mercoledì 20 marzo 2013

Legge elettorale Camera dei Deputati: proporzionale puro

Questo post vuole essere un sassolino “proporzionale” scagliato contro il muro invalicabile del pensiero maggioritario che poggia sulla forte argomentazione della governabilità, premetto che ciò che segue è solo il primo post di una lunga serie, o meglio prometto prima di tutto a me stesso di arrivare ad un insieme di pubblicazioni coerenti fra loro sul tema della legge elettorale, formazione governo e riforme costituzionali in generale, quelle che tra comunisti spesso si definiscono “riforme piccolo-borghesi”: inizio questa serie parlando e presentando le linee guida di una legge elettorale per la Camera dei Deputati, ricordo solo che la legge elettorale, che sia presente o meno nelle carte costituzionali, è materia di studio nel diritto costituzionale e comparato per la loro importanza pari ai principi e le regole delle carte costituzionali.

L'attuale legge elettorale, si spera per poco ancora in vigore, ma temo di cosa sia capace questo Parlamento, da tutti conosciuta come Porcellum è quanto di più antidemocratico un ordinamento potesse ideare, senza dilungarsi troppo l'antidemocraticità di questa legge la s'intravede nella contemporanea presenza sia di una soglia di sbarramento che un premio di maggioranza: la soglia di sbarramento già preclude alle minoranze non coalizzate di essere rappresentate e consegnare il Parlamento solo a maggioranze relative e, paradossalmente, a minoranze coalizzate seppur ancor più minoranza delle minoranze non coalizzate, la ripetizione cacofonica è voluta, poi entra in gioco il premio di maggioranza che aiuta parecchio ad avere una composizione parlamentare che non rispecchia per nulla il paese reale e attua un'ulteriore distorsione della rappresentanza, alla faccia della democrazia rappresentativa!

Come la vorrei io la legge elettorale per la Camera? Prima di tutto mi piacerebbe una modifica dell'art.56 Cost. che da La Camera dei deputati è eletta a suffragio universale e diretto cambierei in La Camera dei deputati è eletta a suffragio universale, diretto con metodo proporzionale puro; già qua potrei chiudere il post, ma cerco di entrare nel dettaglio tecnico e politico ed argomentare. Se una Repubblica è Democratica questa deve prevedere norme che aiutino sia la partecipazione politica che la partecipazione al voto, se una Repubblica che si dichiara Democratica invece adotta sistemi che scoraggiano il voto e non difende le minoranze lascia per strada i principi che stanno dietro alla denominazione “Repubblica Democratica”. Uno dei maggiori argomenti che usano i detrattori del proporzionale puro è quello della frammentazione e conseguente difficoltà nelle governabilità, ma qua la riflessione dev'essere su quale sia la funziona primaria di un istituto cardine della democrazia rappresentativa, quale è la Camera dei Deputati: è quella di rispecchiare le inclinazioni politiche della popolazione o quella di garantire la governabilità? Per me la risposta è chiara ed è la prima. I detrattori del proporzionale puro, partendo dall'attacco alla frammentazione partitica, giungono spesso come secondo step di critica al fatto che sistemi proporzionali puri portano necessariamente a governi di Grande Coalizione, il cui difetto sarebbe, per questi detrattori, il fatto di essere ostaggio del multipartitismo, insomma i detrattori del proporzionale puro non ve lo dicono, ma amano la dittatura della maggioranza, amano il decisionismo, amano che il voto popolare sia storpiato in nome della governabilità, questi detrattori non vi dicono nemmeno che se nel proporzionale puro ci sarebbe bisogno di una Grande Coalizione, per onestà intellettuale devo informarvi che quasi sempre se il proporzionale puro degenera nel multipartitismo estremo portano all'egemonia politica del centro, ma per paradosso nei sistemi maggioritari di fatto vi è uno schiacciamento verso il centro dei due partiti o coalizioni maggioritari e che, prima della governabilità, la ragione d'essere di sistemi elettorali maggioritari è quella di emarginare i partiti estremi e i partiti minori. L'Italia fino a Mani Pulite è andata avanti, non cito riforme o leggi truffe varie, tranquillamente con un sistema proporzionale, poi arrivò appunto Mani Pulite, il Referendum(quando si dice che la volontà popolare è sovrana, pure quando esprime idiozie) e la Legge Mattarella; il fallimento della logica maggioritaria e del bipolarismo è sotto l'occhio di tutti, come scriveva mesi anche Cangini, se siamo arrivati al punto che nonostante soglie di sbarramento, premi di maggioranza, nome dei leader sui simboli partitici, oscuramento mediatico dei partiti minori non si capisce perché allora non tornare al buon e vecchio proporzionale puro, se discussione post-voto dev'esserci che lo sia con un Parlamento realmente rappresentativo, purtroppo temo che il piduismo e la crisi del capitalismo porti sia i protagonisti politici che parte di un'opinione pubblica italiana, permettetemi di definirla servile e conformista, verso svolte maggioritarie che portino poi ad un premierato o peggio ancora al presidenzialismo, non sto qui a scrivere molto sul mio scetticismo di tali forme di governo per quanto concerne il nostro paese. Come rafforzativo aggiugno un paio di link di chi propone un ritorno al proporzionale puro: Fabio Massimo Nicosia che scrive un bell'articolo dalla vena nostalgica e addirittura anche nell'agenda Monti c'è chi propone il proporzionale puro

Ritorniamo su aspetti tecnici rimanendo sempre su un filone di linee guida generali: se siete arrivati fino a questo punto senza aver idea o sapere di cosa s'intende per proporzionale puro la vostra curiosità è subito colmata, per altri sono cose già risapute: un sistema così siffatto consegna i seggi percentualmente ai voti ottenuti, ottieni il 40% dei voti avrai il 40% di seggi, ottieni il 2% dei voti avrai il 2% di seggi, un'altra cosa molto importante per avere un proporzionale puro sarebbe calcolare l'attribuzione dei seggi in base ai voti ottenuti sull'intero territorio nazionale considerato come circoscrizione unica, di solito a questa idea “mono-circoscrizionale” si contrappongono i partiti molto radicati in un territorio limitato e definito(es: Lega Nord) e i grandi partiti, quelli che auspicano sistemi maggioritari, ora, osservate queste due caratteristiche(la proporzionalità pura e la monocircoscrizionalità), scrivo anche possibili correzioni per dare comunque uno spiraglio di discussione e aperture a chi un proporzionale puro, seppur lo condivide, lo correggerebbe lievemente e quindi si potrebbe inserire la soglia di sbarramento all'1% su cui non avrei nulla da recriminare, anche perché, senza volermi contraddire col principio della difesa delle minoranze espressa sopra, se su 100 persone neanche 1 la pensa come te forse difenderti diventa anche un principio utopistico, certo in numeri reali l'1% nell'elettorato italiano corrisponde ad una cittadine di poco meno di 50000 abitanti, persone vere che però su una popolazione 100 volte più grande è una concessione passabile, la seconda correzione riguarda il numero circoscrizioni, queste si possono inserire, attualmente il Porcellum prevede, senza contare l'Estero, 26 circoscrizioni più quella della Valle D'Aosta che elegge un solo deputato col maggioritario e le circoscrizioni non sono omogenee per numero di abitanti, l'inserimento di circoscrizioni può essere effettuato come ulteriore correzione, ma senza esagerare nel numero di esse, come avviene nel sistema spagnolo¹ che ha tantissime circoscrizione e avvantaggia i partiti maggiori, già le 26+1 del Porcellum sono troppo, la concessione che mi sento di fare quella di avere dalle 3 alle 6 circoscrizioni sul territorio nazionale omogenee per numero di abitanti e quindi ognuna di esse elegge lo stesso numero di rappresentanti, non ho volutamente cercato dati demografici perché non devo qui presentare un disegno di legge, ma spingere alla riflessione il lettore, quindi le circoscrizioni grosso modo potrebbero essere: Nord-Ovest, Nord-Est, Centro-Nord, Centro-Sud ed infine Isole o qualcosa di simile.
Prima di chiudere la riflessione cito le vecchie e care preferenze che devono essere reinserite, giustamente qualcuno può obiettare che in un sistema a proporzionale puro con una o pochissime circoscrizioni in linea teorica ogni partito dovrebbe presentare una lista interminabile di candidati e qui io stesso mi trovo in difficoltà a trovare una soluzione che possa coniugare le preferenze con un proporzionale puro, le preferenze potrebbero non dover essere reinserite nel caso di una profonda riforma riguardante i partiti che stabilisca criteri ferrei di democrazia interna.

Concludo promettendo per l'ennesima volta in questo post di trattare in futuro il tema della governabilità e formazione del governo, la legge elettorale per il Senato e forse anche la questione del numero dei senatori, non so ancora se collegare i due aspetti, mentre per il numero della Camera, che non m'interessa per nulla, mi fa sorridere come la plebaglia, si plebaglia e in particolare quella dal “basso 2.0”, mentre critica la mancanza di democrazia delle istituzioni è pronta ad applaudire ai propositi di riduzione del numero dei Parlamenti che significa meno rappresentanza, i costi di 100 deputati sono effimeri per un paese che a Natale fa Finanziarie da 50 miliardi di €.

Nota

2 commenti:

  1. Non sono molto convinto dell'ipotesi di "macro-circoscrizioni", mentre aggiungerei che diventa importante limitare la presentazione dello stesso candidato in più circoscrizioni (che diventa sostanzialmente una truffa).

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    1. Forse ti è sfuggito, nel testo cito il caso spagnolo dove ci sono tantissime circoscrizioni che di fatto rendono il proporzionale un maggioritario, non facciamone solo 5/6, andiamo sulla decina, ma oltre si snaturerebbe l'idea alla base del proporzionale puro.
      Guarda ...l'impossibilità di candidarsi in più circoscrizioni per me è così scontata che in fase di scrittura neanche m'è venuta in mente di esplicitarla ;)

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