il suo pelo è liscio, non ha ipertensione arteriosa.<br />
Ha evitato la punizione tramite la fuga, è stato bene, ha mantenuto il suo equilibrio biologico.<br />
<br />
<b>Quello che è semplice per un topo in gabbia è praticamente impossibile per un uomo</b> nel suo ambiente sociale in particolare perché certe necessità sono state create da quel tipo di vita sociale e questo fin dalla sua infanzia ed è raro che egli possa per appagare i suoi bisogni risolversi alla lotta quando la fuga non è efficace o non è possibile. Quando due individui hanno progetti diversi od uno stesso progetto ed entrano in competizione per realizzarlo ci sarà un vincitore e uno sconfitto si stabilisce un potere di un individuo sull’altro: la ricerca del potere in uno spazio che definiremo "il territorio" è la base fondamentale di tutti i comportamenti umani e questo nella completa incoscienza delle motivazioni.<br />
<b>NON esiste quindi l’"istinto della proprietà" come neppure l’"istinto del dominio".</b> <span style="font-size: xx-small;">(2)</span><br />
Esiste invece per il sistema nervoso di un individuo la necessità di conservare a propria disposizione un oggetto (cosa, essere) che è altresì desiderato, invidiato da un altro essere; ed egli lo sa perché lo ha imparato che in questa competizione se vorrà conservare l’essere o la cosa a sua disposizione dovrà dominare.<br />
<br />
<b>Abbiamo già detto che noi non siamo che gli altri.</b><span style="font-size: xx-small;">(3)</span><br />
Un bambino selvaggio abbandonato lontano dai suoi simili non diventerà mai un uomo non saprà mai camminare né parlare, si comporterà come una bestiolina.<br />
Grazie al linguaggio, la nostra specie ha potuto trasmettere di generazione in generazione tutta l’esperienza che si è creata nel corso di milioni di anni.<br />
L’ essere umano non può assicurarsi la sua sola sopravvivenza, ha bisogno degli altri per vivere, non sa fare tutto, non è onnisciente. Dalla più tenera età la sopravvivenza del gruppo è legata all’apprendimento da parte del piccolo dell’uomo di quanto è necessario per sopravvivere nella società: gli si insegna a non defecare nelle mutandine, a minzionare nel pitale, e poi, molto rapidamente gli si insegna come deve comportarsi perché la coesione del gruppo possa esistere; gli si insegna ciò che è, bene, male, giusto, sbagliato, bello e brutto. Gli si dice quello che deve fare e lo si punisce o lo si ricompensa a prescindere dalla sua ricerca personale del piacere;lo si punisce o lo si ricompensa in misura di quanto la sua azione è funzionale alla sopravvivenza del gruppo.<br />
<b>Il funzionamento del nostro sistema nervoso comincia appena ad essere capito</b>, solo da circa quarant’anni siamo pervenuti a capire come a partire dalle molecole chimiche che lo costituiscono e che ne formano la base si formano le vie nervose che saranno codificate, impregnate dal tirocinio culturale e tutto ciò in un meccanismo le cui dinamiche sfuggono alla coscienza, alla volontà ed al libero arbitrio.<br />
Ciò nondimeno le nostre pulsioni ed i nostri automatismi culturali saranno mascherati da un linguaggio, da un discorso logico.<br />
Il linguaggio in questo modo non contribuisce altro che a nascondere la causa dei predomini, dei meccanismi attraverso i quali questi predomini si creano, affermano, perpetrano e a illudere l’individuo e gli individui ad essi sottomessi che operando per il nucleo sociale perseguono il loro piacere, mentre invece mantengono delle situazioni gerarchiche celate sotto le mentite spoglie dei significanti degli alibi forniti dal linguaggio.<br />
In un’altra situazione, la porta che comunica tra i due scomparti è chiusa, il topo non può fuggire sarà quindi sottoposto all’ineludibile punizione che provocherà in lui un comportamento di inibizione: egli apprende che ogni azione è inefficace e che non può né fuggire né lottare: si inibisce.<br />
<br />
È questa inibizione, che nell’uomo si accompagna con quella che designiamo "angoscia".<br />
L’inibizione provoca altresì nel suo organismo delle profonde perturbazioni biologiche, omeostatiche cosicchè se egli viene a contatto con un microrganismo patogeno oppure ne era stato fino a quel momento portatore sano, mentre in una situazione normale il sistema immunitario attivandosi lo avrebbe neutralizzato, in questo caso, non reagendo, ne viene infettato.<br />
<br />
Nel caso di una cellula cancerogena che egli avrebbe distrutto si avrà un’evoluzione neoplastica, inoltre le alterazioni biologiche determineranno tutte quelle che noi definiamo "malattie psicosomatiche": ulcere gastrointestinali, ipertensione arteriosa, infarto, insonnia, emicrania, cefalea, anoressia, astenia, stress, malessere ecc.<br />
In questa terza situazione il topo non può fuggire, subirà quindi tutte le punizioni; ma si troverà di fronte un altro topo che gli servirà da avversario e in questo caso accetterà la lotta che se da un lato è completamente inefficace per evitare la punizione gli consente di agire: un sistema nervoso non serve che ad agire.<br />
Questo topo non avrà nessun disturbo patologico simile a quelli riscontrati nei casi precedenti; avrà mantenuto il suo equilibrio biologico nonostante abbia subito tutte le punizioni.<br />
Ciò che è possibile per un topo è praticamente impossibile per un uomo perché le leggi sociali dominanti proibiscono questa violenza difensiva.<br />
L’operaio, che subisce ogni giorno stimoli violenti, non può aggredire il suo capo reparto, né il socio azionista di maggioranza, né il presidente del consiglio d’amministrazione perché interverrebbe la polizia; non può fuggire perché sarebbe la disoccupazione per lui, il lastrico per la sua famiglia.<br />
È così, subendo lo stillicidio tutte le ore del giorno, tutti i giorni lavorativi della settimana, tutte le settimane del mese, tutti i mesi dell'anno, per tutti gli anni migliori della sua esistenza... egli è inibito all’azione.<br />
<b>L’uomo ha molti modi per lottare contro questa "inibizione ad agire". Può farlo attraverso l’aggressività.</b><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1GSyY1nKduje0jI2vPeAJQ6f0T5RVFuvwZZLjcpl586D-82ynPBS618tI6L25o94aiiZZQVdcWwtks2_sf7sea02gHmLCoeEOrn8XUTtdz034gzWD-SskNrIdQ_t8ne_DO99PcFFOWmPg/s1600/autaut.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="230" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1GSyY1nKduje0jI2vPeAJQ6f0T5RVFuvwZZLjcpl586D-82ynPBS618tI6L25o94aiiZZQVdcWwtks2_sf7sea02gHmLCoeEOrn8XUTtdz034gzWD-SskNrIdQ_t8ne_DO99PcFFOWmPg/s320/autaut.jpg" width="320" /></a></div><b> L'aggressività non è mai gradita</b>, è sempre in risposta ad una inibizione ad agire; si raggiunge un’esplosione aggressiva che raramente sortisce vantaggi ma che sul piano del funzionamento del sistema nervoso è perfettamente spiegabile.<br />
In qualunque situazione nella quale un individuo può venirsi a trovare di inibizione nella sua azione, le alterazioni biologiche che le accompagnano scateneranno sia l’insorgenza di malattie infettive o un quadro sintomatologico psichiatrico (nevrosi, psicosi).<br />
Quando l’aggressività non può più rivolgersi contro gli altri o sugli altri può ancora implodere sull’individuo stesso in due modi: si ammalerà convoglierà ad es. tutta la sua aggressività sul suo stomaco nel quale farà un buco, un’ulcera gastrica; sul suo cuore e sulla sua circolazione provocandosi un’infarto miocardico, un’ipertensione arteriosa, un’emorragia cerebrale; sul suo tessuto epidermico, una dermatosi ( psoriasi, orticaria), o broncospasmi con crisi d’asma.<br />
Il nostro soggetto potrà altresì orientare la sua aggressività contro se stesso in maniera ancor più efficace: può suicidarsi. Quando non si può essere aggressivi verso gli altri si può, con il gesto anticonservativo, essere aggressivi verso se stessi.<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgcV4vg3Le-lg21klFgpolMOCSxX3hKtyhBVwRPKoitjEGth26ruwmK9R452-EF17QLAQYqefoeumnlXmzgO4pczka9ah0V2XI2JMPSxjd1SqIM7XohbEdL9gkB_19wzEsu-9Qesk5AldP2/s1600/aggressivitate.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgcV4vg3Le-lg21klFgpolMOCSxX3hKtyhBVwRPKoitjEGth26ruwmK9R452-EF17QLAQYqefoeumnlXmzgO4pczka9ah0V2XI2JMPSxjd1SqIM7XohbEdL9gkB_19wzEsu-9Qesk5AldP2/s1600/aggressivitate.jpg" /></a> L’inconscio, costituisce uno strumento temibile, non tanto per il suo contenuto represso troppo doloroso da liberare per le sanzioni che comporterebbe da parte della socio-cultura, ma per tutto quanto al contrario è autorizzato e persino incentivato dalla stessa cultura dominante sedimentata nel cervello sin dalla nascita(a) ma della quale il cervello non è cosciente" benché agente; sulla quale il cervello non può esercitare alcuna funzione di controllo.<br />
Lo stesso atteggiamento di rifiuto nei confronti della socio-cultura dominante è soltanto apparentemente l’espressione di una scelta di campo avulsa dalle coordinate contestuali. In realtà, esso stesso in quanto "controtendenza" o tendenza "centrifuga" scaturisce da una più generale tendenza storicamente determinatasi e socialmente imposta.<br />
Ogni società è prodotto della storia, ogni soggetto un prodotto della società: ogni individuo è figlio del suo tempo.<br />
<b>"Ciò che di un individuo chiamiamo "personalità" si costruisce su una cianfrusaglia di giudizi di valore, di pregiudizi, di luoghi comuni che egli si trascina dietro e che col fluire del tempo diventano sempre più rigidi e sempre meno oggetto di revisioni critiche.</b> E, quando un solo mattone di questo edificio viene falsificato, tutto l’edificio crolla. Allora emerge l’angoscia. E, quest’angoscia non indietreggerà né di fronte al delitto per l’individuo né al genocidio o alla guerra per i gruppi sociali pur di esprimersi.<br />
Cominciamo a capire in virtù di quali meccanismi, attraverso la storia e nel presente si sono configurate le scale gerarchiche e di potere. Per andare sulla Luna bisogna conoscere le leggi gravitazionali, ciò non significa però liberarsene ma che si utilizzano per fare qualcos’altro.<br />
Fino a quando non si sarà diffuso estesamente tra gli organismi viventi della specie "homo sapiens, sapiens" il sistema di funzionamento del loro sistema nervoso centrale ed il modo nel quale essi lo utilizzano, riconoscendo che fino ad oggi ciò è avvenuto per dominare gli uni sugli altri ci sono poche possibilità che qualche cosa possa cambiare".<br />
<span style="font-size: x-small;"><br />
(H. Labory) Tratto dal film Mon oncle d’Amerique<br />
____________________________________________________________________<br />
<br />
Note:</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: x-small;">Georgij Plechanov</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: x-small;"><br />
</span> <span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: x-small;">(l) Ne <b><i>La concezione materialistica della storia</i></b> e in La funzione della personalità nella storia, Plechanov analizza i rapporti di proprietà e li illustra alla luce della scientificità del determinismo:</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: x-small;"><br />
</span> <span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: x-small;">"Il regime di proprietà dipende dal modo di produzione, poiché la ripartizione e il consumo delle ricchezze sono strettamente legate al modo di procurarsele. Tra i popoli primitivi di cacciatori, spesso si è obbligati a mettersi in molti per prendere la grossa selvaggina; così gli indigeni australiani cacciano il canguro in bande di parecchie decine di individui; gli esquimesi riuniscono tutta una flottiglia di canotti per la pesca della balena. I canguri catturati e le balene portate a riva sono considerate proprietà comune; ciascuno ne mangia secondo il suo appetito [....]. All'interno delle proprietà comuni certi oggetti servono unicamente all'individuo: i suoi vestiti, le sue armi, sono considerate proprietà individuale così come la tenda (la casa) e il mobilio sono proprietà della famiglia. Ugualmente, il canotto che serve a gruppi composti di cinque o sei uomini, appartiene in comune a queste persone.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: x-small;"><br />
</span> <span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: x-small;"><b>Quello che decide della proprietà è il modo di lavoro, il modo di produzione</b>.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: x-small;"><br />
</span> <span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: x-small;">Plechanov ne ricava quindi anche delle conclusioni antropologiche:</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: x-small;"><br />
</span> <span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: x-small;">"Ho intagliato un'ascia di selce con le mie mani, essa mi appartiene. Con mia moglie e i miei figli, abbiamo costruito la casa che dunque appartiene alla mia famiglia. Con la gente della comunità sono andato a caccia e gli animali abbattuti ci appartengono in comune. Gli animali che ho ucciso da solo sul territorio della comunità, sono miei, e se per caso l'animale ferito da me viene ferito da un altro, appartiene a tutti e due e la pelle va a chi gli ha dato il colpo di grazia. A questo fine ogni freccia porta il marchio del suo proprietario.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: x-small;"><br />
</span> <span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: x-small;"><b>Fatto davvero notevole:</b></span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: x-small;"><br />
</span> <span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: x-small;">presso i pellerossa d'America del nord, prima dell'introduzione delle armi da fuoco, la caccia al bisonte era regolamentata in modo assai rigoroso: se parecchie frecce erano penetrate nel corpo del bisonte, la loro reciproca posizione decideva a chi apparteneva questa o quella parte dell'animale abbattuto; la pelle apparteneva così a colui la cui freccia era penetrata più vicina al cuore. Ma dopo l'introduzione delle armi da fuoco, dato che le pallottole non portavano segni distintivi, la ripartizione del bisonte si faceva secondo parti uguali; esso era dunque considerato proprietà comune.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: x-small;"><br />
</span> <span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: x-small;">Con l'invasione della cultura cattolica tale processo evolutivo fu interrotto e soppresso.<br />
____________________________________________________________________</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: x-small;">(2): Sempre su: l'"istinto di proprietà" e "l'istinto del dominio".</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: x-small;"><br />
</span> <span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: x-small;"><b>La pretesa scientificità della necessità borghese viene ancora travolta da una ulteriore dimostrazione riservataci dall'antropologia.</b></span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: x-small;"><br />
</span> <span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: x-small;">Una popolazione [ nei pressi di Palawan - Filippine] sopravvissuta e scampata allo sterminio cattolico e cristiano, sopravvissuta e scampata all'annientamento dello "sviluppo" borghese è quella dei <a href="http://www.marcocavallini.it/tautbato.html" target="_blank">TAU'T BATO</a>:</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: x-small;"><br />
</span> <span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: x-small;">Veri e propri antenati dell'uomo da noi conosciuto; una comunità sopravvissuta all'estinzione-indotta che rappresenta un vero e proprio pezzo di archeologia umana.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: x-small;"><br />
</span> <span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: x-small;">Dalla documentazione [documentario realizzato dal Centro Studi e Ricerche Ligabue - Venezia], che le scuole e le università si guardano bene dal proporre in modo diffuso per via di certe implicazioni, emerge non solo l'importanza di una prova sulle tappe evolutive della specie, ma, soprattutto, la negazione della proprietà privata e del dominio come fatto "innato" o necessitato. "I Tau't Bato" non conoscono cosa sia la guerra e la famiglia, non per ragioni oscure, ma, perché non conoscono neppure la proprietà privata. I mezzi di sussistenza e gli attrezzi appartengono alla comunità, così come la promiscuità sessuale è vissuta come un fatto armonico ed organico alla comunità.<br />
____________________________________________________________________</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: x-small;">(3): <b>L'influenza e le infinite forme di interferenza della cultura dominante "sin dalla nascita" vanno intese tenendo conto, ovviamente, dell'habitat in cui agiscono.</b></span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: x-small;"><br />
</span> <span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: x-small;">È chiaro che se un bambino di New York, con i genitori che lavorano a Wall Street, dovesse essere allevato da un branco di scimmie... egli camminerebbe a quattro zampe e probabilmente ne acquisirebbe anche il linguaggio. Va quindi sfatata ogni ipotesi avulsa da ciò che è il condizionamento ed il determinismo progressivo che si attua attraverso un habitat.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: x-small;"><br />
</span> <span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: x-small;">Viceversa un bambino aborigeno allevato in tempo-utile da un'altra famiglia, e quindi da un habitat di una società altamente sviluppata, ne acquisisce tutti i condizionamenti classici di quella cultura dominante che condiziona tutti fin dalla nascita.</span><br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: x-small;"><br />
</span> <span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: x-small;">Questo è sufficiente ad inficiare quelle posizioni falsamente scientifiche che eludendo il determinismo materialistico, l'importanza-centralità dell'ambiente, appropriandosi di riferimenti alla genetica, giungono a <b>postulare astrazioni sulla superiorità o inferiorità di una razza</b> per sbragare definitivamente in finalismi o pretesti di carattere metafisico o razzistico.} </span><br />
<br />
<br />
<br />
<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br />
</span> <br />
<div style="background-color: black;"><br />
</div>Prometheo Ownerlesshttp://www.blogger.com/profile/11682586152169049368noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3065567461957733553.post-70686609986843946012013-04-04T09:00:00.000+02:002013-04-15T09:25:20.239+02:00Abolire le Province? Riordiniamo lo Stato!<div style="text-align: justify;">Sul filone delle riforme “piccolo-borghesi” che ho aperto con il post sul <a href="http://porciconleali.blogspot.com/2013/03/legge-elettore-camera-dei-deputati.html" target="_blank">proporzionale puro per la Camera dei Deputati</a> potrebbe esser sembrato che il secondo post sull'argomento fosse sulla legge elettorale per il Senato, infatti anch'io pensavo di darlo in pasto alla rete, ma ripensandoci avrei dovuto fare rimandi a post ancora non pubblicati per chiarire alcune questioni e quindi, anziché rimandare ad eventuali post futuri, ho preferito anticiparne la pubblicazione in modo da avere un percorso più lineare e coerente e così con questo post vorrei portare alla riflessione su una materia che sembra stare molto a cuore al popolino italico e, stando alle dichiarazioni, anche alla maggior parte dei partiti dello scenario italiano: l'abolizione delle Province(o chi preferisce Provincie).</div><a name='more'></a><br />
<div style="text-align: justify;">Parto dal presupposto che anch'io sarei favorevole all'abolizione delle Province, ma sono ormai mesi che rifletto da solo, talvolta a voce alta come un pazzo, se in Italia non abbiamo forse bisogno più di una riforma radicale dell'intero assetto amministrativo della Repubblica e risolvere gli orrori della Bicamerale che una semplice abolizione di un ente; più passa il tempo più mi rendo conto che forse sono nel giusto, sembra che l'argomentazione principale e unica a sostegno dell'eliminazione delle Province sia il fatto che siano inutili, secondo me non sono proprio del tutto inutili, ci sono competenze che spettano alle Province e che dovrebbero essere poi ripartite ad altri enti e con esse personale e uffici, casomai diventano inutili per interessi di classe che sulla questione Province in linea di massima coincidono, infatti sia chi sposa l'ideologia neoliberista, che vede troppa burocrazia e costi nelle province, e sia chi nella troppa frammentazione amministrativa trova un ostacolo che rallenta i processi decisionali democratici e che soffoca qualsiasi iniziativa individuale o di gruppo di esercizio democratico sembrano coincidere su questa abolizione della province, qualcosa bisognerà pur fare.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Anche qui voglio proporre delle linee-guida, spero che nessuno pensi che con un post su un blog si possa davvero proporre una riforma “bellaefatta”, quello che segue presuppone una riforma costituzionale <a href="http://www.quirinale.it/qrnw/statico/costituzione/costituzione.htm#P2T5" target="_blank">dell'attuale Titolo V della Costituzione</a> e in un certo senso tornare quasi al precedente Titolo V, i principi e le riflessioni su cui si basano le mie proposte riguardano soprattutto la realtà contemporanea, senza mettere in mezzo l'UE, reputo che oggi uno Stato moderno non può avere ben 4 livelli amministrativi(Stato, Regioni, Province e Città metropolitane e Comuni).</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Attualmente le province sono 110 con una media di numero abitanti pari a 551.149,27 e solo dieci di queste superano il milione di abitanti(Roma, Milano, Napoli, Bari, Bergamo, Brescia, Catania, Palermo, Salerno, Torino) con altre(Firenze, Bologna e diverse province settentrionali) che solo per una manciata di abitanti non sforano l'agognato traguardo del milione di abitanti, questa piccola fotografia mi serve per cominciare ad introdurre le modifiche che ho in testa: in base a criteri demografici già possiamo abolire le province che fanno capo a grandi centri urbani che avranno lo status di Città, sulla falsa riga di come già avviene per Roma, </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Una volta stabilite le cosiddette Città non ci rimane che dividere il restante territorio e popolazione in Province che devono seguire un criterio coerente di territorialità ed essere, per quanto la geografia lo permetta, omogenee per numero di abitanti e non aggregare le singole province solo su carta, come ha tentato di fare il governo Monti, prendendo in “analisi” un paio di esempi pratici di “cose che conosco”: l'Abruzzo è una regione che conta all'incirca 1 milione e 300 mila abitanti che può essere divisa, secondo la mia logica in due province, a differenza delle attuali quattro, da poco più di 600 mila abitanti, una regione adriatica e una appenninica, oppure, come ho fatto per questo articolo, aggregare idealmente il Molise all'Abruzzo e poi ridividerli in due province con Chieti che diventi parte di un'immaginaria Provincia dell'Abruzzo meridionale, mentre Teramo, Pescara e L'Aquila formerebbero insieme l'immaginaria Provincia dell'Abruzzo settentrionale, ma sono ipotesi, con un po' di razionalità e meno campanilismo sono convinto che ogni lettore di qualsiasi parte d'Italia possa riuscire ad immaginare per le sue terre un riordino amministrativo delle province più coerente, per territorio e numero abitanti, di quanto possa fare un freddo burocrate ministeriale, ma qua rimando al mio lavoro “grafico” su come riorganizzare la geografia politica della Repubblica.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Vorrei che si rifletta sull'opportunità di una profonda riforma amministrativa della Repubblica Italiana e non una banale, a tratti demagogica, “abolizione delle province”, quindi io proporrei prima di tutto una riforma dell'art.114 Cost. che per me dovrebbe essere così, una volta riformato:<br />
<blockquote class="tr_bq"><i>La Repubblica è costituita dallo Stato, dalle Province e Città e dai Comuni.</i> </blockquote>Salta subito all'occhio come abbia eliminato le Regioni, infatti la mia idea è di eliminarle, introdotte solo recentemente nella storia millenaria italiana, e avere Città e Province e sotto queste i Comuni o Municipi, seguendo l'esempio di Abruzzo e Molise di cui sopra, riguardo alla nuova riorganizzazione delle Province, reputo che tra Città e Province potremmo arrivare ad un numero tra 50 e 70 enti come secondo livello amministrativo dello Stato, le Città, poniamo criterio di mezzo milione di abitanti, sarebbero sei e il resto della popolazione lo si divide, per quanto possibile, in province con non meno di mezzo milione di abitante(così facendo, se controllate, avremmo pressapoco lo stesso numero di province attuali, quindi sarebbe meglio intendere il criterio di 500 mila abitanti come numero <b>minimo</b> per la costituzione di una provincia, che invece dovrebbe prevedere un numero vicino al milione di abitanti e così ci avvicinano all'intervallo di 50-70 tra Province e Città), cerchiamo di arrivare ad una sintesi: eliminiamo le Regioni e ci sbarazziamo di 20 enti di secondo livello, riorganizziamo le attuali 110 province per avere 6 Città, o al massimo una decina, e una sessantina circa di Province, una via di mezzo tre le province e regioni attuali per numero di abitanti e superficie. Come la intendo e propongo io la Città è un unico ente, pensiamo a Roma, cancelliamone l'ente Provincia, la Città avrebbe poi “giurisdizione” anche su quella che oggi è sotto la Provincia, l'istituzione di Città è molto semplice per Milano e Napoli dove il territorio provinciale è poco esteso ed è molto connesso con il centro cittadino, per questo Roma potrebbe subire perdite territoriali a favore delle altre Province laziali, per altre province dove ci sono città molto popolate(poniamo criterio sopra ai 250 mila abitanti) e/o un rapporto fra abitanti del capoluogo e abitanti della provincia non inferiore al 25%(esempio Palermo come comune conta più di mezzo milione di abitanti ed è il 50% della popolazione dell'intera provincia palermitana, che è territorialmente molto estesa, può essere considerata Città che ha “giurisdizione” sia sull'attuale comune che nel territorio provinciale), seguendo questi principi si potrà arrivare a individuare una dozzina di Città: Roma, Milano, Napoli, Torino, Genova, Bari, Palermo, Catania, Venezia, Firenze, Bologna, Verona, Genova, se non si vuole essere rigidi e basare questa “selezione” di città su criteri più flessibili e anche di territorialità metteremmo nell'elenco città come Trieste, sotto i 250mila abitanti, ma la cui popolazione comunale è l'85% di quella dell'intera provincia, invece qualcuno potrebbe giustamente obiettare che province con ampia superficie come Torino o Palermo non possano gestire come città quel territorio se non scisso dall'ente che governa il comune, ma io qua non voglio ora determinare con certezza queste città, ma comunicare che basandoci su criteri di popolosità, territorialità, rapporto abitanti fra i due livelli amministrativi, criteri storiografici, culturali, economici ecc., possiamo individuare tra gli attuali capoluoghi le future Città che andranno in un colpo solo a sostituire sia la Provincia che il Comune(e le Regioni, ma è a questo punto dovrebbe esser pacifico che sono le Regioni che andrei ad eliminare del tutto con un colpo di spugna), insomma una sorta di Città-Stato all'interno della Repubblica; se questa proposta sembra idiota o non percorribile s'intenda il discorso di questo paragrafo come un metodo per trovare con certezza tra le attuali Province quelle che non saranno incorporate da altre o fuse con altre, ma rimarranno e, semmai, saranno queste Province ad incorporare le confinanti, se necessario.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Organizziamo le nuove Province partendo da quelle che ci sono ora, anziché mettere una fredda tabella ho preferito dare in pasto la nostra penisola “colorata” con criterio e l'elemento grafico per trovare relazioni fra gli oggetti di analisi lo reputo meglio dei numeri per dare una "visione globale", l'immagine fornisce, sempre graficamente, anche la superficie e possiamo farci idee sulla densità abitativa, nella prima immagine sono indicate anche le maggiori città italiane. (Chiedo venia se ho omesso qualche cittadina importante o sbagliato qualcosa).</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEih7OXvwiu_t2P_RI7V-PFF6hmbZvHLMqeSVr46JxBHlT-r4AQf3czSfpgsXynVM6ZEX_iNXkGRHNoqTHisggCg8k3G4gj0qO9zmW9poisshxTjcHQkzSB_ZkqtdUCNygUOMGa2YRoKmU_w/s1600/Province+e+Citt%C3%A0_Legenda.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEih7OXvwiu_t2P_RI7V-PFF6hmbZvHLMqeSVr46JxBHlT-r4AQf3czSfpgsXynVM6ZEX_iNXkGRHNoqTHisggCg8k3G4gj0qO9zmW9poisshxTjcHQkzSB_ZkqtdUCNygUOMGa2YRoKmU_w/s400/Province+e+Citt%C3%A0_Legenda.png" width="400" /></a></div><div style="text-align: justify;">Ciò che salta all'occhio è la grande frammentazione(giustificata solo dall'esistenza dell'ente Regione), poca omogeneità tra province di una stessa regione(pensare a Nuoro e Cagliari, Enna e Catania, Rieti e Roma, Vercelli e Torino ecc.), più di 2/3 delle province attuali non supera i 500 mila abitanti, al nord ci sono centri urbani più popolosi rispetto al sud, quindi nella riorganizzazione al sud e al nord potremmo avere due problemi simili, ma opposti: al nord dover scegliere chi sacrificare togliendo il capoluogo e al sud quale cittadina fare capoluogo, ma non tratterò la questione dei capoluoghi. Partendo dall'immagine sopra stabiliamo alcune cose con certezza: le province in bianco sono sicuramente da accorpare ad altre o fra loro e le province in rosa sono sicuramente da accorpare, ma potrebbero fungere da provincia “madre”, quelle in rosso potrebbero rimanere così come sono, ma generalmente nell'accorpamento fra province queste hanno la precedenza sulle prime due, infine quelle in bordeaux e marrone fungeranno quasi esclusivamente da provincia “madre”, ma vedrete che ho fatto eccezioni. Divertendomi sono riuscito ad ottenere 57 province(inclusa Aosta), prima di farvi arrivare all'immagine mi preme dire alcune, non tutte, cose riguardo a come ho riorganizzato le province: non ho potuto aggregare per avere omogeneità assoluta di popolosità, la Calabria l'ho divisa in 3 province, ma potrebbe essere divisa in 2, discorso uguale per le province emiliane, Varese, Como, Monza e Lecco le ho messo in un'unica provincia, ma possono essere divise in due, Sondrio l'ho messa sotto Bergamo, ma il territorio potrebbe essere “spacchettato” fra le altre, Abruzzo e Molise l'ho fusi per poi ridividerli, cosa che avrei fatto anche per un altro paio di regioni(Umbria e Lazio), ma non volevo toccare sentimentalismi regionali e quindi mi sono fermato alle "mie zone" per riorganizzazioni troppo radicali, Aosta l'ho lasciata così com'è, per altro invito a guardare direttamente all'immagine delle “Nuove Province” che segue.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhE4uMXCYVLeCLVRxkxNFt40Bc6h_oiLetZJe0oISakQ-SpXVDWOi4q2z12Q2-ag49cF5DdJojotPUfANdIonIaY988_AxmKH-MvPYL_wy1aER_t7Ex6rzsHFVe_mOf-S61DGrKkuIG6Os1/s1600/Province_riformate_2.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhE4uMXCYVLeCLVRxkxNFt40Bc6h_oiLetZJe0oISakQ-SpXVDWOi4q2z12Q2-ag49cF5DdJojotPUfANdIonIaY988_AxmKH-MvPYL_wy1aER_t7Ex6rzsHFVe_mOf-S61DGrKkuIG6Os1/s400/Province_riformate_2.png" width="400" /></a></div><div style="text-align: justify;">Se si ha interesse metto anche l'elenco delle “Nuove Province” con relativa popolazione, dove compare il nome della Regione sono accorpamenti, mentre dove compare il nome di una Provincia oggi esistente si tratta di una che è rimasta tale oppure che ne ha incorporato altre fungendo da provincia "madre".</div><table border="1" cellpadding="1" cellspacing="3" cols="2" frame="void" rules="none" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: left; width: 234px;"><colgroup><col width="142"></col><col width="74"></col></colgroup> <tbody>
<tr> <td style="height: 18px; text-align: left; width: 156px;"><br />
Province</td> <td align="left" style="width: 74px;">Pop</td></tr>
<tr><td sdnum="1040;0;#.##0,00" style="height: 18px; text-align: left; width: 156px;"><span style="font-family: Times New Roman;">Roma</span></td> <td align="right" sdnum="1040;0;#.##0" sdval="4194068" style="width: 74px;"><span style="font-family: Times New Roman;">4.194.068</span></td> </tr>
<tr> <td sdnum="1040;0;#.##0,00" style="height: 18px; text-align: left; width: 156px;"><span style="font-family: Times New Roman;">Milano</span></td> <td align="right" sdnum="1040;0;#.##0" sdval="3156694" style="width: 74px;"><span style="font-family: Times New Roman;">3.156.694</span></td> </tr>
<tr> <td sdnum="1040;0;#.##0,00" style="height: 18px; text-align: left; width: 156px;"><span style="font-family: Times New Roman;">Napoli</span></td> <td align="right" sdnum="1040;0;#.##0" sdval="3080873" style="width: 74px;"><span style="font-family: Times New Roman;">3.080.873</span></td> </tr>
<tr> <td sdnum="1040;0;#.##0,00" style="height: 21px; text-align: left; width: 156px;"><span style="font-family: Times New Roman;">Lombardia settentrionale</span></td> <td align="right" sdnum="1040;0;#.##0" sdval="2668076" style="width: 74px;"><span style="font-family: Times New Roman;">2.668.076</span></td> </tr>
<tr> <td sdnum="1040;0;#.##0,00" style="height: 18px; text-align: left; width: 156px;"><span style="font-family: Times New Roman;">Torino</span></td> <td align="right" sdnum="1040;0;#.##0" sdval="2302353" style="width: 74px;"><span style="font-family: Times New Roman;">2.302.353</span></td> </tr>
<tr> <td sdnum="1040;0;#.##0,00" style="height: 18px; text-align: left; width: 156px;"><span style="font-family: Times New Roman;">Veneto occidentale</span></td> <td align="right" sdnum="1040;0;#.##0" sdval="1790898" style="width: 74px;"><span style="font-family: Times New Roman;">1.790.898</span></td> </tr>
<tr> <td sdnum="1040;0;#.##0,00" style="height: 17px; text-align: left; width: 156px;"><span style="font-family: Times New Roman;">Bergamo</span></td> <td align="right" sdnum="1040;0;#.##0" sdval="1281909" style="width: 74px;"><span style="font-family: Times New Roman;">1.281.909</span></td> </tr>
<tr> <td sdnum="1040;0;#.##0,00" style="height: 17px; text-align: left; width: 156px;"><span style="font-family: Times New Roman;">Bari</span></td> <td align="right" sdnum="1040;0;#.##0" sdval="1258706" style="width: 74px;"><span style="font-family: Times New Roman;">1.258.706</span></td> </tr>
<tr> <td sdnum="1040;0;#.##0,00" style="height: 17px; text-align: left; width: 156px;"><span style="font-family: Times New Roman;">Brescia</span></td> <td align="right" sdnum="1040;0;#.##0" sdval="1256025" style="width: 74px;"><span style="font-family: Times New Roman;">1.256.025</span></td> </tr>
<tr> <td sdnum="1040;0;#.##0,00" style="height: 17px; text-align: left; width: 156px;"><span style="font-family: Times New Roman;">Piemonte meridionale</span></td> <td align="right" sdnum="1040;0;#.##0" sdval="1254603" style="width: 74px;"><span style="font-family: Times New Roman;">1.254.603</span></td> </tr>
<tr> <td sdnum="1040;0;#.##0,00" style="height: 17px; text-align: left; width: 156px;"><span style="font-family: Times New Roman;">Palermo</span></td> <td align="right" sdnum="1040;0;#.##0" sdval="1249577" style="width: 74px;"><span style="font-family: Times New Roman;">1.249.577</span></td> </tr>
<tr> <td sdnum="1040;0;#.##0,00" style="height: 17px; text-align: left; width: 156px;"><span style="font-family: Times New Roman;">Firenze</span></td> <td align="right" sdnum="1040;0;#.##0" sdval="1247873" style="width: 74px;"><span style="font-family: Times New Roman;">1.247.873</span></td> </tr>
<tr> <td sdnum="1040;0;#.##0,00" style="height: 17px; text-align: left; width: 156px;"><span style="font-family: Times New Roman;">Veneto meridionale</span></td> <td align="right" sdnum="1040;0;#.##0" sdval="1182100" style="width: 74px;"><span style="font-family: Times New Roman;">1.182.100</span></td> </tr>
<tr> <td sdnum="1040;0;#.##0,00" style="height: 17px; text-align: left; width: 156px;"><span style="font-family: Times New Roman;">Sicilia occidentale</span></td> <td align="right" sdnum="1040;0;#.##0" sdval="1162355" style="width: 74px;"><span style="font-family: Times New Roman;">1.162.355</span></td> </tr>
<tr> <td sdnum="1040;0;#.##0,00" style="height: 17px; text-align: left; width: 156px;"><span style="font-family: Times New Roman;">Salerno</span></td> <td align="right" sdnum="1040;0;#.##0" sdval="1109705" style="width: 74px;"><span style="font-family: Times New Roman;">1.109.705</span></td> </tr>
<tr> <td sdnum="1040;0;#.##0,00" style="height: 17px; text-align: left; width: 156px;"><span style="font-family: Times New Roman;">Genova</span></td> <td align="right" sdnum="1040;0;#.##0" sdval="1106234" style="width: 74px;"><span style="font-family: Times New Roman;">1.106.234</span></td> </tr>
<tr> <td sdnum="1040;0;#.##0,00" style="height: 17px; text-align: left; width: 156px;"><span style="font-family: Times New Roman;">Veneto orientale</span></td> <td align="right" sdnum="1040;0;#.##0" sdval="1101723" style="width: 74px;"><span style="font-family: Times New Roman;">1.101.723</span></td> </tr>
<tr> <td sdnum="1040;0;#.##0,00" style="height: 17px; text-align: left; width: 156px;"><span style="font-family: Times New Roman;">Catania</span></td> <td align="right" sdnum="1040;0;#.##0" sdval="1090101" style="width: 74px;"><span style="font-family: Times New Roman;">1.090.101</span></td> </tr>
<tr> <td sdnum="1040;0;#.##0,00" style="height: 17px; text-align: left; width: 156px;"><span style="font-family: Times New Roman;">Lazio meridionale</span></td> <td align="right" sdnum="1040;0;#.##0" sdval="1053859" style="width: 74px;"><span style="font-family: Times New Roman;">1.053.859</span></td> </tr>
<tr> <td sdnum="1040;0;#.##0,00" style="height: 17px; text-align: left; width: 156px;"><span style="font-family: Times New Roman;">Puglia settentrionale</span></td> <td align="right" sdnum="1040;0;#.##0" sdval="1033699" style="width: 74px;"><span style="font-family: Times New Roman;">1.033.699</span></td> </tr>
<tr> <td sdnum="1040;0;#.##0,00" style="height: 17px; text-align: left; width: 156px;"><span style="font-family: Times New Roman;">Bologna</span></td> <td align="right" sdnum="1040;0;#.##0" sdval="991924" style="width: 74px;"><span style="font-family: Times New Roman;">991.924</span></td> </tr>
<tr> <td sdnum="1040;0;#.##0,00" style="height: 17px; text-align: left; width: 156px;"><span style="font-family: Times New Roman;">Toscana occidentale</span></td> <td align="right" sdnum="1040;0;#.##0" sdval="988894" style="width: 74px;"><span style="font-family: Times New Roman;">988.894</span></td> </tr>
<tr> <td sdnum="1040;0;#.##0,00" style="height: 17px; text-align: left; width: 156px;"><span style="font-family: Times New Roman;">Puglia centrale</span></td> <td align="right" sdnum="1040;0;#.##0" sdval="983257" style="width: 74px;"><span style="font-family: Times New Roman;">983.257</span></td> </tr>
<tr> <td sdnum="1040;0;#.##0,00" style="height: 17px; text-align: left; width: 156px;"><span style="font-family: Times New Roman;">Abruzzo settentrionale</span></td> <td align="right" sdnum="1040;0;#.##0" sdval="945243" style="width: 74px;"><span style="font-family: Times New Roman;">945.243</span></td> </tr>
<tr> <td sdnum="1040;0;#.##0,00" style="height: 17px; text-align: left; width: 156px;"><span style="font-family: Times New Roman;">Caserta</span></td> <td align="right" sdnum="1040;0;#.##0" sdval="916467" style="width: 74px;"><span style="font-family: Times New Roman;">916.467</span></td> </tr>
<tr> <td sdnum="1040;0;#.##0,00" style="height: 17px; text-align: left; width: 156px;"><span style="font-family: Times New Roman;">Umbria</span></td> <td align="right" sdnum="1040;0;#.##0" sdval="906486" style="width: 74px;"><span style="font-family: Times New Roman;">906.486</span></td> </tr>
<tr> <td sdnum="1040;0;#.##0,00" style="height: 17px; text-align: left; width: 156px;"><span style="font-family: Times New Roman;">Piemonte orientale</span></td> <td align="right" sdnum="1040;0;#.##0" sdval="900379" style="width: 74px;"><span style="font-family: Times New Roman;">900.379</span></td> </tr>
<tr> <td sdnum="1040;0;#.##0,00" style="height: 17px; text-align: left; width: 156px;"><span style="font-family: Times New Roman;">Toscana settentrionale</span></td> <td align="right" sdnum="1040;0;#.##0" sdval="890757" style="width: 74px;"><span style="font-family: Times New Roman;">890.757</span></td> </tr>
<tr> <td sdnum="1040;0;#.##0,00" style="height: 17px; text-align: left; width: 156px;"><span style="font-family: Times New Roman;">Venezia</span></td> <td align="right" sdnum="1040;0;#.##0" sdval="863133" style="width: 74px;"><span style="font-family: Times New Roman;">863.133</span></td> </tr>
<tr> <td sdnum="1040;0;#.##0,00" style="height: 17px; text-align: left; width: 156px;"><span style="font-family: Times New Roman;">Udine</span></td> <td align="right" sdnum="1040;0;#.##0" sdval="856845" style="width: 74px;"><span style="font-family: Times New Roman;">856.845</span></td> </tr>
<tr> <td sdnum="1040;0;#.##0,00" style="height: 17px; text-align: left; width: 156px;"><span style="font-family: Times New Roman;">Cagliari</span></td> <td align="right" sdnum="1040;0;#.##0" sdval="853394" style="width: 74px;"><span style="font-family: Times New Roman;">853.394</span></td> </tr>
<tr> <td sdnum="1040;0;#.##0,00" style="height: 17px; text-align: left; width: 156px;"><span style="font-family: Times New Roman;">Marche settentrionali</span></td> <td align="right" sdnum="1040;0;#.##0" sdval="847991" style="width: 74px;"><span style="font-family: Times New Roman;">847.991</span></td> </tr>
<tr> <td sdnum="1040;0;#.##0,00" style="height: 21px; text-align: left; width: 156px;"><span style="font-family: Times New Roman;">Messina</span></td> <td align="right" sdnum="1040;0;#.##0" sdval="826222" style="width: 74px;"><span style="font-family: Times New Roman;">826.222</span></td> </tr>
<tr> <td sdnum="1040;0;#.##0,00" style="height: 17px; text-align: left; width: 156px;"><span style="font-family: Times New Roman;">Sassari</span></td> <td align="right" sdnum="1040;0;#.##0" sdval="822017" style="width: 74px;"><span style="font-family: Times New Roman;">822.017</span></td> </tr>
<tr> <td sdnum="1040;0;#.##0,00" style="height: 17px; text-align: left; width: 156px;"><span style="font-family: Times New Roman;">Lecce</span></td> <td align="right" sdnum="1040;0;#.##0" sdval="815597" style="width: 74px;"><span style="font-family: Times New Roman;">815.597</span></td> </tr>
<tr> <td sdnum="1040;0;#.##0,00" style="height: 17px; text-align: left; width: 156px;"><span style="font-family: Times New Roman;">Lombardia orientale</span></td> <td align="right" sdnum="1040;0;#.##0" sdval="779048" style="width: 74px;"><span style="font-family: Times New Roman;">779.048</span></td> </tr>
<tr> <td sdnum="1040;0;#.##0,00" style="height: 17px; text-align: left; width: 156px;"><span style="font-family: Times New Roman;">Lombardia occidentale</span></td> <td align="right" sdnum="1040;0;#.##0" sdval="775962" style="width: 74px;"><span style="font-family: Times New Roman;">775.962</span></td> </tr>
<tr> <td sdnum="1040;0;#.##0,00" style="height: 17px; text-align: left; width: 156px;"><span style="font-family: Times New Roman;">Romagna settentrionale</span></td> <td align="right" sdnum="1040;0;#.##0" sdval="752452" style="width: 74px;"><span style="font-family: Times New Roman;">752.452</span></td> </tr>
<tr> <td sdnum="1040;0;#.##0,00" style="height: 17px; text-align: left; width: 156px;"><span style="font-family: Times New Roman;">Cosenza</span></td> <td align="right" sdnum="1040;0;#.##0" sdval="734656" style="width: 74px;"><span style="font-family: Times New Roman;">734.656</span></td> </tr>
<tr> <td sdnum="1040;0;#.##0,00" style="height: 17px; text-align: left; width: 156px;"><span style="font-family: Times New Roman;">Emilia occidentale</span></td> <td align="right" sdnum="1040;0;#.##0" sdval="731995" style="width: 74px;"><span style="font-family: Times New Roman;">731.995</span></td> </tr>
<tr> <td sdnum="1040;0;#.##0,00" style="height: 17px; text-align: left; width: 156px;"><span style="font-family: Times New Roman;">Irpinia</span></td> <td align="right" sdnum="1040;0;#.##0" sdval="727011" style="width: 74px;"><span style="font-family: Times New Roman;">727.011</span></td> </tr>
<tr> <td sdnum="1040;0;#.##0,00" style="height: 17px; text-align: left; width: 156px;"><span style="font-family: Times New Roman;">Romagna meridionale</span></td> <td align="right" sdnum="1040;0;#.##0" sdval="724791" style="width: 74px;"><span style="font-family: Times New Roman;">724.791</span></td> </tr>
<tr> <td sdnum="1040;0;#.##0,00" style="height: 17px; text-align: left; width: 156px;"><span style="font-family: Times New Roman;">Sicilia meridionale</span></td> <td align="right" sdnum="1040;0;#.##0" sdval="722820" style="width: 74px;"><span style="font-family: Times New Roman;">722.820</span></td> </tr>
<tr> <td sdnum="1040;0;#.##0,00" style="height: 17px; text-align: left; width: 156px;"><span style="font-family: Times New Roman;">Piceno</span></td> <td align="right" sdnum="1040;0;#.##0" sdval="717344" style="width: 74px;"><span style="font-family: Times New Roman;">717.344</span></td> </tr>
<tr> <td sdnum="1040;0;#.##0,00" style="height: 20px; text-align: left; width: 156px;"><span style="font-family: Times New Roman;">Abruzzo meridionale</span></td> <td align="right" sdnum="1040;0;#.##0" sdval="716903" style="width: 74px;"><span style="font-family: Times New Roman;">716.903</span></td> </tr>
<tr> <td sdnum="1040;0;#.##0,00" style="height: 17px; text-align: left; width: 156px;"><span style="font-family: Times New Roman;">Calabria Centrale</span></td> <td align="right" sdnum="1040;0;#.##0" sdval="709762" style="width: 74px;"><span style="font-family: Times New Roman;">709.762</span></td> </tr>
<tr> <td sdnum="1040;0;#.##0,00" style="height: 17px; text-align: left; width: 156px;"><span style="font-family: Times New Roman;">Modena</span></td> <td align="right" sdnum="1040;0;#.##0" sdval="700913" style="width: 74px;"><span style="font-family: Times New Roman;">700.913</span></td> </tr>
<tr> <td sdnum="1040;0;#.##0,00" style="height: 17px; text-align: left; width: 156px;"><span style="font-family: Times New Roman;">Toscana orientale</span></td> <td align="right" sdnum="1040;0;#.##0" sdval="622289" style="width: 74px;"><span style="font-family: Times New Roman;">622.289</span></td> </tr>
<tr> <td sdnum="1040;0;#.##0,00" style="height: 17px; text-align: left; width: 156px;"><span style="font-family: Times New Roman;">Basilicata</span></td> <td align="right" sdnum="1040;0;#.##0" sdval="587517" style="width: 74px;"><span style="font-family: Times New Roman;">587.517</span></td> </tr>
<tr> <td sdnum="1040;0;#.##0,00" style="height: 17px; text-align: left; width: 156px;"><span style="font-family: Times New Roman;">Reggio Calabria</span></td> <td align="right" sdnum="1040;0;#.##0" sdval="566977" style="width: 74px;"><span style="font-family: Times New Roman;">566.977</span></td> </tr>
<tr> <td sdnum="1040;0;#.##0,00" style="height: 17px; text-align: left; width: 156px;"><span style="font-family: Times New Roman;">Reggio Emilia</span></td> <td align="right" sdnum="1040;0;#.##0" sdval="530343" style="width: 74px;"><span style="font-family: Times New Roman;">530.343</span></td> </tr>
<tr> <td sdnum="1040;0;#.##0,00" style="height: 17px; text-align: left; width: 156px;"><span style="font-family: Times New Roman;">Trento</span></td> <td align="right" sdnum="1040;0;#.##0" sdval="529457" style="width: 74px;"><span style="font-family: Times New Roman;">529.457</span></td> </tr>
<tr> <td sdnum="1040;0;#.##0,00" style="height: 17px; text-align: left; width: 156px;"><span style="font-family: Times New Roman;">Liguria occidentale</span></td> <td align="right" sdnum="1040;0;#.##0" sdval="510554" style="width: 74px;"><span style="font-family: Times New Roman;">510.554</span></td> </tr>
<tr> <td sdnum="1040;0;#.##0,00" style="height: 17px; text-align: left; width: 156px;"><span style="font-family: Times New Roman;">Bolzano</span></td> <td align="right" sdnum="1040;0;#.##0" sdval="507657" style="width: 74px;"><span style="font-family: Times New Roman;">507.657</span></td> </tr>
<tr> <td sdnum="1040;0;#.##0,00" style="height: 17px; text-align: left; width: 156px;"><span style="font-family: Times New Roman;">Lazio settentrionale</span></td> <td align="right" sdnum="1040;0;#.##0" sdval="480761" style="width: 74px;"><span style="font-family: Times New Roman;">480.761</span></td> </tr>
<tr> <td sdnum="1040;0;#.##0,00" style="height: 17px; text-align: left; width: 156px;"><span style="font-family: Times New Roman;">Trieste</span></td> <td align="right" sdnum="1040;0;#.##0" sdval="378963" style="width: 74px;"><span style="font-family: Times New Roman;">378.963</span></td> </tr>
</tbody> </table><div style="text-align: justify;"><br />
A questo punto mi piace mostrare un'altra cartina, stavolta prendendo quella delle “Nuove Province” e evidenziando come nella prima immagine postata la popolosità attuale.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixpgvAfEydu5o7BIjZCA5MiUIQzbCZlsBC3VE9s-nFItsNSuVY9rLly2dF0AQk66yocfqvtwsWE8D2ceb3DYihg8dRoKybCAxExrp8riKVV7QLn1TpM2bDRSrKJ08ILHR8nBYwYzwPXKk8/s1600/Province_riformate_popolosit%C3%A0_Legenda.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixpgvAfEydu5o7BIjZCA5MiUIQzbCZlsBC3VE9s-nFItsNSuVY9rLly2dF0AQk66yocfqvtwsWE8D2ceb3DYihg8dRoKybCAxExrp8riKVV7QLn1TpM2bDRSrKJ08ILHR8nBYwYzwPXKk8/s400/Province_riformate_popolosit%C3%A0_Legenda.png" width="400" /></a></div><div style="text-align: justify;">La cartina ora è più omogenea, qualcuno potrebbe notare la differente legenda e quindi imputare a questo artificio grafico l'omogeneità, ma se abbiamo letto con attenzione ho già ribadito che 500 mila dovrebbe essere il numero di abitanti minimo per costituire una provincia(solo l'accorpamento di Viterbo e Rieti non da i frutti sperati, si potrebbe staccare Terni dall'Umbria per esempio, ma non conosco il livello campanilistico di quelle zone), le “Nuove Province” sono 56 + 1(Aosta) di cui 32 hanno una popolazione tra 750 mila e 1 milione e mezzo di abitanti, solo 6 superano quest'ultima soglia e solo Roma, Milano e Napoli la doppiano, 16 regioni hanno tra i 500 mila e 750 mila abitanti, da questa mia personale soluzione possiamo apportare modifiche e aggregare, come già spiegato sopra, altre province qui in rosa, ma penso che un riordino generale seguirà pressapoco un percorso simile a quello che ho seguito per questo post.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Per ciò che concerne le competenze a mio riguardo la questione è semplice da trattare a livello discorsivo, serve una semplificazione dell'art. 117 Cost., non so se sembrerà centralista o al contrario federalista, ma secondo me la questione è molto chiara: allo Stato spetta la competenza esclusiva sulla politica estera, politiche economiche e monetarie, ordine pubblico, difesa, immigrazione, indirizzo generale dell'istruzione e sanità, giustizia, riforme elettorali, previdenza sociale alla Provincia invece spetterebbe la competenza per la polizia locale, manutenzione stradale, organizzazione scolastica e sanitaria, gestione rifiuti, urbanistica, ma in linea generale sarei più propenso, tranne alcune competenze di cui non a caso le ho inserite come competenze esclusiva, ad una competenza concorrente quasi assoluta, con lo Stato che detta i principi generali e le Province che hanno ampia libertà esecutiva e legislativa senza andare in contrasto però con la legge statale.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Riassumo: Eliminiamo le Regioni, riorganizziamo le Province affinchè ciascuna abbia un <b>minimo</b> di 500 mila abitanti, intorno al milione di abitanti sarebbe ottimale, costituiamo anche le Città che sostituirebbero sia la Provincia e il Comune attuali(sono convinto che Milano, Roma e Napoli possono essere tranquillamente Città già oggi e come le ho intese io qui nel post), avremo una Repubblica così ripartita: Stato, Città e Province, Comuni e Municipi(i Comuni nelle Città). Siccome tutto ciò comporta anche vite umane, vere, e non solo una colorata cartina, c'è il problema dei lavoratori di questi enti(del personale politico possiamo sbattercene) che non possono essere lasciati per strada, la prima soluzione è mettere in pensione chi ancora deve maturare tot anni al traguardo pensionistico(es: 5 anni alla pensione ce lo mandiamo il giorno in cui si delibera il riordino), certo questo in un'epoca in cui un paese si divide tra un'austerity bipartisan e con movimenti riv...reazionari che attaccano il debitopubblicobruttoecattivo, pensionati e dipendenti pubblici sembra difficile, poi chi rimane dovrà “subire” spostamenti, ma visto che non si unirebbe Cosenza con Monza, nei limiti “regionali” il sacrificio individuale potrebbe essere sopportabile e giustificabile a fronte di una reale e radicale riforma amministrativa della Repubblica.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Addendum:<br />
Bruno G., Genovese A., Piccolo C., Albero R. (2012).<br />
<i><a href="https://docs.google.com/file/d/0BzjWqih1mrACSERYM3dNel9hblU/edit?usp=sharing">Modelli matematici per la definizione del riassetto territoriale delle province su base regionale</a></i>. Technical Report, Università degli Studi di Napoli "Federico II".<br />
<br />
Fonti:</div><div style="text-align: justify;"><a href="http://www.comuni-italiani.it/citta.html">http://www.comuni-italiani.it/citta.html</a></div><div style="text-align: justify;"><a href="http://www.comuni-italiani.it/province.html">http://www.comuni-italiani.it/province.html</a></div>Unknownnoreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-3065567461957733553.post-84913418662935039722013-03-29T00:33:00.000+01:002013-03-29T02:30:45.399+01:00Bersani: «Grillo Leninista».<br />
<div style="text-align: justify;">
La dichiarazione di Bersani avrà fatto pure girare le palle tanto ai grillini quanto ai travestiti di rosso... ma... detta, esternata, da chi sta nel Politburo fin dai tempi berlingueriani il suo senso ce l'ha ed è pure di Enorme attualità.</div>
<div style="text-align: justify;">
Innanzitutto va chiarito, per evidenza in cronaca dei Dati di Fatto, che la questione "LENIN" tra Bersani e Grillo NON è recente ma risale al 2012.</div>
<div style="text-align: justify;">
Risale, infatti, al 9 Novembre 2012 altra polemica dove il leder maximo del PD veniva ripreso da tutte le agenzie e quotidiani con la seguente AFFERMAZIONE:</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnNwji1vmcPC72uAhQ3SfuDle4ecceDFKpETnje4IPBXhLTdimq_USJrRdpUb7rks-d3-JaCv6Z7SuHK0xM9ed922-0BRuVgfbZxuFeWyZB7iJ_dXzfRl7UyUc2mWc3jkppKrs2RxdFJfD/s1600/leninism.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnNwji1vmcPC72uAhQ3SfuDle4ecceDFKpETnje4IPBXhLTdimq_USJrRdpUb7rks-d3-JaCv6Z7SuHK0xM9ed922-0BRuVgfbZxuFeWyZB7iJ_dXzfRl7UyUc2mWc3jkppKrs2RxdFJfD/s400/leninism.jpg" width="383" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: left;">
Bersani: «Lenin a Grillo gli fa un baffo» - <a href="http://www.corriere.it/politica/12_novembre_09/grillo-bersani-lenin-insulto_0068ade2-2aa8-11e2-9b66-000110c153a4.shtml" target="_blank">Corriere Della Sera</a>... come qualsiasi altro quotidiano.</div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: left;">
Tale affermazione citata in sintesi, dalle Cronache Nazionali (ignorate da chi si è indignato solo mesi dopo nel post elezioni... perché le "priorità sono sempre altre"....) può avere la solita doppiezza nella sua, ehm, "costituzionalità".. ovvero:</div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: left;">
1) <b>Bersani intendeva che "Grillo NON è leninista"</b>, che Lui (Bersani), e tutta la tradizione zoccola che rappresenta, è e resta l'unica lettura coerentemente leninista.</div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: left;">
2) <b>Che Grillo è talmente Leninista che Lenin stesso gli fa un baffo</b>... anzi un baffone (<a href="http://www.youtube.com/watch?v=QK5IITEAzrI" target="_blank">dove ogni riferimento è puramente voluto e ricercato....</a>).</div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<div style="text-align: left;">
<br /></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<b>La "cosa" si fa interessante.</b></div>
<div style="text-align: justify;">
Se la "Quistione" non avesse toccato le cronache NAZIonali probabilmente non sarebbe neppure arrivata a NOI miseri marginali osservatori.... nullatenenti, ignari delle Grandi Manovre.</div>
<div style="text-align: justify;">
«Non si può accettare uno che parla da un tabernacolo» - "Era l'adagio preferito di Berlusconi, fino a qualche tempo fa: dare del comunista al militante del Pd, come se fossimo rimasti nell'era della Guerra Fredda. Anche se l'avversario aveva cambiato dieci volte nome, ritenendo estremistica perfino la parola «socialdemocratico»". <a href="http://www.corriere.it/politica/12_novembre_09/grillo-bersani-lenin-insulto_0068ade2-2aa8-11e2-9b66-000110c153a4.shtml" target="_blank">Corriere della Sera</a> (NON un blog di frustrati sciachimichisti).</div>
<a name='more'></a><br />
<b><br />Grillo, quindi di fatto, associato al Leninismo.</b><br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Passa qualche mese. </div>
<div style="text-align: justify;">
Si arriva alle elezioni. Il PD (con i cugini del PDL) incassa la più grande sconfitta numerica ed elezionista di tutti i tempi. Solo nella CADUTA rovinosa ed a CASCATA... si ritrova, per caso, qualche goccia di sborra in più del partito di Berlusconi.</div>
<div style="text-align: justify;">
I Grillini invece INCASSANO (+ IVA...) in stile <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Repubblica_di_Weimar" target="_blank">WEIMAR</a> ma non sono ancora sufficientemente determinanti (ma restano sempre in stile WEIMAR...).</div>
<div style="text-align: justify;">
Bersani, come già detto prima, fa parte di un nuovo travestimento. Un qualcosa che non vuole somigliare più all'era del Falso Storico ed Ideologico. I tempi son cambiati i travestimenti devono seguire il "corso della storia": ora, non si capisce bene cosa essere, cosa vogliono essere..., ma l'importante è che il Politburo Attuale possa contare sui polit-BURINI di sempre. Dalla COOP alle <a href="http://www.youtube.com/watch?v=ygoIEDLbtEI" target="_blank">consociate</a> sulla Val Di Susa, Dal Molin e Stretto di Messina...</div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Si arriva così a Marzo 2013.</b></div>
<div style="text-align: justify;">
Grillo «COME LENIN» (<a href="http://www.corriere.it/politica/13_marzo_17/bersani-governo-istituzioni-legge-finanziamento-partiti_6cd2f276-8ee9-11e2-95d7-5288341dcc81.shtml" target="_blank">Corriere Della Sera</a>)...</div>
<div style="text-align: justify;">
«Bersani ha dato a Grillo del leninista». (<a href="http://altrimondi.gazzetta.it/2013/03/18/lanatema-di-grillo-evitera-che-i-suoi-appoggino-il-pd/" target="_blank">La Gazzetta dello Sport</a> - 18/mar/2013)</div>
<div style="text-align: justify;">
«“Il M5S fa venire in mente dinamiche proprie del leninismo”: Bersani». (<a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/03/17/bersani-m5s-fa-venire-in-mente-dinamiche-proprie-del-leninismo/533302/" target="_blank">Il Fatto Quotidiano</a> - 17/mar/2013)</div>
<div style="text-align: justify;">
e le citazioni sarebbero infinite....... <a href="https://www.google.it/search?q=cfr&rlz=1C1LEND_enIT509IT509&aq=f&oq=cfr&aqs=chrome.0.57j5j0l2j62l2.3353&sourceid=chrome&ie=UTF-8#hl=it&rlz=1C1LEND_enIT509IT509&tbm=nws&sclient=psy-ab&q=Grillo+%C2%ABleninista%C2%BB&oq=Grillo+%C2%ABleninista%C2%BB&gs_l=serp.3...179724.179724.2.180043.1.1.0.0.0.0.110.110.0j1.1.0...0.0...1c.1.7.psy-ab.PvUCXPK-xpo&pbx=1&bav=on.2,or.r_cp.r_qf.&fp=857cc7fbc7c60620&biw=1280&bih=899" target="_blank">infinite</a> sul serio... peccato che nel giro di poche ore tutto vada in dimenticatoio.</div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Un po' meno note</b> le tribolazioni ed i dimenamenti sul web, non solo su facebook, ma soprattutto in quelle isole scoppiate di militonze "FEDELI alla Linea"... dove il paragone di Grillo a Lenin non è piaciuto molto e quindi gli <a href="http://www.pane-rose.it/files/index.php?c3:o38074:e1" target="_blank">Scolabava</a> si sono contorti e dimenati (nell'indifferenza più massiva di massa di tutti i tempi...) fino a far compassione all'ultimo dei Gesuiti :p</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Ma tra tutte queste MANOVRE...<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Tra un Battiato ed un Zichichi elevati a simbolo di massima istituzione per poi scaricarli in 90 giorni... a causa della scarsità genetica di fantasia di un "progetto politico"... Tra gli orfani di un Calearo e gli scambisti Vendoliani... che vanno con un Partito che candida in TOP nomination... mammasantissima ANCHE di Confindustria.... l'analisi sugli eredi del <a href="http://www.viddler.com/v/34c141dd" target="_blank">papalino Togliatti e dell'ultra chierichetto Gramsci...</a> ci sta tutta. </div>
<br />
<b>TUTTA</b>. E Bersani andrebbe elogiato per aver passato il timone del LENINISMO a Grillo.<br />
Perché.... Lui stesso... sapeva benissimo a cosa si riferiva:<br />
<br />
Riflettete attentamente su ogni punto e provate a collegarlo alla realtà attuale. Come a quella di 10 anni fa, di 20 anni prima ecc.<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
✔ <b style="background-color: transparent;">La "tattica", come comportamento politico</b><span style="background-color: transparent;">, ha funzione contingente, ma quando viene elevata a metodo, "teorizzata" fino a farne l'apologia, si traduce in uno stravolgimento della strategia e, quindi, del fine proposto. Già Bordiga riteneva necessario ridurre o limitare la tattica per meglio incanalarla nella strategia.</span></div>
<br />
✔ <b>In quanto furbizia elevata a metodo</b>, la tattica è intrinseca degenerazione.<br />
<br />
✔ <b>La tattica è anche acquisizione di vantaggi effimeri</b>, perché‚ elude la chiarezza e produce imbroglio.<br />
<br />
✔ <b>La tattica, come metodo corruttivo</b>, è l'ideologia che serve al Capitale per procedere all'accumulazione.<br />
È assurdo combattere il capitalismo, auspicarne il superamento, se poi si ripropongono stessi metodi e finalità.<br />
<br />
✔ <b>La tattica prevede spostamenti continui di obiettivi parziali</b>, fino al raggiungimento di risultati deviati dal fine annunciato.<br />
<br />
✔ <b>Per la tattica si rendono necessarie forme organizzative gerarchiche e segrete</b>, "per meglio funzionare", ottenendo pseudo-vantaggi.<br />
<br />
✔ <b>La tattica tende a schiacciare le voci di chiarificazione</b>, svelatrici di imbrogli, condiziona l'informazione e la cultura per vincere sul piano del contingente e si sforza di mantenere il segreto.<br />
<br />
Ecco cosa è il "Leninismo". Bersani dice il Vero, anche se da LENINSTA (quale è sempre stato), non la dice tutta.<br />
<br />
Nessuna solidarietà, nessuna convergenza, con chi rivendica metodi, FEDE e prassi riconducibili a chi è responsabile, come Kapòmandamento, dell'arresto e dell'assassinio di Rosa Luxemburg.<br />
<div>
<br /></div>
Prometheo Ownerlesshttp://www.blogger.com/profile/11682586152169049368noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3065567461957733553.post-25217670211148526132013-03-27T09:30:00.000+01:002013-03-28T00:11:35.481+01:004 buoni motivi per distruggere il PD<br />
<div align="JUSTIFY">
<a href="https://twitter.com/RoobZarathustra/status/316775654903398401">#DistruggerePD</a> perchè mi sembra la cosa più
sensata politicamente per gli elettori, simpatizzanti e militanti
delle “forze -vagamente o realmente- progressiste”; il commento
politico degli italiani più diffuso è “se c'ERA Renzi....”</div>
<div align="JUSTIFY">
<br /></div>
<div align="JUSTIFY">
….si vinceva (il piddino che capisce dopo)</div>
<div align="JUSTIFY">
….votavo PD(il grillino che non conosce il m5s se
non per Grillo)</div>
<div align="JUSTIFY">
….andavo a votare, votavo diverso e bla bla bla</div>
<div align="JUSTIFY">
<br /></div>
<div style="text-align: left;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Se ci fosse stato Renzi le cose ovviamente sarebbero
state diverse, ma il voto delle primarie è un voto di partito ed
elettori fidelizzati e questi del PD sono in gran parte pensionati e
adulti che credono ancora che il PD sia un partito di sinistra se non
la reincarnazione sotto mentite spoglie del vecchio PCI, per quanto
siano nel torto non voterebbero mai un berluschino, semmai si affonda col partito, mentre un voto meno
militante il PD lo intercetta fra cattolici di sinistra(che hanno
comunque la loro corrente nel partito: il gemello abortito del
compromesso storico con 30 anni di ritardo), dal giovane “liberal” come
può plasmare la TV americana, il PD incassa anche voti con una
narice turata(le mie sono belle che spalancate) tra keynesiani,
socialisti e comunisti che comunque a sto giro hanno dato meno
sostegno al PD dirigendosi verso m5s, Sel, minori e
astensione.</div>
<div style="text-align: justify;">
<a name='more'></a><br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Auspicavo una vittoria di Renzi alle primarie
perchè avrebbe portato il PD verso destra, il m5s non si gonfiava
così troppo anche per sè stesso, tutti concordano che siano
scontati i voti berlusconiani a Renzi, insomma avrebbe perso a
sinistra vincendo a destra, perchè appunto c'è l'humus culturale
per un partito “liberal” anche in Italia e che sarebbe la destra
liberale del PD; quindi un motivo per distruggere il PD è “liberare
questi liberali” e farli confluire con quel magma liberale fra
montiani, cattolici, liberisti, quindi sarebbe un distaccamento della
minoritaria “destra del PD” per buttarlo verso “Centro”</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Per quanto riguarda le “robe di destra” penso
che dalla distruzione del PD possa finalmente uscire una destra
defascistizzata, non populista, conservatrice o comunque metterla in
netta minoranza, una volta "liberati i liberal" questi potrebbero
creare un centro corposo da rendergli però necessaria una minoranza
populista a destra e quindi è meglio se si potesse costituire un
partito “liberal” e alla sua destra una formazione conservatrice,
cattolica, liberista, prendete la destra del PD, montiani,
gianninoliberisti, parte del pdl e fateli mixare a loro.</div>
<div style="text-align: justify;">
L'ingresso del m5s è positivo nel gioco politico
perchè rompe il bipolarismo berlusconiano e si crea uno stallo alla
messicana in cui il PD è sotto tiro da tutti, ma è il primo che
deve sparare, parte dei voti al m5s sono dovuti al fatto che il PD
non è partito liberal né mai è diventato socialdemocratico, chi
auspica quest'ultimo tipo di partito dovrebbe spingere alla
distruzione del PD per poter fare una sinistra moderata, keynesiana,
democratica e progressista(ora sparsi tra sel, pd, m5s e astensione),
quindi il “blocco del PD” maggioritario, senza apparato, meno la
sua sinistra.</div>
<div style="text-align: justify;">
Tra voto utile, sel, m5s,ingroia e vari, per la
seconda volta consecutiva una formazione comunista, o sedicente
almeno, non c'è perchè esce distrutta nella sua ambiguità e
subalterneità alle mosse del PD e che ha perso treni anche questo
“miniPD” delle dirigenze partorienti arcobaleni e manettari, fatto sta che qua per i non
astensionisti non c'è che mettersi a lavorare, non credo più ora a
convocazioni assembleari da parte di chi continuo a bocciarne le
azioni, dalla distruzione del PD avremmo un centro
liberal e un partito socialdemocratico e i numeri dicono che i "rossi" ci sono, ma votano con un libertario “ognuno fa quello che gli
pare” e non si ha rappresentanza parlamentare, quindi “la
sinistra del PD” che si tura il naso con gran parte di sel, rc, pcl
ha i numeri per una lista unitaria dei comunisti (non entro qui in
merito alle questioni prettamente tra compagni).</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Nominalmente dalla distruzione del PD dovrebbe
seguire quella dei partiti di sinistra come Sel o RC, il m5s se si
stabilizzerà su un consenso potrà rimanere come formazione liberal,
ma sarebbe una svolta ottimistica per l'idea che ho del m5s e
comunque è impossibile collocare politicamente ora il m5s che nella
distruzione del PD prevedo possa perdere simpatie<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>I 4 buoni motivi per <a href="https://twitter.com/RoobZarathustra/status/316775654903398401">#DistruggerePD</a> sono:</b></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<ul>
<li><b>Una sinistra comunista</b></li>
<li><b>La socialdemocrazia</b></li>
<li><b>I <i><u>liberal</u></i></b></li>
<li><b>Una destra moderna</b></li>
</ul>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3065567461957733553.post-28842398405131023232013-03-25T08:31:00.001+01:002013-03-25T15:48:24.684+01:00Decrescita e Socialdemocrazia, una convivenza impossibile<div style="text-align: justify;">
Con l'acuirsi della crisi, una delle tendenze più popolari che sta prendendo piede da qualche anno a questa parte in Italia e non solo è la teoria della <b>"decrescita"</b>, spesso combinata con l'aggettivo "felice".<br />
<br />
Il <a href="http://decrescitafelice.it/">Movimento per la Decrescita Felice</a> (MDF) è un movimento italiano nato e cresciuto informalmente dall'inizio degli anni 2000 sui temi della demitizzazione dello sviluppo fine a se stesso, e successivamente sfociato in un'associazione fondata da <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Maurizio_Pallante">Maurizio Pallante</a>, esperto di risparmio energetico. Il movimento, chiaramente ispirato alla decrescita teorizzata da <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Nicholas_Georgescu-Roegen">Nicholas Georgescu-Roegen</a>, fondatore della bioeconomia, ed in linea con il pensiero di <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Serge_Latouche">Serge Latouche</a>, parte dal presupposto che la correlazione tra crescita economica e benessere non sia necessariamente positiva, ma che esistano situazioni frequenti in cui ad un aumento del PIL si riscontra una diminuzione della qualità della vita.
L'obiettivo del MDF è molto chiaro: <b>dare un indirizzo più autarchico alla società</b>, dove l'autosufficienza e quindi l'autoproduzione giochino un forte ruolo. Il <a href="http://decrescitafelice.it/la-decrescita-felice/">manifesto</a> del movimento, infatti, esemplifica come un normale prodotto alimentare commerciale coinvolga un giro sproporzionato di risorse, che vanno ad incidere non solo sullo stesso prodotto finale, e sul suo prezzo al consumo, ma ancora di più sull'intero sistema. Si fa il paragone, appunto come esempio, tra un vasetto di yogurt autoprodotto, al prezzo del solo latte, ed uno di produzione industriale. Si conteggia il costo di produzione, trasporto e smaltimento finale di contenuto, contenitore ed imballaggi, ed i costi ecologici e sociali indotti, dal consumo di carburante, smaltimento e riciclaggio dei rifiuti agli aspetti sanitari ed ambientali derivati, considerando tutte le ricadute economiche collaterali. Il MDF ha una visione di "transizione energica" e nell'epoca condizionata da una predominante fonte energetica come quella petrolifera, i sostenitori di una "decrescita felice" ricordano che stiamo vivendo una decrescita economica causata anche dal raggiungimento del <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Picco_di_Hubbert">Picco di Hubbert</a>. Il petrolio condiziona maggiormente trasporti, agricoltura e pesca. Numerose istituzioni pubbliche sono consapevoli di questo passaggio epocale e pertanto è auspicabile la redazione di piani e strategie che aiutino le comunità a vivere questo "passaggio culturale" sviluppando la resilienza.<br />
<br />
<a name='more'></a>Le azioni del Movimento ruotano attorno a <b>tre perni</b>: stile di vita, politica e nuove tecnologie. Lo stile di vita vede una trasformazione verso un consumo consapevole, autoproduzioni, "università del saper fare". La politica prevede la costituzione di circoli territoriali per avviare il dibattito sul cambio di paradigma culturale nella società ed azioni concrete con corsi ed autoproduzioni (pane, yogurt, orti sinergici con applicazione di agricoltura naturale, etc...). Infine, per quanto riguarda le nuove tecnologie, esse dovranno ridurre l'impronta ecologica e migliorare la qualità della vita indipendentemente se il PIL aumenti o diminuisca; avviare la realizzazione di <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Smart_grid">"smart grids"</a> in ambito di quartiere dove i cittadini sono produttori e consumatori di energia (coniando così un neologismo: il <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Prosumer">prosumer</a>), partendo dall'eliminazione degli sprechi (riduzione della domanda) e l'uso di un mix tecnologico con fonti alternative.
I sostenitori del MDF (tra cui anche il <a href="http://www.libertiamo.it/2012/12/14/latouche-pallante-grillo-quelli-per-cui-la-decrescita-e-felice/">Grillo e il M5S</a>), in sostanza, ritengono che vi siano casi piuttosto frequenti in cui attraverso processi di autoconsumo, di risparmio energetico e di relazioni di scambio che non transitino necessariamente per il mercato, si verifichi un incremento della qualità della vita materiale associata ad una diminuzione del PIL. Viene auspicato quindi l'aumento del benessere riducendo il PIL tramite autosufficienza e produzione in proprio. Un esempio classico in seno alle scienze economiche è quello paradigmatico dell'<b>economia contadina</b>.<br />
<br />
Fin qui, il MDF. Per quanto apparentemente tutto sia condivisibile, a uno sguardo più attento saltano subito all'occhio le contraddizioni di fondo. Questo <b>movimento reazionario</b> ha il sogno, anzi, l'utopia, di potersi scavare una nicchia al di fuori del Capitalismo, di poter produrre e consumare in maniera autonoma o al massimo in <a href="http://www.treccani.it/enciclopedia/percorsi/scienze_sociali_e_storia/cooperative.html/">cooperative</a> di stampo ottocentesco restando al di fuori delle logiche di mercato, cancellando così un secolo e oltre di storia economica, dimenticando totalmente il concetto di "concorrenza" che regola obbligatoriamente il libero mercato e dunque ormai, ahimé, l'intero pianeta Terra e i cui effetti le classi più deboli stanno accusando da ormai diversi anni. Per il MDF la soluzione sarebbe tornare alle cooperative agricole, al poco denaro, alla produzione autonoma, come se il Capitalismo odierno, anche quello finanziario, non fosse sorto proprio da lì. Inoltre il MDF porta avanti le sue tesi senza mai parlare o mettere in discussione le <b>classi sociali</b>, la <b>proprietà-gestione privata dei mezzi di produzione</b> e il <b>meccanismo di produzione capitalistico</b>, e senza mai inquadrare correttamente la globalizzazione (rifiutandola tout court appunto assumendo un atteggiamento autarchico e prettamente no-global), l'imperialismo e tutti i tratti fondamentali di questo sistema economico. Come vediamo, infatti, la sua critica si ferma alla <b>sfera della distribuzione</b>, in quanto giudica la qualità della merce (come se esistessero merci buone e merci cattive in assoluto), la loro provenienza e l'impatto sull'ambiente. Punta insomma il dito sul consumismo, sull'eccesso di consumo di merci "inutili" e superflue, ma non si azzarda neanche a mettere in discussione la <b>sfera della produzione</b>, ossia non punta mai il dito verso il rapporto conflittuale tra capitale e lavoro. Come abbiamo visto, per il MDF tale conflitto, semmai, sarebbe risolto appunto con un ritorno al passato, consumando poco e bene, inquinando il meno possibile, eliminando le merci inutili, specialmente quelle prodotte dalle multinazionali tipo McDonalds, Apple e Nike.<br />
<br />
E' qui il <b>punto cruciale</b> dove il MDF rivela di essere una rivoluzione incompatibile con questo sistema economico: questo movimento critica (timidamente e contraddittoriamente) il sistema di accumulazione del capitale, cioè il capitalismo in sé, e propone un’alternativa futura basata sulla decrescita economica e sulla crescita umana, ma non dice in che modo combattere il sistema capitalistico nel presente in maniera socialmente efficace: in pratica non dice come si può passare praticamente dal capitalismo (non dal consumismo, che ne è solo un tratto, attenzione!) alla decrescita. Ma <b>l'errore teorico</b> è proprio nel concetto di "accumulazione" e di "sovrapproduzione" illustrato dal MDF. Il capitalismo, teso verso l’accumulazione senza limiti, produrrebbe troppe merci che di per sé non riescono ad essere assorbite dal mercato. Secondo i teorici del MDF (e non solo, anzi questa teoria è molto in voga nel variegato mondo di "sinistra") questa contraddizione si sarebbe risolta con la crescita dei consumi, che però determina l’esaurimento delle risorse naturali il quale, in questo modo, diverrebbe la contraddizione fondamentale. Peccato che tale interpretazione<b> cozzi con la realtà</b>, visto che negli ultimi anni si sono prodotte crisi sempre più profonde fino a quella del 2008, che per intensità è stata paragonata a quella del ’29, nonostante il forte sostegno artificiale alla domanda, che ha prodotto un enorme debito privato delle famiglie in tutti i paesi capitalisticamente più avanzati. <b>Il vero punto debole</b> del meccanismo dell’accumulazione, infatti, non è la scarsità della domanda, ma il declino della redditività degli investimenti, che si manifesta nella tendenza alla <b>caduta del saggio di profitto</b>. La produzione capitalistica può anche estendersi quantitativamente quanto si vuole, nel tentativo di supplire a tale caduta, ma ciò non impedisce che, arrivati a un certo punto del ciclo di accumulazione, ogni capitale aggiuntivo investito abbia un rendimento decrescente o non abbastanza crescente (dunque insoddisfacente) rispetto al capitale impegnato. In poche parole, la crisi non deriva da una sovrapproduzione (o sottoconsumo) di merci, ma da una <b>sovrapproduzione di capitale</b>, anche se si manifesta come sovrapproduzione di merci (per approfondire cliccare <a href="http://www.criticamente.com/marxismo/capitale/capitale_3/Marx_Karl_-_Il_Capitale_-_Libro_III_-_15.htm">qui</a>).<br />
<br />
Il MDF propone insomma la decrescita in un sistema che fa della crescita non solo il suo modello di riferimento, ma che ne è condizione indispensabile per la sua sopravvivenza. Non ci vuole molto a capire che sostenere questo significa sostenere una <b>sciocchezza</b>. Se poi queste ultime (le sciocchezze) producono reddito per chi le propugna, allora si possono intuire anche altre cose (come fa Grillo coi suoi gadgets, libri e dvd che puntualmente lui reputa utilissimi). Nulla vieta, del resto, ai fautori del MDF di vivere asceticamente e in favore della loro decrescita personale (quindi non secondo i loro redditi), e niente ci impedisce individualmente di rifiutare, per quanto possibile, alcuni modelli di comportamento e di consumo che riteniamo sbagliati, evitando di comprare certe merci piuttosto che altre, aderendo ai GAS (Gruppi di Acquisto Solidale), inquinando poco, avendo dunque un atteggiamento quanto più "umano" e ambientalista possibile. Molti già lo fanno, anzi, certi comportamenti, per chi realmente si reputa <b>anticapitalista</b>, sono persino ovvi. Bisogna però tener conto, parlando in generale, che i comportamenti sociali dipendono ben poco dalla "coscienza" e dalla volontà dei singoli individui. Chiediamoci infatti una cosa: chi decide l’utilità di una merce e soprattutto: <b>cos'è una merce?</b> Una merce non è solo un valore d’uso utile o inutile, ma diventa un "bene" solo in quanto è un valore di scambio. Solo lo scambio può provare che una merce è utile. Se una merce non è utile, non diventa nemmeno un valore di scambio. Perciò chi decide dell’utilità di una merce, di un "bene" come lo chiamano molti erroneamente, è il mercato e non la "coscienza umana". È il capitalismo e non possiamo farci niente (se non adoperarci per smantellare questo modo di produzione). Intanto la decrescita forzata, chiamata <b>austerity</b>, imposta dai governi greci, spagnoli, portoghesi e italiani alle popolazioni dei rispettivi paesi, ha come effetto il cambiamento dei consumi e dello stile di vita (meno carne e pesce, car sharing, riscaldamenti spenti, e via dicendo). Insomma, tutta gente che non cambia auto o arredamento una volta l’anno e che aderisce alla decrescita <b>suo malgrado.</b><br />
<br />
Secondo i guru del MDF dovremmo insomma tornare all'agricoltura nel proprio giardino di casa (sempre se ne abbiamo uno, male che vada occupiamo qualche ettaro di proprietà altrui), imparando a vivere con poco, <a href="http://greg-verdementa.blogspot.it/2012/01/elogio-della-frugalita-serge-latouche.html">elogiando la frugalità</a>. "Che diamine", ci sentiamo ripetere in continuazione, "consumiamo troppo!". E allora forza: sciopero dei consumi, inquiniamo poco, non compriamo quasi nulla che non sia DOC, o prodotto in proprio, oppure che non sia il minimo per farci campare. Beh, certo, come se la domanda non fosse indotta dal bisogno di farci consumare sempre di più affinché i profitti siano sempre alti. E allora la soluzione per questi signori è smettere di comprare, o comunque tornare a uno stadio primitivo del capitalismo. E allora un lavoratore che vive con 1000-1400 euro al mese può vivere anche con 800-700, no? E il resto del denaro? Lo brucia? Lo ridà indietro? Lo accumula? Lo spende diversamente? Il MDF invita ogni persona a rivendicare una aumento di benessere e non di reddito: siamo d’accordo, ma spiegatelo voi al <b>borghesotto, all’industriale, al finanziere, all'imprenditore, al banchiere,</b> che non deve perseguire il profitto. Immaginiamo lo scenario: noi a predicare che non serve aumentare il reddito perché in realtà si può vivere bene e felici anche con pochi soldi, o addirittura senza; i capitalisti che non capiscono ("e che ci dovrei fare con tutti questi soldi?") e continuano con lo sfruttamento e la logica del profitto. Come convincere un banchiere ad abbandonare il fine del guadagno? Insomma, per noi l'elogio della frugalità, per i capitalisti tutto il "cucuzzaro". Se frugalità deve essere, allora, se decrescita deve essere, <b>che sia per tutti, o per nessuno.</b><br />
<br />
Dobbiamo dunque <b>opporci fieramente alla decrescita in ambito socialdemocratico</b> perché anche se tutti (noi 99%, visto che ora va di moda) abbandonassimo il consumismo, non avremmo risolto il problema della riappropriazione della <i>humanitas</i>, che rimarrebbe comunque calpestata dal sistema economico capitalista, dalla logica del profitto e dal meccanismo di produzione capitalista. Ecco perché credo fortemente che la decrescita debba essere necessariamente condotta in un’<b>ottica marxista</b>. Ma Marx, si sa, è sempre criticato da tutti, specialmente da quelli che non lo hanno mai letto. Per i fautori del MDF, e per gli ecologisti e gli umanisti in generale (tra i primi sostenitori di questo movimento), il marxismo pare infatti essere eccessivamente operaista e/o settario, ma questo non è colpa del marxismo in sé, ma delle storture che alcuni gruppi e tendenze hanno generato interpretandolo male (in buona o cattiva fede). Gruppi cioè che si dicono rivoluzionari ma sono tutto l'opposto, da una parte orientati verso un riformismo radicale perenne che non tiene conto nemmeno delle fasi di riflusso della lotta, e dall'altra bloccati in un arrogante e impolverato immobilismo. Ma su questo dobbiamo dire anzitutto non è vero che Marx non fosse già cosciente dei problemi ambientali, come possiamo leggere, per esempio, <a href="http://www.criticamente.com/marxismo/capitale/capitale_3/Marx_Karl_-_Il_Capitale_-_Libro_III_-_05.htm">qui</a>; secondariamente, leggere Marx ci aiuta a capire che <b>non dobbiamo rifiutare il concetto di decrescita in toto</b>, non dobbiamo insomma buttare il bambino con l'acqua sporca, ma dobbiamo orientarlo verso un indirizzo anticapitalista che elimini lo sfruttamento dell’uomo sull'uomo, il lavoro alienato, il consumismo e il produttivismo e dunque da ultimo le merci, il mercato e il lavoro salariato, per una società senza classi e senza merci, realmente giusta e, di conseguenza, anche più rispettosa nei confronti dell'ambiente. Una decrescita che non tenga conto di questo e non tenda verso questo è destinata a fallire clamorosamente o a ridursi a un mero meccanismo di difesa, per altro debole. <b>Decrescita e socialdemocrazia non sono, insomma, compatibili</b>. La socialdemocrazia propende per il produttivismo, per la creazione di bisogni indotti volti ad alimentare la macchina capitalistica, a non far mai abbassare i profitti combattendo titanicamente contro la ferrea legge marxiana della caduta del saggio del profitto. Questo sistema insomma spinge da sempre per la produzione di oggetti deperibili a breve scadenza con l’unico fine di non far smettere di funzionare il meccanismo capitalista. La decrescita, così come intesa dal MDF, non dice nulla sulle pratiche di lotta collettiva, ovvero non dà una linea di condotta sociale. <b>Non è affatto una rivoluzione.</b> E', al massimo, una strategia (fallimentare alla lunga e comunque non per tutti, proprio perché non tutti abbiamo a disposizioni spazio e terra da coltivare) di difesa dagli attacchi spietati del Capitalismo e dalle logiche competitive e assassine del libero mercato.<br />
<br />
<b>In conclusione</b>, la decrescita e pensieri affini e derivati, non sono male sul piano individuale, ma se non sono accompagnati da una critica globale sulla produzione rischiano di diventare uno strumento di falsificazione ideologica, di eliminazione del conflitto, insomma di feticismo bucolico, che distingue piuttosto ingenuamente tra consumi buoni e consumi cattivi. <b>Non ci può essere decrescita senza uscire dal Capitalismo.</b><br />
<b><br /></b>
-----------------------------<br />
<br />
Quest'articolo è stato ideato per e già pubblicato sull'ultimo numero di "Prometeo", rivista semestrale edita dal <a href="http://www.leftcom.org/it">Partito Comunista Internazionalista</a>. <br />
<br />
Si ringrazia in particolare il blog <a href="http://diciottobrumaio.blogspot.it/">Diciotto Brumaio</a> per i grandi spunti di riflessione che hanno fatto nascere questo post (nonché per l'impareggiabile dialettica di chi vi scrive).</div>
Rickhttp://www.blogger.com/profile/10235793780587570126noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-3065567461957733553.post-2810269946135180412013-03-23T16:10:00.001+01:002013-03-23T16:31:04.522+01:00La crisi non esiste: la sindrome di Tantalo<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<span style="text-align: justify;">Di cosa si parla quando si utilizza
la parola crisi nella nostra epoca? Una mancanza di </span><b style="text-align: justify;">materie prime</b><span style="text-align: justify;">? Una scarsità di </span><b style="text-align: justify;">lavoratori</b><span style="text-align: justify;">
in grado di mantenere il sistema economico dovuta magari ad un’epidemia? L’impossibilità
del sistema produttivo di </span><b style="text-align: justify;">soddisfare</b><span style="text-align: justify;">
tutta la popolazione?</span><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Tutto ciò può essere facilmente
smentito dalla prova dei fatti. Le <b>materie
prime</b>, almeno per adesso, non scarseggiano, anche se continuando a produrre
in questo modo alla fine anche questo tenderà ad esser un problema, per il
livello produttivo attuale(esempio: non manca il ferro per produrre un maggior
numero di automobili rispetto al volume attuale), l’offerta di lavoro(cioè <b>il numero dei possibili lavoratori</b>)
risulta superiore rispetto alla domanda,
prova ne è l’alto tasso di disoccupazione nel mondo (6,1%, dato che
sembra effettivamente non altissimo, ma che in realtà sottostima il problema,
visto che per esempio, non viene considerato disoccupato chi ha lavorato anche
solo un'ora a settimana, o chi ha rinunciato a cercare lavoro, o chi non ha
ancora mai lavorato), la <b>produzione</b>
di alimenti o di qualsiasi altro prodotto è superiore al consumo effettivo, ne
sono la prova i tanti prodotti deperibili che vengono gettati nelle discariche
o rimangono fermi in magazzino perché nessuno può comprarli. Ed è questo il
punto. <b>Il nostro sistema produttivo può
produrre una quantità di prodotti superiore a quella che effettivamente la
popolazione può comprare.</b><br />
<a name='more'></a><b><o:p></o:p></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Nell’era pre-industriale, il
sistema produttivo <b>non poteva soddisfare</b>
tutti o poteva farlo mantenendo veramente basso il tenore di vita della
maggioranza della popolazione, visto che i generi alimentari e gli altri
prodotti, come per esempio l’abbigliamento, avevano un costo di produzione
molto alto ed una resa in termini di quantità inferiore a quella che
effettivamente serviva, oltre a tempi di gestazione molto più lunghi della
nostra epoca. Senza considerare poi i fattori esterni, come epidemie che in
molti casi determinavano una diminuzione sostanziale della forza – lavoro, o le
carestie, magari dovute ad un cambiamento climatico,(come la <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Piccola_era_glaciale">piccola età glaciale
medievale</a>) che diminuivano la produzione di generi alimentari. In problema
era quindi una sottoproduzione rispetto alla domanda di beni e servizi.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Ma questo non è certo
riconducibile alla nostra epoca. Nei supermercati ci sono i prodotti
alimentari, i vestiti ci sono, cosi come tutti gli altri prodotti che
conosciamo, semplicemente non possiamo prenderli, perché non abbiamo la
disponibilità economica per comprare e consumare. <b>La nostra è quindi una crisi di sovrapproduzione, non di
sottoproduzione</b>. Produciamo più di quanto effettivamente la popolazione può
acquistare. Ma in realtà i prodotti ci sono, sono li, davanti a noi
materialmente. Siamo come dei moderni <b>Tantalo</b>,
figura delle leggende dell’Antica Grecia, che gettato nell'Ade, fu punito per
aver offeso gli Dei. Non poteva né cibarsi né bere, nonostante fosse circondato
da cibo e acqua. Noi abbiamo tutto ciò che ci serve, li a portata di mano,
davanti a noi, ma per un qualche strano motivo non possiamo prenderlo.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Non a caso, il vero problema
delle imprese oggi, oltre ad abbassare i costi del lavoro, è il vendere i
prodotti.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Ma per quale motivo nonostante ci
sia disponibilità di prodotti, si determina un abbassamento del tenore di vita
della popolazione ed anzi un suo depauperamento? Perché le eccedenze non
vengono regalate o donate alla collettività se comunque non vengono comprate da
nessuno? <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
La <b>ricerca del profitto</b> è la risposta. Dopo la fase iniziale di boom
di un mercato, che è l’epoca d’oro del sistema capitalistico, visto che si
realizzano profitti altissimi, l’entrata di un’agguerrita ed ampia concorrenza
nel settore ingolosita dagli alti profitti realizzabili, la saturazione dei
consumi(se tutti hanno un tablet, per esempio, nessuno comprerà ulteriori
tablet)ed anche(nel caso si operi in un paese in via di sviluppo)l’aumento del
salario dei lavoratori, dovuto ad una crescita del sistema economico, determinano
una diminuzione dei profitti. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Per questo motivo le imprese
cercano in tutti i modi di <b>tagliare i
concorrenti</b>(es. fusioni), riuscendo cosi ad avere un maggiore potere
contrattuale all’interno del mercato(come per esempio stabilire un prezzo superiore
ai propri concorrenti), di <b>creare sempre
nuovi bisogni</b> nei consumatori(es. marketing – il nuovo tablet, più potente
e veloce del precedente), di <b>abbassare
le spese</b>, diminuendo il numero dei lavoratori, spingendo quelli che
rimangono a produrre di più, o diminuendo il loro salario. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Il <b>primo aspetto</b> non è di certo auspicabile, visto che può generare
monopoli di settore, conseguenza non desiderabile non solo dal punto di vista
etico e sociale, ma anche dal punto di vista dell’efficienza del sistema
economico(sia in termini di volume della produzione, sia in termine di
innovazione, sia in termini di costi), ed è infatti notevolmente osteggiata in
gran parte dei paesi. Il <b>secondo</b>
alla lunga è irrealizzabile. Nonostante tutte le campagne di marketing non si
riesce alla lunga a creare nuovi bisogni dal nulla (bisognerebbe essere in
grado di rinnovare completamente il prodotto ogni anno, ma va da sé, esempio è
il caso dell’i-pad 3 della Apple, che questo è praticamente impossibile). Si
capisce, quindi, come il <b>terzo</b> punto
sia uno dei modi più semplici ed efficaci per aumentare il margine di profitto,
cioè intaccando il salario dei lavoratori dipendenti, tagliando posti di lavoro(ed
automatizzando magari determinati compiti) o diminuendo le retribuzioni. Ma
questo chiaramente intacca il potere d’acquisto della popolazione con una
sicura contrazione dei consumi. Una macchina o un computer non possono
consumare, ne tantomeno comprare, ma possono solo produrre!!<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Chiaramente i prodotti in
eccedenza non possono essere donati alla collettività dal privato. Il sistema
genera profitto solo se il bene o servizio venduto è un <b>bene escludibile</b>(ci sono delle barriere per il suo consumo, come il
prezzo). Se potessimo avere un bene gratis di certo non lo compreremo a nessun
prezzo.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Per questo da tanti anni vediamo
moltissime aziende che <b>internazionalizzano</b>,
o la <b>produzione</b>, in paesi dove il
costo del lavoro è più basso, o la <b>vendita</b>,
in paesi dove vi è un mercato più ricco o maggiormente incontaminato(assenza
concorrenti, consumo non saturato). E’ questa la risposta del sistema economico
alla crisi, la <b>globalizzazione</b>. Chi
si adegua riesce a rimanere in piedi, mentre gli altri sono destinati ad un
lento declino. E prendendo ad esempio l’Italia, la presenza di tante piccole e
medie aziende, che non hanno la possibilità di internazionalizzare la loro
produzione o la loro rete di vendita come invece può fare una grande azienda(o
comunque se possono, la loro azione ha un impatto minore)determina il loro
fallimento(non è comunque l’unico motivo).<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Ma se questo sistema
effettivamente non è il più efficiente, né il più equo, perché mantenerlo in
piedi? Non è ora di ridisegnare il nostro concetto di lavoro? Non è ora di
basare il nostro sistema su: “<b>lavorare
poco per lavorare tutti, in modo da consumare abbastanza ma consumare tutti</b>”?
Perché dover vessare una parte della popolazione sfruttandola fino al midollo
con turni di 8-9-10 ore al giorno, e farne sprofondare l’altra parte nella
vergogna sociale perché non ha un lavoro che può farla sopravvivere, quando
invece potrebbe benissimo lavorare? Perché
non dividere il lavoro e i compiti su tutta la popolazione, lavorando soltanto
lo stretto necessario affinché tutti abbiano in base alle loro necessità?<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Mi si dirà che questo è
impossibile. Il profitto è ciò che “<i>move
il mondo e le altre stelle</i>”, che è il motore grazie a cui c’è stata questa
evoluzione del sistema, che ha portato ad un maggiore benessere e ricchezza. Ed
infatti tutto questo è vero. Un sistema basato sul concetto “<b>ognuno da in base alle sue capacità ed
ottiene in base alle sue necessità</b>” presuppone uno spirito di solidarietà
collettivo che non è mai esistito o che è limitato a poche persone o gruppi. <o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b>Ma questo è una necessità</b> <b>non
una possibilità</b>. Il sistema cosi come lo conosciamo imploderà su se stesso,
sia per l’azzeramento del saggio di profitto, che non potrà essere più il
motore della nostra economia, sia perché le risorse disponibili non sono
illimitate, sia perché la logica del profitto comporta scelte deleterie per la
collettività, come la produzione di armi o l’inquinamento dell’aria e dell’acqua.<o:p></o:p></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Avrei voluto continuare, facendo
una piccola analisi della crisi del sistema finanziario e un breve finale sull'illusione della scomparsa della classe operaia. Ma ho deciso di fermarmi qui, vista la
lunghezza dell’articolo. A breve spero di poter sviluppare anche queste
tematiche.<o:p></o:p></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgUI-KMdfrlTSXYeFH31-oOO2adzSTK9rEARkAHKkweL0vK-10oPM0YsZ-nHidZeckO3ENxL3dDa120IZq1L9qWJLiLGgotwAitwIHc0b7LxoZ6_GIqylZYZ9WI7-HvXPfV5lYBFlgXEot_/s1600/sta-crisi.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="214" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgUI-KMdfrlTSXYeFH31-oOO2adzSTK9rEARkAHKkweL0vK-10oPM0YsZ-nHidZeckO3ENxL3dDa120IZq1L9qWJLiLGgotwAitwIHc0b7LxoZ6_GIqylZYZ9WI7-HvXPfV5lYBFlgXEot_/s320/sta-crisi.jpg" width="320" /></a></div>
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Originariamente pubblicato su <a href="http://matteozinanni.blogspot.it/2013/03/la-crisi-non-esiste-la-sindrome-di.html" target="_blank">Nineteen Eighty-Four</a></div>
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Matteo Koninginnedaghttp://www.blogger.com/profile/17304643190683015711noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-3065567461957733553.post-2257852708495605852013-03-21T09:52:00.000+01:002013-03-22T14:00:45.666+01:00Perché il M5S è un movimento reazionario<div style="text-align: justify;">
<b>Il fenomeno M5S</b>, esploso un paio di anni fa e salito agli onori delle cronache diventando il primo partito italiano con quasi il 26% delle preferenze alle ultime elezioni, inizia a mostrare i primi segni di cedimento strutturale. Le crepe, visibili solo ora ai meno attenti, si aprono in quello che sembrava un blocco granitico, i "cittadini onesti" guidati da un ex comico e da un esperto di marketing e informatica. <b>La negativa esperienza della giunta comunale parmense</b> e le ultime vicende in Parlamento e Senato sono i primi sintomi che dimostrano come racchiudere in un unico partito istituzionale tutte le istanze provenienti dalla società sia impossibile, negando l'esistenza delle ideologie e sostenendo a gran voce di non essere "né di destra né di sinistra". Questo perché la società, checché se ne continui a dire, <b>è divisa in classi sociali</b>, e i "cittadini" non sono una classe, non sono un ceto. Non siamo più nella Grecia di oltre 2000 anni fa, non siamo durante la Rivoluzione Francese (e qui ci vorrebbe un post a parte). Oggi, in questa società permeata in ogni dove dall'<a href="http://occupydesign.org.uk/wp-content/uploads/2012/10/Capitalism-as-Pyramid.jpg">ideologia capitalistica</a>, esiste il "cittadino" solo come <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Cittadino">entità giuridica</a>. Anche i bambini sanno che tra un operaio e un imprenditore corrono interessi diversi e inconciliabili. Sono entrambi cittadini? Certo, lo sono di fronte alla legge (o dovrebbero). Sono entrambi esseri umani? Sicuramente, hanno tutti e due gli stessi bisogni "primari". Ma uno vive della propria forza lavoro mentre l'altro, grande o piccolo che sia poco importa, è un <b>capitalista</b>, vive sfruttando il lavoro altrui. Vive cioè di <a href="http://diciottobrumaio.blogspot.it/2013/03/la-legge-piu-importante.html">plusvalore</a>. Diverso è dunque il loro ruolo, la loro posizione all'interno del sistema capitalistico. </div>
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Detto questo, si può giungere a una sola, ovvia, conclusione: <b>non può esistere un partito in grado di fare gli interessi di tutti i cittadini</b>, di tutta la "società civile", con la scusa magari del "comune interesse nazionale", del sostegno allo Stato. Pensiamoci un attimo: quante volte abbiamo sentito questa retorica? Innumerevoli, sia da destra che da sinistra, e il M5S ne è per così dire la <i>summa</i>, il naturale punto di approdo di un progressivo fondersi dei partiti istituzionali in un blocco unico a sfavore delle classi alla base della piramide e a favore degli interessi del capitale finanziario e della grande imprenditoria. Lo <a href="http://www.marxists.org/italiano/lenin/1919/7/stato.htm">Stato</a>, infatti, non è mai un'entità neutra, ma è sempre diretta espressione delle classi dominanti e quindi Grillo ha ragione quando dice che <b>tutti i partiti istituzionali sono uguali</b>, ma la soluzione a questo problema lui la ritrova nell'interclassismo duro e puro, nel radical riformismo, nella distorsione della società capitalistica che, da naturalmente divisa in classi, viene ridotta a una massa indistinta di "cittadini". In poche parole nella morte della lotta di classe, che lascia il posto a una <b>lotta intergenerazionale</b> fra i "vecchi", che nell'ottica grillina hanno finora goduto eccessivamente del welfare (salvo quando quei "vecchi" appoggiano il M5S, come Dario Fo e Adriano Celentano), e i "giovani", poco tutelati e precari.</div>
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Squarciando dunque il velo del "né destra né sinistra" e della "morte delle ideologie", e avventurandoci oltre la cortina fumogena generata dalle chiacchiere di Grillo, Casaleggio e del loro <i>entourage</i> in merito al <a href="http://temi.repubblica.it/micromega-online/grillo-e-il-suo-spin-doctor-la-casaleggio-associati/">web</a> come panacea di tutti i mali, troviamo la base ideologica del M5S che non solo esiste ma è anche ben riconoscibile, ed è quella della reazione. <b>Il M5S è fondamentalmente un movimento conservatore</b> poiché, poggiando su chiare tendenze autarchiche e nazionalistiche, aspira all'eterna utopia della pace sociale all'interno di un capitalismo dal volto umano. Questa visione politica non è lontana, con le dovute e profonde distinzioni, dal <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Peronismo">Peronismo</a> o dallo stesso <b>Fascismo</b> dei <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Sansepolcrismo">primi anni</a>, e infatti il programma del M5S rispecchia la confusione e lo spirito dei "buoni" propositi programmatici del Partito Nazionale Fascista del 1919, o della <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Carta_del_Carnaro">Carta del Carnaro</a> di D'Annunzio.</div>
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Portando avanti questo discorso <b>interclassista</b>, il M5S è riuscito a ottenere risultati elettorali importanti, come detto in apertura. C'è riuscito perché ha toccato i nervi scoperti di un popolino che, di questa classe politica corrotta, non ne poteva giustamente più. Il M5S è stato premiato pur portando avanti in maniera confusa un programma pieno di <a href="http://keynesblog.com/2013/02/07/la-grillonomics-analisi-del-programma-economico-del-movimento-5-stelle/">contraddizioni</a>, col "solo" pregio di essere fondamentalmente l'unico a battere ripetutamente su un tasto molto sensibile: <b>il malessere contro la cosiddetta "casta"</b>. Il risultato di queste ultime elezioni è dunque comprensibile, ma la realtà che il M5S sta affrontando una volta entrato nei palazzi è ben diversa dalle promesse elettorali. Specialmente nel caso in cui sia esso a governare, perché a onor del vero in <a href="http://www.unita.it/italia/la-sicilia-abolisce-le-province-br-m5s-ha-sostenuto-crocetta-1.490071">Sicilia</a> il M5S è in minoranza nella giunta regionale e sta all'opposizione, che è poi il ruolo che gli riesce meglio (come fu per il Partito Radicale).</div>
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Ma concentriamoci dove il M5S sta attualmente governando, prendiamo <b>il caso di Parma</b>. Terminato l'eco delle roboanti promesse dei grillini, che pareva dovessero fare fuoco e fiamme subito dopo aver vinto le elezioni nella città emiliana, la realtà non si è fatta attendere. <b>Un comune</b> <b>subissato dai debiti</b> (quasi 900 milioni di euro) non poteva cambiare dal giorno alla notte, e infatti così non è stato. I cavalli di battaglia del M5S sono caduti a uno a uno, a dimostrazione del fatto che <b>il riformismo non paga</b>: l'<a href="http://www.parmadaily.it/Notizia/63230/millecolori_inceneritore_ponte_nord.aspx#.UUoVXxxg98E">inceneritore si farà</a>, l'IMU e l'IRPEF rimangono come nel 2012 e cioè <a href="http://www.gazzettadiparma.it/primapagina/dettaglio/2/176483/Fidenza_-_Imu_e_Irpef_invariate_nel_2013_e_la_Tares_al_minimo_di_legge.html">altissimi</a>, le rette degli asili sono <a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/02/03/rette-degli-asili-grillo-contestato-a-parma/488479/">salite</a> e gli stipendi dei dipendenti comunali sono stati <a href="http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-03-14/proteste-piazza-parmacontro-giunta-133410.shtml">tagliati</a>, tanto per citare solo alcune delle sconfitte più eclatanti della giunta Pizzarotti.</div>
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<b>Quanto alla situazione in Parlamento e in Senato</b>, abbiamo visto come non sia possibile tenere a bada una truppa così assortita, e infatti Grillo e Casaleggio stanno perdendo il polso della situazione (il <a href="http://www.repubblica.it/politica/2013/03/16/news/sul_web_m5s_boccia_schifani-54696196/">caso Grasso</a> ne è l'esempio lampante). L'atteggiamento del M5S è però ancora, in parte, basato sul "vaffanculo", ma ciò non è più ammissibile perché <b>ora loro stessi fanno parte della "casta"</b> (per usare la loro stessa terminologia), ossia sono un partito istituzionale che, in quanto tale, deve rispettare le regole del gioco e collaborare con le altre forze politiche per governare il Paese. Il M5S si trova dunque di fronte a un <i>impasse</i>: o scende a patti e inizia a fare politica all'interno del quadro costituzionale, oppure continua a fare muro contro muro e va avanti con le sue <a href="http://www.tg1.rai.it/dl/tg1/2010/articoli/ContentItem-2b82e30d-3e6d-4fc2-8fa4-5d1b26799cd2.html">farneticazioni</a> circa la volontà di ottenere il 100% dei consensi. Un sogno folle che tuttavia collimerebbe con l'ideologia grillina: la distruzione dei partiti "vecchi" per lasciare spazio solo al nuovo partito dei "cittadini onesti", <b>identificando così lo Stato col Partito</b>.</div>
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Ora però fermiamoci un attimo a riflettere. L'arrivo di Grillo e del M5S non ha sconvolto più di tanto gli equilibri delle borse e del famigerato spread. Queste, semmai, tremano in vista dell'ingovernabilità. Ma l'<i>exploit</i> del MoVimento non ha generato grosse scosse, neanche ora in questi giorni. Perché? <b>Cui prodest Grillo?</b> Il suo sbraitare e il suo attaccare la "casta", il suo porsi come "nuovo" contro il "vecchio", sono atteggiamenti sicuramente molto utili e convenienti alla <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Borghesia"><b>borghesia</b></a> internazionale. <br />
<blockquote>
"Ho incanalato tutta la rabbia in questo movimento. Dovrebbero ringraziarci uno ad uno: se noi falliamo l’Italia sarà guidata dalla violenza nelle strade"</blockquote>
ha <a href="http://corriere.com/2013/03/08/grillo-abbiamo-incanalato-la-violenza-nel-movimento/">affermato</a> qualche settimana fa. Ciò è fondamentale perché svela in tutto e per tutto il ruolo, consapevole o inconsapevole, che il M5S ha svolto e sta svolgendo in questi anni (come sostiene giustamente anche il famoso collettivo di scrittori <a href="http://www.wumingfoundation.com/giap/">Wu Ming</a>): quello di <b><a href="http://www.internazionale.it/news/italia/2013/02/26/il-movimento-5-stelle-ha-difeso-il-sistema-2/">pompiere della rabbia sociale</a></b>. Non è un caso che Grillo agiti spesso lo spauracchio di <a href="http://tribunodelpopolo.com/2012/09/23/grillo-se-falliamo-noi-arriva-alba-dorata/">Alba Dorata</a>, il partito neofascista greco, senza però mai citare i tanti genuini spunti di rivolta presenti nella stessa Grecia (ma anche in Spagna o in Portogallo) non permeati da velleità dittatoriali. O <a href="http://www.lettera43.it/politica/m5s-grillo-alla-conquista-dell-europa_4367587962.htm">se lo fa</a>, lo fa lasciando intendere che l'Italia sia "avanti" rispetto a quei paesi perché ha il M5S, mentre gli altri ancora navigano in acque agitate e confuse perché non hanno imboccato la "retta via" delle istituzioni, unico contesto in grado di dare voce ai "cittadini". Tutto questo non è affatto un caso, e se ne sono accorti addirittura l'<a href="http://www.ilmessaggero.it/primopiano/politica/thorne_m5s_ambasciatore_usa_grillo/notizie/258081.shtml">ambasciatore USA</a> e il presidente della <b>Goldman Sachs</b>, ironia della sorte proprio una delle banche d'affari attaccate da Grillo nel suo blog. Jim O'Neill avrebbe <a href="http://www.lettera43.it/economia/finanza/la-finanza-promuove-il-movimento-5-stelle_4367586031.htm">detto</a> di apprezzare il M5S, perché "l'Italia ha bisogno di cambiare qualcosa di importante". E questo qualcosa di importante è proprio la classe politica, madre di tutti i mali secondo la maggioranza della popolazione italiana.</div>
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Il ruolo di <b>"rottamatore"</b> che sta svolgendo il M5S è dunque fondamentale perché, generando un ricambio ai vertici dello Stato, distrae il popolino dai veri nemici che non sono i politici. <b>Grillo e il Movimento 5 Stelle rappresentano una chance</b> utilissima per la borghesia internazionale per evitare un'esplosione della situazione socio-politica italiana, che si estenderebbe subito ad altri importanti paesi europei. Meglio consumare la reazione popolare contro una "casta" di ladri, distrarre l’attenzione mentre si ridefinisce un nuovo meccanismo per perpetuare lo sfruttamento dei lavoratori. Grazie a questo ricambio della "casta" tale sfruttamento sarà garantito, così come garantito sarà il pagamento del debito pubblico che sarà fatto passare come una necessità ineluttabile. <a href="http://arxiv.org/PS_cache/arxiv/pdf/1107/1107.5728v2.pdf"><b>Il potere vero</b></a>, ossia la borghesia finanziaria e imprenditoriale, sarà salvo mentre quello posticcio, scenografico, verrà giù in buona parte per far sì che il popolo sia felice e contento di aver mandato a casa la vecchia "casta" di ladri succhiasangue, non accorgendosi di essere invece caduto nuovamente nella trappola del "gattopardismo": <b>cambiare tutto per non cambiare nulla</b>.</div>
Rickhttp://www.blogger.com/profile/10235793780587570126noreply@blogger.com17tag:blogger.com,1999:blog-3065567461957733553.post-12292103878240552172013-03-20T09:31:00.001+01:002013-04-12T10:20:40.534+02:00Legge elettorale Camera dei Deputati: proporzionale puro<div style="text-align: justify;">
Questo post vuole essere un sassolino “proporzionale” scagliato contro il muro invalicabile del pensiero maggioritario che poggia sulla forte argomentazione della governabilità, premetto che ciò che segue è solo il primo post di una lunga serie, o meglio prometto prima di tutto a me stesso di arrivare ad un insieme di pubblicazioni coerenti fra loro sul tema della legge elettorale, formazione governo e riforme costituzionali in generale, quelle che tra comunisti spesso si definiscono “riforme piccolo-borghesi”: inizio questa serie parlando e presentando le linee guida di una legge elettorale per la Camera dei Deputati, ricordo solo che la legge elettorale, che sia presente o meno nelle carte costituzionali, è materia di studio nel diritto costituzionale e comparato per la loro importanza pari ai principi e le regole delle carte costituzionali.<br />
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<a href="http://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:legge:2005-12-21;270!vig" target="_blank">L'attuale legge elettorale</a>, si spera per poco ancora in vigore, ma temo di cosa sia capace questo Parlamento, da tutti conosciuta come Porcellum è quanto di più antidemocratico un ordinamento potesse ideare, senza dilungarsi troppo l'antidemocraticità di questa legge la s'intravede nella contemporanea presenza sia di una soglia di sbarramento che un premio di maggioranza: la soglia di sbarramento già preclude alle minoranze non coalizzate di essere rappresentate e consegnare il Parlamento solo a maggioranze relative e, paradossalmente, a minoranze coalizzate seppur ancor più minoranza delle minoranze non coalizzate, la ripetizione cacofonica è voluta, poi entra in gioco il premio di maggioranza che aiuta parecchio ad avere una composizione parlamentare che non rispecchia per nulla il paese reale e attua un'ulteriore distorsione della rappresentanza, alla faccia della democrazia rappresentativa!</div>
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Come la vorrei io la legge elettorale per la Camera? Prima di tutto mi piacerebbe una modifica dell'<a href="http://www.quirinale.it/qrnw/statico/costituzione/costituzione.htm#P2T1" target="_blank">art.56 Cost.</a> che da <i>La Camera dei deputati è eletta a suffragio universale e diretto</i> cambierei in <i>La Camera dei deputati è eletta a suffragio universale, diretto con metodo proporzionale puro</i>; già qua potrei chiudere il post, ma cerco di entrare nel dettaglio tecnico e politico ed argomentare. Se una Repubblica è Democratica questa deve prevedere norme che aiutino sia la partecipazione politica che la partecipazione al voto, se una Repubblica che si dichiara Democratica invece adotta sistemi che scoraggiano il voto e non difende le minoranze lascia per strada i principi che stanno dietro alla denominazione “Repubblica Democratica”. Uno dei maggiori argomenti che usano i detrattori del proporzionale puro è quello della frammentazione e conseguente difficoltà nelle governabilità, ma qua la riflessione dev'essere su quale sia la funziona primaria di un istituto cardine della democrazia rappresentativa, quale è la Camera dei Deputati: è quella di rispecchiare le inclinazioni politiche della popolazione o quella di garantire la governabilità? Per me la risposta è chiara ed è la prima. I detrattori del proporzionale puro, partendo dall'attacco alla frammentazione partitica, giungono spesso come secondo step di critica al fatto che sistemi proporzionali puri portano necessariamente a governi di Grande Coalizione, il cui difetto sarebbe, per questi detrattori, il fatto di essere ostaggio del multipartitismo, insomma i detrattori del proporzionale puro non ve lo dicono, ma amano la dittatura della maggioranza, amano il decisionismo, amano che il voto popolare sia storpiato in nome della governabilità, questi detrattori non vi dicono nemmeno che se nel proporzionale puro ci sarebbe bisogno di una Grande Coalizione, per onestà intellettuale devo informarvi che quasi sempre se il proporzionale puro degenera nel multipartitismo estremo portano all'egemonia politica del centro, ma per paradosso nei sistemi maggioritari di fatto vi è uno schiacciamento verso il centro dei due partiti o coalizioni maggioritari e che, prima della governabilità, la ragione d'essere di sistemi elettorali maggioritari è quella di emarginare i partiti estremi e i partiti minori. L'Italia fino a Mani Pulite è andata avanti, non cito riforme o leggi truffe varie, tranquillamente con un sistema proporzionale, poi arrivò appunto Mani Pulite, il Referendum(quando si dice che la volontà popolare è sovrana, pure quando esprime idiozie) e la <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Legge_Mattarella" target="_blank">Legge Mattarella</a>; il fallimento della logica maggioritaria e del bipolarismo è sotto l'occhio di tutti, <a href="http://blog.quotidiano.net/cangini/2012/11/07/se-proporzionale-devessere-meglio-puro-che-drogato/" target="_blank">come scriveva mesi anche Cangini</a>, se siamo arrivati al punto che nonostante soglie di sbarramento, premi di maggioranza, nome dei leader sui simboli partitici, oscuramento mediatico dei partiti minori non si capisce perché allora non tornare al buon e vecchio proporzionale puro, se discussione post-voto dev'esserci che lo sia con un Parlamento realmente rappresentativo, purtroppo temo che il piduismo e la crisi del capitalismo porti sia i protagonisti politici che parte di un'opinione pubblica italiana, permettetemi di definirla servile e conformista, verso svolte maggioritarie che portino poi ad un premierato o peggio ancora al presidenzialismo, non sto qui a scrivere molto sul mio scetticismo di tali forme di governo per quanto concerne il nostro paese. Come rafforzativo aggiugno un paio di link di chi propone un ritorno al proporzionale puro: Fabio Massimo Nicosia che scrive un <a href="http://www.istitutodipolitica.it/wordpress/2012/05/22/e-se-tornassimo-al-proporzionale-puro/" target="_blank">bell'articolo dalla vena nostalgica</a> e addirittura anche <a href="http://www.agenda-monti.it/proposals/2247" target="_blank">nell'agenda Monti c'è chi propone il proporzionale puro</a>. </div>
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Ritorniamo su aspetti tecnici rimanendo sempre su un filone di linee guida generali: se siete arrivati fino a questo punto senza aver idea o sapere di cosa s'intende per proporzionale puro la vostra curiosità è subito colmata, per altri sono cose già risapute: un sistema così siffatto consegna i seggi percentualmente ai voti ottenuti, ottieni il 40% dei voti avrai il 40% di seggi, ottieni il 2% dei voti avrai il 2% di seggi, un'altra cosa molto importante per avere un proporzionale puro sarebbe calcolare l'attribuzione dei seggi in base ai voti ottenuti sull'intero territorio nazionale considerato come circoscrizione unica, di solito a questa idea “mono-circoscrizionale” si contrappongono i partiti molto radicati in un territorio limitato e definito(es: Lega Nord) e i grandi partiti, quelli che auspicano sistemi maggioritari, ora, osservate queste due caratteristiche(la proporzionalità pura e la monocircoscrizionalità), scrivo anche possibili correzioni per dare comunque uno spiraglio di discussione e aperture a chi un proporzionale puro, seppur lo condivide, lo correggerebbe lievemente e quindi si potrebbe inserire la soglia di sbarramento all'1% su cui non avrei nulla da recriminare, anche perché, senza volermi contraddire col principio della difesa delle minoranze espressa sopra, se su 100 persone neanche 1 la pensa come te forse difenderti diventa anche un principio utopistico, certo in numeri reali l'1% nell'elettorato italiano corrisponde ad una cittadine di poco meno di 50000 abitanti, persone vere che però su una popolazione 100 volte più grande è una concessione passabile, la seconda correzione riguarda il numero circoscrizioni, queste si possono inserire, attualmente il Porcellum prevede, senza contare l'Estero, 26 circoscrizioni più quella della Valle D'Aosta che elegge un solo deputato col maggioritario e le circoscrizioni non sono omogenee per numero di abitanti, l'inserimento di circoscrizioni può essere effettuato come ulteriore correzione, ma senza esagerare nel numero di esse, come avviene nel sistema spagnolo<a href="http://draft.blogger.com/blogger.g?blogID=3065567461957733553#nota1">¹</a> che ha tantissime circoscrizione e avvantaggia i partiti maggiori, già le 26+1 del Porcellum sono troppo, la concessione che mi sento di fare quella di avere dalle 3 alle 6 circoscrizioni sul territorio nazionale omogenee per numero di abitanti e quindi ognuna di esse elegge lo stesso numero di rappresentanti, non ho volutamente cercato dati demografici perché non devo qui presentare un disegno di legge, ma spingere alla riflessione il lettore, quindi le circoscrizioni grosso modo potrebbero essere: Nord-Ovest, Nord-Est, Centro-Nord, Centro-Sud ed infine Isole o qualcosa di simile.</div>
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Prima di chiudere la riflessione cito le vecchie e care preferenze che devono essere reinserite, giustamente qualcuno può obiettare che in un sistema a proporzionale puro con una o pochissime circoscrizioni in linea teorica ogni partito dovrebbe presentare una lista interminabile di candidati e qui io stesso mi trovo in difficoltà a trovare una soluzione che possa coniugare le preferenze con un proporzionale puro, le preferenze potrebbero non dover essere reinserite nel caso di una profonda riforma riguardante i partiti che stabilisca criteri ferrei di democrazia interna.</div>
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Concludo promettendo per l'ennesima volta in questo post di trattare in futuro il tema della governabilità e formazione del governo, la legge elettorale per il Senato e forse anche la questione del numero dei senatori, non so ancora se collegare i due aspetti, mentre per il numero della Camera, che non m'interessa per nulla, mi fa sorridere come la plebaglia, si plebaglia e in particolare quella dal “basso 2.0”, mentre critica la mancanza di democrazia delle istituzioni è pronta ad applaudire ai propositi di riduzione del numero dei Parlamenti che significa meno rappresentanza, i costi di 100 deputati sono effimeri per un paese che a Natale fa Finanziarie da 50 miliardi di €.<br />
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Nota<br />
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<a href="http://draft.blogger.com/blogger.g?blogID=3065567461957733553" name="nota1">1</a><span style="font-size: x-small;"> <a href="http://www.astrid-online.it/dossier--r1/documenti/scheda-sistema-elett.-spagna.pdf" target="_blank">http://www.astrid-online.it/dossier--r1/documenti/scheda-sistema-elett.-spagna.pdf</a></span></div>
</div>
Unknownnoreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-3065567461957733553.post-82157141589558682352013-03-18T10:38:00.000+01:002013-03-22T10:06:43.561+01:00Complottismo? No grazie. Siamo anticapitalisti.<div style="text-align: justify;">
Negli ultimissimi anni, da quando la crisi incalza con sempre maggior crudeltà, puntualmente sul web ricominciano a spuntare teorie assurde sulle sue cause. I fautori di queste teorie (spesso in malafede), lo diciamo subito, stanno all'economia come Wanna Marchi sta alla medicina. Tutto il loro traballante impianto teorico, però, viene portato avanti con un obiettivo ben chiaro, ossia quello di spingere il lettore a una sola conclusione, nel miglior stile nazionalista tipico dell'area politica di estrema destra da cui derivano tali folli teorie: il ritorno alla <b>sovranità monetaria</b>.
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<b>Avviso ai naviganti:</b> in questo post non mi soffermerò a spiegare i pro e i contro della sovranità monetaria, ossia se si tratti o meno di una strategia utile al capitalismo per sopravvivere. E' bene sottolineare infatti che sostenere tale posizione non è sbagliato in sé (semmai alquanto discutibile per non dire suicida, in questa fase storica), purché lo si faccia con un approccio rigorosamente scientifico e coerente da un punto di vista economico, oppure con un'ottica rivoluzionaria e anticapitalista, cosa che nella grande maggioranza dei casi non avviene. Qui tenterò invece di spiegare i legami di tali teorie fantaeconomiche con gli ambienti di estrema destra, neofascisti e neonazisti. Tali teorie, <b>un intreccio inestricabile di congetture senza fondamento</b> (riportate in malafede o in buonafede poco importa), spingono moltissime persone a credere che l’attuale crisi economica sarebbe il risultato di occulte trame internazionali, di un complotto "demo-plutocratico" ed "ebreo-massonico" ordito su scala mondiale e basato principalmente sulla truffa del signoraggio bancario. E’ un’interpretazione neonazista molto in voga, in quanto è accreditata non solo presso settori che fanno appunto tradizionalmente capo all'estrema destra, ma incontra consensi anche presso frange riconducibili all'antagonismo ideologico abitualmente apostrofato come "rosso-bruno".</div>
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Ma quali sono, nel concreto, le argomentazioni fantaeconomiche che si sentono più spesso? Sono molte, ma in questa sede analizzerò solo quelle più famose, i cavalli di battaglia dei complottisti, senza soffermarmi su tutte perché sennò rischierei di scrivere un libro (piuttosto noioso, tra l'altro). La prima riguarda appunto il succitato <b>signoraggio bancario</b> (detto anche signoraggio primario). Secondo questi signori noi saremmo vittime del mostruoso signoraggio bancario, truffa mondiale ai danni di tutti noi perpetrata dalle malefiche banche, BCE e Banca d'Italia in primis, capeggiate da una ridotta schiera di banchieri (meglio se ebrei) ingordi di denaro. I siti internet complottisti che si occupano di signoraggio usano però una definizione errata che dice che il signoraggio è la differenza tra il valore di una banconota e il costo per produrla. Secondo la definizione errata una banconota da 50 euro è solo un pezzo di carta: costa 30 centesimi, ma è ceduta dalla Banca Centrale a 50 euro, con conseguente guadagno di 49 euro e 70 centesimi. Guadagni che finirebbero nelle tasche dei banchieri centrali, invece di pagare i costi dello Stato o sovvenzionare i cittadini (il cosiddetto "reddito di cittadinanza", altro cavallo di battaglia dell'area di estrema destra). Ma perché è una definizione errata? Ogni anno la Banca d'Italia emette banconote per oltre 10 miliardi di euro l'anno. Se davvero le vendesse, nel bilancio (conto economico) troveremmo la voce “ricavi da vendita di banconote” con un importo pari a oltre 10 miliardi di euro. Ma non c'è nulla di tutto ciò, perché la Banca d'Italia non vende moneta (e neppure la BCE o la FED). Inoltre è bene osservare che da un punto di vista contabile la moneta è registrata tra le passività dello stato patrimoniale. Chi conosce la contabilità sa che la contropartita di qualcosa registrato in avere deve stare in dare. Ma in dare non troviamo i ricavi: possiamo escludere che l'emissione di banconote comporti una qualche forma di ricavo. Se poi, per assurdo, esistessero ricavi per la cessione di banconote, nei bilanci delle banche ordinarie dovremmo trovare i costi per l'acquisto delle stesse. Che ovviamente non esistono. Inoltre se la Banca vendesse le banconote, non aumenterebbe mai la quantità di moneta che circola nell'economia: la Banca venderebbe una banconota da 50 euro incassando 50 euro. Si immetterebbe e si ritirerebbe la stessa quantità di moneta, rendendo di fatto inutile la Banca Centrale. Insomma, non serve un nobel dell'economia per capire che ci troviamo di fronte a una colossale baggianata. Ma cos'è realmente il signoraggio? Lo dice la stessa Banca d'Italia sul suo sito internet: è "l'insieme dei redditi derivanti dall'emissione di moneta", deriva dal potere esclusivo di emettere moneta e consiste nella "differenza tra gli interessi sulle poste attive, finanziate da chi emette biglietti e il tasso di interesse, di solito zero, sui biglietti". Ovvero, con riferimento all'euro, "il reddito originato dagli attivi detenuti in contropartita delle banconote in circolazione".</div>
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La seconda teoria, che spesso va a braccetto con la prima, è il cosiddetto <b>signoraggio secondario</b>, legato al meccanismo della riserva frazionaria che permette ad una banca privata di prestare una parte dei soldi che i correntisti depositano sui propri conti. Come funziona questo meccanismo? In sostanza c'è una quota che viene tenuta "a riserva", e in Italia questa è minimo il 2%. Supponiamo che Tizio depositi 100 euro nella banca X1 e X1 ne presti 98 a Caio, mettendone 2 a riserva. Ora Tizio non ha più i 100 euro, ma in compenso ha un credito verso verso la banca proprio per 100 euro. Caio viceversa ha un debito verso la banca di 98, ma in compenso ha 98 euro in tasca. La banca infine ha 2 euro a riserva, un debito verso Tizio di 100 euro e un credito verso Caio di 98 euro. In realtà Caio presumibilmente per poter usufruire pagherà degli interessi passivi, cosi come è probabile che Tizio avrà un piccolo (a volte anche microscopico o nullo) reddito per gli interessi attivi sul suo deposito. Quanti euro sono stati creati? zero. Sono stati creati solo debiti e crediti, ma gli euro sono sempre 100. I complottisti del signoraggio secondario vorrebbe invece farci credere che la singola banca, raccolti 100 euro in contanti, ne presti fino a 5000. Secondo costoro la banca, raccolti 100 euro in contanti e trattenuto il 2%, presta il resto, 98 euro, accreditandoli su un conto corrente. La banca poi calcolerebbe sui 98 euro in cassa le riserve pari del 2% per poi prestare il resto (96,04 euro), sempre con accredito bancario (mai in contanti). E così via finchè la cifra da prestare è zero. Dove sono gli errori? Si calcolano le riserve sui soldi in cassa invece che sui depositi e si formula l'ipotesi irrealistica che la banca presti soldi solo sotto forma di accredito in conto corrente, senza l'impiego di contanti. Errori che portebbero a conseguenze a dir poco paradossali.</div>
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La terza tesi che va molto in voga è quella che vede la BCE e Bankitalia come <b>aziende private</b>, come Spa, con partecipazioni azionarie delle banche private commerciali guidate dagli ingordi banchieri che dunque ne piloterebbero la politica monetaria e ne incasserebbero gli utili milionari. Le cose, ovviamente, non stanno così. L'indipendenza (peraltro solo teorica) della BCE è solo nell'assolvimento delle funzioni che le sono attribuite, tra cui la più importante è il mantenimento della stabilità dei prezzi. Tali attività, come se non bastasse, deve anche rendicontarle e assoggettarsi a qualsiasi verifica le viene imposta. Senza contare che lo Statuto dell BCE lo scrive sempre l'UE, ossia quando vuole glielo cambia. Ancora, la BCE è anche tenuta a collaborare lealmente con le altre istituzioni dell'UE. Se ci mettiamo pure che quando i capi di Stato lo chiedono, e lo si è visto di recente, fa tutte le manovre e gli acquisti che le dicono di fare, ci rendiamo conto che le cose stanno diversamente da quanto sostengono i siti complottisti. E senza contare che gli utili li gira comunque agli Stati membri tramite le banche centrali, che non sono private. Le banche centrali sono infatti pubbliche, sono tutte statali, inclusa la Banca d'Italia, che è un ente di diritto pubblico. Quello che si può reperire sul web è l'elenco dei partecipanti, non esistono azionisti. E ai partecipanti, che sono banche commerciali (private), va il 10% all'anno del capitale. Capitale che ammonta a 156000 euro (reddito da signoraggio, quello vero) quindi ogni anno si prendono complessivamente 15600 euro di utili provenienti dalla BCE. Una miseria rispetto alle roboanti cifre che ci lasciano intendere i siti complottisti.</div>
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La quarta e ultima frottola che affronterò riguarda la cosiddetta <b>moneta-debito</b>. Ci sono infatti alcuni sedicenti esperti (molti, per la verità) che sostengono che l'emissione di moneta da parte della Banca d'Italia comporterebbe già di suo il sorgere di un debito in capo al possessore, gli stati, e dunque che tutta la moneta circolante sia debito. Con questa panzana i complottisti lasciano intendere che tutto il debito pubblico sia insanabile perché fondato proprio su questo meccanismo infernale del debito che ci renderebbe schiavi delle banche vita natural durante. Ovviamente le cose non stanno così. Non entrerò troppo nel dettaglio per non annoiarvi, basti dire che gli stati prendono moneta in prestito dalle banche commerciali e dai privati (e non direttamente dalla BCE e dalla Banca d'Italia, in quanto tali enti non funzionano come la FED statunitense, ossia non svolgono finora un ruolo di prestatore di ultima istanza) attraverso l'emissione di Titoli di Stato con una scadenza che può essere anche decennale, e l'indebitamento deriva semplicemente dal fatto che ogni anno le spese sono maggiori rispetto ai ricavi ottenuti dalle entrate tributarie (Craxi e Berlusconi insegnano). Le diverse politiche dei diversi paesi portano infatti a debiti pubblici ben diversi fra loro.</div>
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Sia chiaro che quanto detto finora non deve lasciar pensare che sia mia intenzione difendere le banche, lungi da me, ma sento il dovere di difendere la verità. E' inutile infatti attaccare le banche, o il debito, senza attaccare la logica del profitto, senza contrastare il modo stesso di produzione capitalista. Il debito è infatti un meccanismo interno al sistema capitalistico, impossibile da eliminare senza appunto mettere in discussione il concetto stesso di <b>profitto</b>, cosa che i complottisti si guardano bene dal fare, arrampicandosi sugli specchi oppure avvitandosi in contorti vorrei-ma-non-posso ammettendo il problema del profitto senza però riuscire a distaccarsi dalla moneta, tirando così fuori dal cilindro soluzioni a dir poco ridicole come la moneta senza debito, da far circolare parallelamente all'euro (<i>escamotage</i> che, sostanzialmente, genera come unico risultato quello di evadere le tasse).</div>
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Fin qui, le argomentazioni. Ma perché le ritroviamo in particolar modo in ambienti (non considerando le persone che ci cadono in buonafede) ricollegabili all'area dell'estrema destra? Perché il signoraggio e le altre varie amenità fantaeconomiche non sono altro che <b>vecchie idee fasciste</b>, come suggerisce un articolo de La Stampa del 24 maggio 1973. Quel giorno il quotidiano torinese ha pubblicato a pagina 2 un articolo intitolato "In un giornale i progetti per un governo fascista". Nell'articolo si racconta di una rivista dell'estrema destra, <i>Rivolta del popolo</i>, che descrive una riunione di 7 anni prima di <i>Raggruppamento Italico</i>, una piccola associazione di estrema destra guidata da Alberto De Stefani, ministro fascista tra il 1922 e il 1925 e fedelissimo di Mussolini. Oltre all'ex ministro fascista fanno parte di <i>Raggruppamento Italico</i> due onorevoli, Gorgini e Gonella e tre reggenti: G.Auriti (quello che disse di non essere fascista perché "troppo poco"), A. Milani e P. Sella di Monteluce. Il gruppo di reggenza, si spiega nella rivista, ha deliberato di rivendicare: "L'intangibilità della sovranità nazionale, vulnerata dalla cessazione della sovranità monetaria", ma anche "l'illegittimità delle clausole del trattato di pace" e di "additare alla nazione i responsabili di ogni rinuncia di sovranità come traditori del mandato politico o burocratico e come complici dello straniero per le punizioni conseguenti alle leggi di guerra che dovranno essere ripristinate".</div>
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La sovranità monetaria era dunque parte di un <b>programma neofascista</b> elaborato a metà degli anni '60, come osserva il giornalista: "Leggendo attentamente questi documenti si ritrova tutto il programma del fascismo: un'economia tipicamente italiana, un nazionalismo acceso, l'introduzione dei programmi speciali di ben triste memoria". E conclude: "A prima vista potrebbero sembrare farneticazioni. Alcuni nomi che vi compaiono, però, lasciano non solo sorpresi ma sgomenti", come De Stefani e il missino Giuseppe Gonella.</div>
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<b>Ciò che più allarma</b>, però, non sono tanto queste teorie fantaeconomiche, smontabili in pochi minuti da chiunque maneggi i fondamentali dell'economia, quanto quelle neonaziste del fantomatico complotto "demo-plutocratico" ed "ebreo-massonico", spesso portate avanti anche da sedicenti "compagni". Molti sono infatti convinti che la crisi economica sarebbe stata causata intenzionalmente dai padroni delle grandi banche e dai signori dell’alta finanza, esponenti di comitati d’affari e di potere: si tratta di mostruose società bancarie e finanziarie come la famigerata Goldman Sachs, il turpe Club Bilderberg, l’abominevole Commissione Trilaterale e così via, dimenticandosi (o fingendo di dimenticare) che tutta la dottrina nazista era già ossessionata dai banchieri e dalla retorica incentrata sulla teoria esoterica del complotto giudaico per il dominio del mondo (gli Illuminati). La tesi della cospirazione giudaica discende infatti dagli scritti di Rosenberg, il quale era convinto di rinvenire prove a favore delle sue idee nei famosi, e falsi, Protocolli di Sion. Ma al di là delle visioni mistiche e deliranti di Hitler e Rosenberg, il fascino delle ideologie esoteriche si spiega in virtù della loro ingenuità semplicistica, offrendo all’immaginario collettivo una sorta di comodo e rassicurante capro espiatorio identificabile in "cospiratori" che agiscono per corrompere e dominare il sistema, che siano gli ebrei piuttosto che i massoni poco importa. </div>
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<b>Come dovremmo rispondere</b> a tali argomentazioni neonaziste che prendono piede molto facilmente, soprattutto tra i più ingenui e alle prime armi? Semplice: il potere vigente nel quadro capitalistico, e si pensi alle grandi banche d’affari, alle multinazionali, alle famigerate agenzie di rating, alle società assicurative, e ai “mostruosi” comitati d’affari e di potere che fanno capo al capitale finanziario cosmopolita, al di là dei nomi delle singole soggettività, a prescindere da ogni comoda narrazione mistica o esoterica, è costituito da un’entità anonima estremamente complessa e articolata, difficilmente identificabile in una sola, "onnipotente" personalità, o in un blocco compatto di individui criminali e privi di scrupoli, ed è tanto meno rappresentabile come un’associazione segreta e cospirativa su scala mondiale, come si tende a fantasticare nell'immaginario collettivo. Oggi, il fine ultimo di queste dietrologie è di <b>camuffare o mistificare</b> la reale natura delle crisi capitalistiche, e di questa crisi in particolare, per non scaricare le colpe sul sistema. Il quale, a seguire queste ipotesi fino in fondo, potrebbe funzionare benissimo se non fosse corrotto e sabotato da presunti cospiratori, ovvero da congiure giudaiche, piuttosto che massoniche, o di altra origine. Simili congetture sono pericolosissime poiché distolgono l’attenzione dalle vere e irrisolvibili (almeno all'interno del quadro capitalistico) cause della crisi. E’ vero che vi sono personaggi che fanno praticamente parte di quasi tutti i consigli d’amministrazione delle principali banche d’affari del mondo, e ciò può appunto ingannare il giudizio, ed è vero che le banche riescono in qualche modo ad imporre un indirizzo uniforme alla finanza globale, ma questo dato reale è più un prodotto dei complessi meccanismi che esse gestiscono e non possono cambiare, anziché il risultato di una cospirazione planetaria vera e propria. Dunque, se è giusto parlare di capitale finanziario globale, considerando l’insieme dei fenomeni e le loro concatenazioni, non significa affatto che esista un disegno cospirativo unificato ed organico, come credeva Hitler. E come sostengono i suoi epigoni sparsi, di ieri e di oggi.</div>
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Tali teorie e congetture, come abbiamo visto, vengono portate avanti in malafede da ambienti di estrema destra ma anche di estrema sinistra, e suggestionano trasversalmente un particolare tipo di utenti del web e un'ampia percentuale dell’opinione pubblica. Perché? Forse perché quel genere di tesi sembra corrispondere alla realtà delle cose. Sembra, ma la realtà non è mai come risulta dalle circostanze apparenti. Probabilmente, il motivo che spiega il successo di tali illazioni risiede nell'immediatezza e facilità di comprensione che derivano dal loro carattere semplicistico. Non a caso tali asserzioni si limitano a cogliere solo i dati esterni dei fenomeni, ma non riescono a penetrare in profondità, non vanno a ricercare le cause e scoprire l’origine dei processi. Al contrario, <b>la visione dialettica del materialismo storico</b> (ossia il <b>pensiero marxista</b>) consente di investigare al di là delle manifestazioni esteriori, oltre la fenomenologia più superficiale, cioè l’insieme degli aspetti epifenomenici, per desumere le contraddizioni nascoste sotto un cumulo di forme artificiali e che costituiscono le cause reali di un determinato fenomeno. Il pensiero marxista non pretende comunque di porsi in termini esaustivi, ma è in ogni caso superiore rispetto ai comodi stereotipi, alle banali percezioni e persuasioni comuni, alle teorie complottiste di matrice fascista o cripto-fascista, e rispetto alle idee ufficialmente sponsorizzate dalle élite capitaliste, che interpretano ciò che stiamo vivendo semplicemente come una crisi finanziaria amplificata dai debiti sovrani. Tale approccio <b>dialettico</b> al problema infatti non si accontenta di registrare ed esaminare i fenomeni superficiali, ma indaga a fondo i processi, per sviscerare le dinamiche delle crisi che sono un elemento storico ricorrente. In tal senso, muovendo da informazioni e indizi rilevati costantemente, il metodo marxista permette di esplorare a fondo i fenomeni di crisi che sconvolgono periodicamente il capitalismo, fornendo una versione estremamente rigorosa e razionale che è senza dubbio più attendibile rispetto alle concezioni pseudo-scientifiche, ai luoghi comuni, alle vulgate nazional-popolari e alle ottuse dietrologie, e portandoci all'inevitabile conclusione che <b>l'unico complotto mondiale esistente</b> è quello che ci costringe ad alzarci tutti i giorni alle 7 di mattina per andare a guadagnarci da vivere in condizioni economiche e lavorative che, giorno dopo giorno, diventano sempre più insostenibili.</div>
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Fonti:</div>
<a href="http://diciottobrumaio.blogspot.com/">http://diciottobrumaio.blogspot.com/</a><br />
<a href="http://econoliberal.blogspot.com/2012/01/le-origini-fasciste-della-sovranita.html">http://econoliberal.blogspot.com/2012/01/le-origini-fasciste-della-sovranita.html</a><br />
<a href="http://www.pane-rose.it/files/index.php?c3:o31599:e1">http://www.pane-rose.it/files/index.php?c3:o31599:e1</a><br />
<a href="http://signoraggioinformazionecorretta.blogspot.com/">http://signoraggioinformazionecorretta.blogspot.com/</a><br />
<a href="http://www.frottolesignoraggio.info/signoraggio.pdf">http://www.frottolesignoraggio.info/signoraggio.pdf</a></div>
Rickhttp://www.blogger.com/profile/10235793780587570126noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3065567461957733553.post-36791361736935394662013-03-16T09:18:00.001+01:002013-03-19T20:38:47.662+01:00Proposte di finanziamento pubblico<div style="text-align: justify;">
Dopo aver precedentemente dato uno sguardo a come funziona il finanziamento e/o rimborso pubblico ai partiti negli altri paesi, con questo post vorrei tentare di pensare ad una modalità che corregga l'attuale finanziamento pubblico e che lo renda soprattutto democratico, devo sottolineare come quello che seguirà è frutto anche di altre considerazioni riguardanti cambiamenti radicali della legge elettorale, il meccanismo di scelta del governo, l'organizzazione dei partiti e altro che spero in futuro potrò affrontare.<br />
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Inizio col dire che se faccio un post del genere è esplicitamente scontata la mia avversione alla proposta grillina di abolire tout-court il finanziamento pubblico ai partiti, questo non significa che io non veda le storture di come è stato erogato fino ad oggi; ad integrazione anche del precedente post sull'argomento, mi preme ricordare anche che sulla materia ci sono stati due referendum:</div>
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<li>1. Nel 1993 vi fu un <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Referendum_abrogativi_del_1993_in_Italia#Finanziamento_pubblico_dei_partiti" target="_blank">referendum sul finanziamento pubblico</a> che vide la vittoria di chi ne voleva la sua abrogazione.</li>
<li>2. Nel 2000 vi fu un altro <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Referendum_abrogativi_del_2000_in_Italia#Rimborso_delle_spese_per_consultazioni_elettorali_e_referendarie:_Abrogazione" target="_blank">referendum</a>, stavolta riguardante i rimborsi elettori, che però non raggiunse il quorum, seppur il 71% dei votanti si espresse per l'abrogazione</li>
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Ora vorrei far notare come i fautori dell'abolizione totale del finanziamento quasi sempre agitano il referendum del 93, ma quello del 2000 invece è sempre omesso, ora piacerà o non piacerà l'attuale legislazione sui referendum, ma se nel primo la volontà degli italiani fu chiara, quella del 2000 altrettanto: gli italiani in maggioranza se ne fregarono, se poi vogliamo aggiungere anche un'altra questione “capziosa” per quanto riguarda i referendum, il “fattore tempo”, quel del 93 fu fatto a ridosso dell'indignazione popolare per Tangentopoli e dopo 20 anni si potrebbe affermare che il corpo elettorale è anche cambiato(per il nucleare si è dovuto rifare un referendum per confermare quello di vent'anni prima e penso che sia giusto, in parte, anche far leva sul “fattore tempo”), quello del 2000 è più recente.</div>
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Dopo la lunga premessa arrivo ad una o più proposte che potremmo adottare ed inizio con il rimborso elettorale, questo può prevedere due modalità, l'una prevede una somma da dare ai partiti in base ai voti ottenuti e l'altra in base ad un rimborso spese, per il primo io proporrei un rimborso elettorale che ha come somma complessiva la moltiplicazione fra una cifra, da stabile con legge ordinaria, e il numero dei votanti alla Camera dei Deputati, questa somma complessiva dovrebbe essere divisa tra i partiti in base ai voti realmente ottenuti da ciascuno di essi che abbiano almeno superato l'1%, anche se non concordo con l'attuale sistema elettorale, vengo incontro a chi invece reputa che debbano essere premiati solo i partiti con un certo consenso o che superino le “soglie di sbarramento”, quiandi una variante potrebbe essere quella di applicare la modalità che ho proposto per la metà della somma complessiva, mentre l'altra metà divisa per chi ha superato le fatidiche “soglie di sbarramento”, in questa maniera si tiene conto sia di un principio democratico che di uno “maggioritario”, a mio avviso questa somma è da intendersi per una legislatura e da dare a rate e reputo che queste debbano essere bloccate e non più date ai partiti in caso di fine prematura della legislatura, possiamo adottare la stessa modalità per il Senato oppure far valere la sola Camera dei Deputati, ma nel secondo caso ci sarebbero problemi per quelle liste presenti ad una Camera e non nell'altra, facciamo qualche esempio pratico, per la sola Camera dei deputati e sulle elezioni 2013: ipotizziamo una cifra per singolo voto di 2€ che moltiplicata per i votanti alla Camera, 35.271.541, ci fornisce una somma di noi otteniamo una somma complessiva di 70.543.082 €, se la cifra per voto singolo l'aumentassimo di 5€ avremmo una somma complessiva di 176.357.705 €, per le divisioni ai singoli partiti invito i pazzi a farla.</div>
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La seconda modalità dei rimborsi elettorali è più semplice spiegarla: si tratta di rimborsare le spese effettivamente sostenute dai partiti o singoli candidati, prevedendo comunque un limite massimo di rimborso, qua non entro nel dettaglio “numerico” di come potrebbe essere formulato un rimborso di tal genere, questo lo si può avere sia come integrazione della prima modalità spiegata(ma la cifra per singolo voto della prima proposta o il limite massimo di questa seconda dovrebbero essere contenuti) oppure si potrebbe adottare ciò come unico rimborso elettorale e quindi il limite massimo si potrebbe adottare, qua le condizioni sono in primis una rigorosa rendicontazione delle spese e il superamento di una soglia che per me rimane dell'1%, soglia o non soglia.</div>
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Oltre i rimborsi elettorali poi potremmo prevedere un finanziamento pubblico, che chiameremo sussidio statale, da erogare annualmente e che non è legato alle urne, bensì al numero di iscritti dei partiti, il principio da cui nasce questa mia idee è quello della partecipazione e non di una “democrazia passiva”: più partecipazione riesce ad avere più quattrini ti vengono in tasca; il sussidio statale per ciascun partito sarebbe calcolato in maniera simile alla prima proposta e cioè si stabilisce come base una cifra per iscritto e moltiplicandolo per ogni iscritto di partito ricaveremo quanto spetterà a ciascun soggetto politico; attualmente il problema principale per una proposta del genere sta nell'ambiguità giuridica italiana sui partiti, una condizione necessaria sarebbe quella di arrivare un giorno a poter sapere con trasparenza pubblica il numero degli iscritti, non le loro identità, un sussidio del genere potrebbe essere erogato al partito nazionale oppure alle sue “sezioni” comunali o regionali, per un sussidio così pensato io non metterei nessuna condizione necessaria legata all'esito elettorale, come si evince comunque poco sopra, semmai ne metterei una in base al corpo elettorale e che potrebbe prevedere l'accesso al sussidio statale annuale a quei partiti che abbiano come numero di iscritti almeno l'1‰ del corpo elettorale della Camera(attualmente 46905 iscritti a livello nazionale per ciascun partito).</div>
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Le proposte, o meglio le “linee guida” per future misure, che ho scritto possono essere adottate tutte insieme oppure l'Italia potrà decidere di sceglierne solo una, la conseguenza di sceglierne una invece che più di una sarà che avremo una differenza nell'ammontare complessivo di ogni singola modalità di finanziamento, insomma se si sceglierà una sola misura di finanziamento il suo ammontare complessivo sarà superiore nel caso quella misura è una delle tante che verrà adottata.</div>
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Tra l'indecisione di metterci in mezzo una parte riguardante il finanziamento privato e le donazioni ho preferito tralasciare; mi preme far riflettere chi avrà da criticare e obiettare tutto questo articolo, citando l'esperienza del Movimento 5 Stelle fatta di sole donazioni volontarie, che il movimento grillino ha un'agenzia di marketing virale che non fa pagare il server al M5S, mettendo a disposizioni strumenti e conoscenze che altri dovrebbero pagare e che il grillino dovrebbe “contabilizzare” la fama pubblica che il suo leader, Beppe Grillo, mette a servizio del Movimento facendo, di fatto, campagna elettorale al posto dei candidati grillini che spesso si conoscono meglio sempre dopo le elezioni anziché prima dell'apertura delle urne.</div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3065567461957733553.post-56809959860824204822013-03-14T10:22:00.000+01:002013-03-19T20:38:33.479+01:00Sguardo al finanziamento pubblico<div style="text-align: justify;">
Voglio dare uno sguardo alla questione del finanziamento pubblico ai partiti, o rimborsi elettorali o sussidi, uno dei principali temi che il Movimento 5 stelle sbandiera e che presumo contribuisca molto al suo consenso da parte di una popolazione italiana ragionevolmente indiavolata contro un ceto politico autoreferenziale e lontano dalla realtà, diventa, a mio avviso, irragionevole quando l'attacco alla “Kasta” diventa il perno centrale, se non unico, di un'analisi delle difficoltà economiche e dello scollamento sociale dell'Italia.</div>
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Quello che segue è in gran parte una sintesi e un'esposizione discorsiva di tabelle prese da Linkiesta con il contributo di altre fonti che si trovano alla fine del post.<br />
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In Italia il finanziamento alla politica avviene tramite rimborsi elettorali, non in base all'effettiva spesa sostenuta in campagna elettorale, ma percentualmente sulla base dei seggi ottenuti, la condizione necessarie per accedervi è quella di ottenere almeno il 2% dei voti validi o avere un parlamentare eletto(prima dell'intervento del governo Monti era l'1% la condizione necessaria), oggi si richiede anche un atto costitutivo idoneo. In Italia i rimborsi sono divisi in 4 fondi per Camera, Senato, Parlamento Europeo e regionali e a ciascun fondo viene erogato 1 euro per ogni iscritto alle liste elettorali per la Camera dei Deputati, il tetto massimo per ciascun candidato è di 52 mila euro più 0,01 euro per ogni cittadino residente nella circoscrizione, mentre per i partiti il limite massimo di finanziamento è dato dal numero di iscritti alle liste elettorali di Camera e Senato per ciascuna circoscrizione dove si presenta il partito; l'importo viene erogato in trance annuali per tutta la durata della legislatura. Nel 2011 i contributi per le spese elettorali sono stati di 189,2 milioni di € pari a 2,97 € per abitante.</div>
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In Francia è in vigore un sistema misto che prevede un finanziamento pubblico annuale più i rimborsi elettorali, la condizione per un partito, affinché possa ottenere i fondi, è quella di ottenere l'1% dei voti presentandosi in almeno 50 circoscrizioni; nel dettaglio il sistema francese prevede un sussidio annuale soggetto a variazioni, con tetto massimo di 80,2 milioni di euro, nel 2010 è stato di 74,8 milioni di euro, rimborsi per un massimo di 38 mila euro come limite spesa a candidato più 0,15 centesimi per ogni elettore della circoscrizione, un rimborso delle spese elettorali per i candidati che abbiano superato il 5% voti ed infine un rimborso forfettario che per il sussidio statale è pari al 50% del limite di spesa, non può comunque superare le spese effettive; nel 2007 il totale del finanziamento pubblico è stato di 160,3 milioni di euro, pari a 2,46 euro per abitante</div>
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In Germania anche è previsto un sistema misto, rimborsi più finanziamento alle fondazioni di partito, i rimborsi sono divisi in 3 fondi(Europee, nazionali e regionali) e la condizione per accedere ai fondi è quella di superare lo 0,5% dei voti validi al Bundestag e l'1% nelle elezioni del Lander, i rimborsi sono finanziamenti pubblici proporzionali rispetto ai voti ottenuti dai partiti, il limite massimo annuale di finanziamenti è stabilito in 133 milioni di euro, ogni partito riceve 0,85 euro per ogni voto valido, cifra che che scende a 0,70 dopo i 4 milioni di voti e 0,38 euro per ogni euro ricevuto da altre fonti come il contributo dei membri e le donazioni; a tutto ciò si deve aggiungere che in Germania vengono erogati alle Fondazioni di partito, dal governo, finanziamenti globali e finanziamenti a progetto; nel 2001 il totale dei fondi ai partiti ammontava a 461 milioni di euro</div>
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In Spagna il finanziamento avviene tramite rimborso elettorale e sussidi annuali e la condizione per accedere ai fondi è quella di avere almeno un candidato eletto in Parlamento, lo stanziamento annuale viene attribuito per 2/3 ai partiti in base ai voti ottenuti, mentre il rimanente in proporzione al numeri di seggi ottenuti al Congresso, per quanto riguarda i rimborsi elettorali questi vengono di volta in volta stabiliti dalla legge e sono composti da una quota fissa per ciascun seggio ottenuto al Congresso dei deputati e al Senato e da una somma di denaro per ciascun voto valido, nel 2011 il totale del finanziamento è stato di 131 milioni di euro ai quali si deve aggiungere l'erogazione di fondi ai gruppi parlamentari di cifre comunque più modeste.</div>
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Nel Regno Unito invece i finanziamenti statali hanno un ruolo molto marginale, essi sono riservati ai partiti di opposizione per compensare i vantaggi che la maggioranza trae dal fatto di essere al governo e si aggirano attorno agli 8 milioni di sterline(all'incirca poco più di 9 milioni di euro), il finanziamento più cospicuo è quello privato che può essere fatto, a titolo di donazione, sia da persone fisiche che società e sono resi pubblici attraverso un registro controllato dalla Electoral Commission, nel 2010 le donazioni sono state di 26,3 milioni di sterline(30 milioni di euro).</div>
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Anche negli USA, dove comunque rimane prevalente il finanziamento privato, è previsto un finanziamento pubblico per le sole elezioni presidenziali, delle quali viene coperto l'intero ciclo dalle primarie alle elezioni generali, i finanziamenti sono distribuiti in base a tre diversi criteri: innanzitutto il candidato deve dimostrare di saper raccogliere un certo ammontare, in una seconda fase in maniera uniforme, per lo svolgimento delle Conventions, i due maggiori partiti, più gli indipendenti che abbiano ottenuto almeno il 5% per dei suffragi, accedono al contributo ed infine vi è un'assegnazione sotto forma di rimborso totale delle spese ai candidati prescelti dai maggiori partiti.</div>
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Se guardiamo al mondo solo nel 25% degli Stati non vi è un finanziamento pubblico ai partiti e la maggior parte si trovano in Asia.</div>
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Sottolineo come la disinformazione di articoli “Made in Casaleggio's Universe”, omette con maestria “da marketing” talune cose per prendere solo ciò che conviene per avvalorare l'ideologia qualunquista e reazionaria, piccolo-borghese, “AntiKasta” che in Italia ha sempre fortuna, come quello dell'articolo al link seguente:</div>
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<a href="http://www.cadoinpiedi.it/2012/04/10/i_partiti_italiani_sono_i_piu_ricchi_deuropa_ecco_le_cifre.html">http://www.cadoinpiedi.it/2012/04/10/i_partiti_italiani_sono_i_piu_ricchi_deuropa_ecco_le_cifre.html</a>; articoli di questo genere contribuiscono a non agevolare un dibattito democratico sulle soluzioni a storture del nostro sistema, ma solo a creare una massa acritica che segue ciò che dall'altro viene dettato.</div>
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Fonti</div>
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<a href="http://www.ilpost.it/2012/04/16/i-fondi-pubblici-ai-partiti-nel-mondo/">http://www.ilpost.it/2012/04/16/i-fondi-pubblici-ai-partiti-nel-mondo/</a></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="http://www.ilpost.it/2013/03/11/finanziamento-pubblico-partiti/">http://www.ilpost.it/2013/03/11/finanziamento-pubblico-partiti/</a></div>
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<a href="http://www.linkiesta.it/finanziamento-partiti">http://www.linkiesta.it/finanziamento-partiti</a></div>
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<a href="http://www.astrid-online.it/--il-finan/Documenti/Dossier-n.31-finanziamento-partiti.pdf">http://www.astrid-online.it/--il-finan/Documenti/Dossier-n.31-finanziamento-partiti.pdf</a></div>
Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3065567461957733553.post-68020307080371987912013-03-12T09:26:00.000+01:002013-03-19T20:38:21.643+01:00Geografia Elezioni 2013<div style="text-align: justify;">
Ieri ho inaugurato il blog postando i numeri delle votazioni politiche 2013, il dettaglio e il raffronto con il 2008, l'andamento per aree ideologiche e qualche grafico che dice sempre più di mille parole, con questo post voglio semplicemente mostrare la geografia politica dell'Italia uscita fuori alle politiche 2013, lo faccio postando sei immagini, tre per ciascun ramo del Parlamento, che mostrano i rapporti di forza tra le tre forze forze politiche che hanno capitalizzato il voto; dopo le immagini una mia breve considerazione incentrata in particolare sul Movimento 5 Stelle.<br />
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Le immagini sono tratte da <a href="http://youtrend.it/m/mappa-elettorale" target="_blank">youtrend.it</a>.</div>
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Comuni Camera</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgE-T5znP2IgyecxCHtgMkOSg21RUZKGvwdefhFHCLsE6sFWlPrZ2EFa2PZ36AWvQDZZbboRiFFByL96AeS3DTGVsQ7bowUvIYWSXZf1AGc_LBzX1dsZjFSEPdnbAs9uvrsCvFkvOxqarOq/s1600/2013_Camera_Comuni.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgE-T5znP2IgyecxCHtgMkOSg21RUZKGvwdefhFHCLsE6sFWlPrZ2EFa2PZ36AWvQDZZbboRiFFByL96AeS3DTGVsQ7bowUvIYWSXZf1AGc_LBzX1dsZjFSEPdnbAs9uvrsCvFkvOxqarOq/s1600/2013_Camera_Comuni.jpg" /></a></div>
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Province Camera</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_-hbWaWe-olyFlg7EQ7B0iF5GZHb6Bq99i-bcidAkhVtIQYmCPJpNVnNK0Pv25miMti7z_oSxA9m7cShoEdjB5tbCc0gRifJly7LquL8fnV3yVap_kL9_ghG-l3tDgq2ccSGodgcUj9Av/s1600/2013_Camera_Province.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_-hbWaWe-olyFlg7EQ7B0iF5GZHb6Bq99i-bcidAkhVtIQYmCPJpNVnNK0Pv25miMti7z_oSxA9m7cShoEdjB5tbCc0gRifJly7LquL8fnV3yVap_kL9_ghG-l3tDgq2ccSGodgcUj9Av/s1600/2013_Camera_Province.jpg" /></a></div>
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Regioni Camera</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8QzEDSIkK9zg-D3gwv4osv3BNIhkbPQ6E_PVCwYW0KxkxPuKLjyL5yR0N-fsNbvRIirVOHmd3HHyIoTBfQOEPCnEewibDRcm5imz03JzY0AV8nmLbts3MN6NlMVhF4MDspWxiltdKKAdf/s1600/2013_Camera_Regione.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh8QzEDSIkK9zg-D3gwv4osv3BNIhkbPQ6E_PVCwYW0KxkxPuKLjyL5yR0N-fsNbvRIirVOHmd3HHyIoTBfQOEPCnEewibDRcm5imz03JzY0AV8nmLbts3MN6NlMVhF4MDspWxiltdKKAdf/s1600/2013_Camera_Regione.jpg" /></a></div>
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Comuni Senato</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjCHxPyFzKMsqeVQGc2dr2XnwVcCZyl6U2rfyASvNcOTTfstCn3ZJMqcHPFIqmhajvZyJL9qD-qFJpeLSlH2DD7yEQQRO2JieW-nAuP-lH3aNZyhbMgbbZOUKAnNlUK1B0xOdxhmLNFl50y/s1600/2013_Senato_Comuni.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjCHxPyFzKMsqeVQGc2dr2XnwVcCZyl6U2rfyASvNcOTTfstCn3ZJMqcHPFIqmhajvZyJL9qD-qFJpeLSlH2DD7yEQQRO2JieW-nAuP-lH3aNZyhbMgbbZOUKAnNlUK1B0xOdxhmLNFl50y/s1600/2013_Senato_Comuni.jpg" /></a></div>
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Province Senato</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi2HCqF5hjb5kr1g5NS0RGkeZxB3LPy1zIsu_8GPy7WoA8s72WCW-XrUuW6FDxFzbrIRbacSNKtFc8Ur5Jn6YbltMBRJIaNnEH4xTtbtLy_YCJZSfIXqVx34pUq-arNYrNKBQu7CJFVf7bZ/s1600/2013_Senato_Province.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi2HCqF5hjb5kr1g5NS0RGkeZxB3LPy1zIsu_8GPy7WoA8s72WCW-XrUuW6FDxFzbrIRbacSNKtFc8Ur5Jn6YbltMBRJIaNnEH4xTtbtLy_YCJZSfIXqVx34pUq-arNYrNKBQu7CJFVf7bZ/s1600/2013_Senato_Province.jpg" /></a></div>
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Regioni Senato</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj6Pvn27PPVDO4xhnfJI5Ze31nBwRbvX-sGnbLrJIsZSy37yWZETUT9-mHSgOzJkbdzIqheZuZRE7QOyHKkFp0uKrMqAqiPSnitko5jhrjZ_KzCtsEHCxT53C8c7b_WUKrAifTIcfi3AdoO/s1600/2013_Senato_Regione.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj6Pvn27PPVDO4xhnfJI5Ze31nBwRbvX-sGnbLrJIsZSy37yWZETUT9-mHSgOzJkbdzIqheZuZRE7QOyHKkFp0uKrMqAqiPSnitko5jhrjZ_KzCtsEHCxT53C8c7b_WUKrAifTIcfi3AdoO/s1600/2013_Senato_Regione.jpg" /></a></div>
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Già due settimane fa per me erano chiare un paio di cose riguardo l'exploit del Movimento 5 Stelle: molti italiani hanno certamente fatto voto disgiunto e visti gli esiti delle elezioni ho ragione di ritenere che i piddini hanno "protestato" al Senato con un voto sul M5S, mentre i pidiellini alla Camera, ma questa è una considerazione frutto da analisi empiriche e deduttive che purtroppo non posso provare del tutto visto che sarebbe impossibile intervistare più di 30 milioni di elettori, una seconda considerazione, anche questa empirica e deduttiva, riguarda invece dove e da chi il M5S ottiene consenso, se osserviamo le cartine sopra e controlliamo i risultati per comune con quelli per regione possiamo notare come il movimento grillino di fatto cannibalizza le opposizioni, se non vi è chiaro v'invito a guardare ad esempio le due regioni Adriatiche centrali, Marche e Abruzzo, la prima da sempre feudo rosso(qualcuno potrebbe obiettare che da alcuni anni è un rosso un po' sfumato con un bianco cattolico), la seconda da feudo democristiano è diventato un bacino di voti berlusconiani, se notate l'exploit grillino in queste regioni non intacca il "potere regionale" di queste due regioni, bensì si sostituisce alle opposizioni, insomma nelle Marche il M5S toglie voti al centrodestra, al contrario in Abruzzo il M5S toglie voti al centrosinistra. Per queste due regioni il ragionamento è molto più chiaro e facilmente visibile, per le altre un po' meno, ma sebbene meno esplicito potrete notare lo stesso per quanto riguarda l'Italia centro-settentrionale "rossa" ove le "isole blu" diminuiscono in favore di quelle "gialle", stessa considerazione potremmo farla per la berlusconiana Sicilia dove anche qui il M5S sembra avanzare a discapito dell' "opposizione regionale", per quanto riguarda Sardegna, Lazio, Basilicata, Calabria, Puglia e Nord-Est invito a fare autonomamente le proprie riflessioni, la situazione è meno netta, ma penso che l'idea di un M5S divoratore di opposizione possa reggere, Penso che sfuggano a queste mie considerazioni, diventandone eccezioni, le regioni del Nord-Ovest e il Centro-Sud tirrenico.</div>
Unknownnoreply@blogger.com2