lunedì 18 agosto 2014

Dibba, storia e geopolitica. Che fare?

Alessandro Di Battista è tornato sulle scene politiche e mediatiche del fine settimana ferragostano discettando di politica estera e altro, prendendo spunto da quello che sta accadendo in Iraq.

Premesse:
  • L'articolo stamane l'ho letto per la terza volta così evitiamo risposta preconfezionata "ma almeno l'hai letto?" e anzi una quarta più veloce per copiare/incollare i pezzi che m'interessano.
  • Posso solo sorridere dell'ipocrita indignazione di un mondo vicino ai partiti borghesi(PD e destre) che invece dovrebbero tacere visto che sono in prima linea nella difesa dei nazisti ucraini e dell'alleanza imperialista occidentale che ha addestrato e armato il fondamentalismo islamico, cosa non di ieri.
  • Questo post è rivolto in particolare a chi si auto-colloca nella sinistra radicale tra le cui fila c'è chi ha “preso spunti” dal post apparso su beppegrillo.it

A) La ricostruzione storica che apre il pezzo di Di Battista è appena sufficiente, non ottima, pesca quello che vuole pescare e, con il consolidato uso di una retorica cerchiobottista comprensibile agli analfabeti, mischia le carte; sulla ricostruzione della "vicenda Mattei" ad esempio riemerge una lettura tutto sommato borghese e imperialista e conferma la natura interclassista del m5s, dico questo perchè il deputato pentastellato usa abilmente la dicitura "grande capitale" nemico di chi come Mattei voleva "fare gli interessi dello Stato" nelle sue mosse politiche in MO perchè "scorgeva un'opportunità imperdibile" nell'autonomia dei paesi mediorientali. Ora la vicenda di Mattei spero sia cosa conosciuta, la sua uccisione comunque non dovrebbe far pensare a sinistra quello che per Di Battista è giusto; se il proprio pensiero è mosso da "la Ragion di Stato" allora il discorso fila, ma siccome a sinistra si dovrebbe usare la Ragione Rivoluzionaria e dialettica dev'essere ben chiaro che il lavoro svolto da Mattei non era beneficenza verso gli arabi, bensì il tentativo di una media potenza imperiale, quale è l'Italia, di trovare la propria autonomia da altre potenze occidentali e sostituirsi come potenza coloniale.

B) I due paragrafi successivi dello scritto del deputato sono un'arte della mistificazione per trovare facili consensi trasversali tra le masse ignoranti. Paradossalmente è proprio qui che dovrei essere più certosino, ma invece mi limiterò a far emergere l'abilità del Dibba nella retorica politica:
  • La vicenda di Hussein è scritta in modo tale da ignorare una parte significativa della storia del dittatore deceduto e cioè la parte biografica precedente a quanto riporta lui, questa parte di vita lo vede coinvolto nei colpi di stato in Iraq "filo-occidentali" e il secondo contro il regime "nasseriano", l'amicizia con gli yankee emerge nello scritto dopo aver lodato l'opera di Saddam e mistifica la sua natura "anti-iraniana" che non gli concesse solo l'arrivo di armi, ma proprio la salita al potere.
  • Nel passaggio "gli USA fornirono armi a Teheran durante la guerra Iran-Iraq" viene abilmente omessa tutta la vicenda antecedente del sequestro di decine di diplomatici statunitensi e che la fornitura di armi fu figlia di un accordo che prevedeva anche il rilascio dei sequestrati. L'occupazione dell'ambasciata nordamericana, successiva questa alla questione dell'estradizione dello Scià, farebbe crollare l'impianto retorico grillino in cui "anti-imperialismo" e "anti-americanismo" si confondono. Se ben raccontata storicamente gli USA fanno una figura barbina, invece nell'articolo gli USA vengono fatti passare come abili e cinici imperialisti, perfetti calcolatori, quando invece ci sarebbe da percularli.
  • "Anche l'URSS", pure la famosa "enciclopedia libera" deve riportare l'avverbio "parzialmente" quando parla del sostegno sovietico a Saddam e ne spiega addirittura le ragioni di questo appoggio; qui si palesa il tentativo di comunicazione politica di lanciare l'osso alla parte destrorsa del movimento non isolando gli USA come i "cattivi" imperialisti del 900.
  • Semplificazione del conflitto Iraq e Iran infarcito di fantasia, omissione del reale motivo tattico-militare dell'uso di armi chimiche da parte del dittatore iracheno: la migliore dotazione militare del paese sunnita si scontrava col maggior numero di soldati della potenza regionale sciita, fanteria che si esibì anche in attacchi suicidi contro i carri iracheni.

C) Il paragrafo sull'11 settembre è più semplicistico e a tratti indovina, ma contiene anch'esso due perle di mistificazione paraculista:
  • la prima è storica ed è questa “l'Afghanistan [..] con il terrorismo internazionale non ha mai avuto a che fare”; se sto alla dicitura “terrorismo internazionale” potrei dare anche ragione al Dibba o comunque non sono tra le file di galoppini che credono alla panzane della guerra per difenderci dal terrorismo, ma se andiamo più a fondo consapevoli che stiamo leggendo, quello del pentastellato, un articolo su un fenomeno di fondamentalismo religioso islamico dobbiamo ricordare che, in funzione anti-sovietica, questo lì era di casa, ma siccome Massimo Fini è l'opinion maker del m5s in questioni geopolitiche posso comprendere che il nostro nuovo idolo politico delle masse italiche ometta la vicenda dell'Afghanistan ai tempi dell'URSS.
  • La seconda riguarda l'impianto ideologico dei m5s espresso con forza nella seguente massima “una guerra innescata dai partiti occidentali”; ora tutti i compagni sanno cosa sono i maggiori partiti occidentali e allo stesso tempo auspico che sappiano pure che un burocrate di scarsa competenza all'Eliseo, piuttosto che a Berlino o uffici della White House non sia i decisori degli interventi imperialisti, semmai sono i ratificatori di decisioni prese altrove dai capitalisti. Un'inezia, ma un'inezia ideologica che ancora mi sorprende come alcuni sedicenti comunisti possano appoggiare il m5s.

D) Il quarto paragrafo del postulato del Dibba è numerato, procediamo similmente.
  1. Gli USA non ne hanno azzeccata una in Medio Oriente”. Se si vuole dire che alcune mosse sono scappate di mano al “poliziotto del mondo” allora siamo nel giusto. Ma la frase riportata è molto più netta e secondo me mostra una ignoranza tale dei veri obiettivi imperiali della nostra epoca delle potenze capitaliste occidentali: la destabilizzazione sopra ad ogni cosa per poi riportare l'ordine imperiale eppure seguita il “nostro” ricordando le mirabili azioni umanitarie della storia statunitense e quindi come fa a ad affermare che “non ne hanno azzeccato una”? Il primo punto si apre con lo volontà di ridurre la leadership americana, per fare cosa non si sa e sicuramente non viene messo in discussione l'ordine
    sociale esistente
    , ma correttamente Sebastiano Isaia fa notare che questo si confonde tra alcuni “antimperialisti” con l'ordine geopolitico.
    Questo per un marxista è un errore grossolano da smascherare e che mi sembra faccia il Dibba.
    Armare i curdi forse sarebbe, per noi comunisti, la prima scelta condivisibile da anni dell'amministrazione yankee seppur fatta per motivi del tutto differenti.
  2. Trovato l'errore precedentemente il secondo punto sulla conferenza di pace posso tacciarlo come il sogno di un adolescente politico, il figlio della borghesia occidentale coi sensi di colpa che sulle sanzioni russe vede solo il danno alle “imprese italiane”, mica il rischio di escalation. #sticazzi
  3. Il sogno dell'adolescente politico continua quando vorrebbe che l'Italia promuova una moratoria sulla vendita di armi. Caro Dibba “Dove c'è Beretta c'è casa”. Ma oltre lo sberleffo qui individuo un punto in cui politicamente sono in totale contrasto: la paura del grillino che i curdi possano usare le armi per i loro interessi, come scritto precedentemente la scelta di armare i curdi è condivisibile e lo è proprio nell'ottica che finalmente questa popolazione divisa tra quattro stati possa avere un aiuto indiretto alla propria causa “nazionalistica” -sia chiaro- osteggiata da sempre da tutti i principali attori geopolitici.
  4. Il punto è condivisibile, ma le cause rimangono ignote, può un esponente di un movimento interclassista, che deve il suo “boom” anche e soprattutto al fatto che si è sintonizzato sulla lunghezza d'onda del medio-piccolo “fare impresa” italico, dire chiaramente quali siano le reali
    cause 
    a parte la corruzione? No, non può dirlo e un marxista sa bene che la corruzione che indica Di Battista è connaturata al capitalismo.
  5. Qui il pentastellato ragiona non diversamente da chi vuole criticare. Chi è lui per decidere su quali basi debbano nascere gli stati? E poi ancora di “basi etniche” vogliamo parlare? Se è un determinato popolo, oppresso e schiacciato, a volere ciò sono il primo a sostenerlo ed infatti sono contento che i curdi, per paradosso della storia, in questa situazione possano avere strumenti per perseguire il loro progetto, ma attenzione: il
    Dibba ha scritto che sarebbe una follia armare i curdi. Come vorrebbe modificare i confini tracciati a tavolino? Tracciandone di nuovi sempre a tavolino?
    Una volta posi una domanda simile ad una congolese, proprio sulla questione di confini “artificiali” e divisione delle etnie, chiedendole se non le sembrasse opportuno combattere per una ridefinizione dei confini su base etnica per scongiurare guerre motivate, al pubblico e alle masse portate al fronte, dall'odio tribale; la donna, fuggita da uno di questi
    conflitti, mi diede una lezione di vita e politica: “I confini quelli sono, le divisioni etniche sono solo un pretesto e sarebbe ora che gli africani vadano oltre questi retaggi”. Sicuramente non fa regola questa mia testimonianza, ma voglio dire che sono le masse sfruttate e i popoli oppressi a decidere dove stare e quale confine volere, non dovrebbe essere né l'amministrazione americana né un deputato italiano a decidere i confini.
  6. Questo è stato il punto che ha scatenato le convulsioni del sistema politico-mediatico italiano. Qua in parte si dice una verità e cioè che le condizioni sociali ti possono far diventare un “terrorista” (inteso come lo intende il diritto borghese), ma per quanto mi riguarda e nemmeno recentemente ho sempre capito che nella stessa scelta dell'atto violento c'è differenza: puoi farti esplodere in metropolitana colpendo civili inermi o puoi scegliere di colpire obiettivi militari e/o politici e sui secondi ci potrebbe essere un'ulteriore differenza. Quindi l'errore o furba comunicazione qua sta nel condividere la scelta più
    vigliacca che tale rimane, ai miei occhi, anche quando la faccia l'ultimo degli sfruttati. Inoltre ricordo che con questa confusione, riguardo le pratiche violente o armate, nel nostro paese si è proceduto a fare un calderone sugli “anni di piombo” tanto che per molti ignari della Storia chi metteva le bombe nelle stazioni ferroviarie è assimilato a chi procedeva alla gambizzazione politica, possiamo discettare sull'opportunità della gambizzazione o sugli errori, ma tra i due atti vi è una differenza sostanziale non di poco conto. Sul fatto di elevare a interlocutore il terrorista, ricordo che si sta parlando di fondamentalisti islamici, una battuta di spirito è sufficiente.
  7. Belle domande Dibba, la risposta è Imperialismo e lo si deve combattere, ma tu apprezzi chi faceva gli interessi dello Stato.
  8. Belle intenzioni Dibba, si chiama società industriale capitalista e la si dovrebbe combattere anch'essa nei suoi principi e non nei suoi effetti, sicuramente non lo si fa auspicando un utopistico “capitalismo dal volto umano, dall'anima ecologica” in nome dell'impresa italiana e della Ragion di Stato.

In conclusione quello che mi sorprende è che il testo superficiale di un deputato italiano, scritto con tecniche comunicative retoriche ben congegnate, consolidate e conosciute, abbia spazio tra marxisti e anarchici, tralasciamo le ipocrite urla di sdegno della borghesia politicamente corretta che come sempre delle stupidaggini del m5s critica quello che conviene ad essa. Mi sorprende come si possa solo pensare che ci siano spunti di riflessione in uno scritto in cui si critica l'armare i curdi per poi dialogare con i fascisti islamici tanto che l'ironia della battuta su Spinoza.it diventa quasi amara sapendo che, volenti o nolenti, i grillini sono stati co-artefici dell'affossamento di quel briciolo di senso riformistico in salsa socialdemocratica all'interno del PD contribuendo al governo Letta e stendendo un tappetto rosso all'ambizioso fiorentino e il suo populismo governativo. Quale logica sottintende il dialogo con dei fascisti e la chiusura totale al PD bersaniano? Quale deriva verso l'analfabetismo politico permette che un "popolo della sinistra" possa ritenere "spunto di riflessione" un testo che sarebbe appena sufficiente al liceo pieno di approssimazioni, omissioni, conclusioni sballate, ingenuità da pacifista quindicenne? E' sufficiente un calderone anti-occidentale alla sinistra radicale? Sono assimilabili i palestinesi, che combattono contro l'aggressione e occupazione israeliana, con persone che in nome di Dio/Allah giustiziano gli "infedeli"? Non è curioso che mentre si da in pasto agli analfabeti il polpettone anti-occidentale si fa la "provocazione" di dialogare con chi proprio l'Occidente ha addestrato e armato per creare destabilizzazione in Libia e Siria? Infatti ricordo che i miliziani dell'ISIS sono grossomodo gli stessi che si sono sovrapposti all'opposizione genuina e reale siriana tanto da far diventare il macellaio Assad un'opzione migliore anche a chi all'inizio delle contestazioni auspicava la sua caduta.

Che fare? Tornare a studiare compagni!?