giovedì 14 marzo 2013

Sguardo al finanziamento pubblico

Voglio dare uno sguardo alla questione del finanziamento pubblico ai partiti, o rimborsi elettorali o sussidi,  uno dei principali temi che il Movimento 5 stelle sbandiera e che presumo contribuisca molto al suo consenso da parte di una popolazione italiana ragionevolmente indiavolata contro un ceto politico autoreferenziale e lontano dalla realtà, diventa, a mio avviso, irragionevole quando l'attacco alla “Kasta” diventa il perno centrale, se non unico, di un'analisi delle difficoltà economiche e dello scollamento sociale dell'Italia.
Quello che segue è in gran parte una sintesi e un'esposizione discorsiva di tabelle prese da Linkiesta con il contributo di altre fonti che si trovano alla fine del post.

In Italia il finanziamento alla politica avviene tramite rimborsi elettorali, non in base all'effettiva spesa sostenuta in campagna elettorale, ma percentualmente sulla base dei seggi ottenuti, la condizione necessarie per accedervi è quella di ottenere almeno il 2% dei voti validi o avere un parlamentare eletto(prima dell'intervento del governo Monti era l'1% la condizione necessaria), oggi si richiede anche un atto costitutivo idoneo. In Italia i rimborsi sono divisi in 4 fondi per Camera, Senato, Parlamento Europeo e regionali e a ciascun fondo viene erogato 1 euro per ogni iscritto alle liste elettorali per la Camera dei Deputati, il tetto massimo per ciascun candidato è di 52 mila euro più 0,01 euro per ogni cittadino residente nella circoscrizione, mentre per i partiti il limite massimo di finanziamento è dato dal numero di iscritti alle liste elettorali di Camera e Senato per ciascuna circoscrizione dove si presenta il partito; l'importo viene erogato in trance annuali per tutta la durata della legislatura. Nel 2011 i contributi per le spese elettorali sono stati di 189,2 milioni di € pari a 2,97 € per abitante.

In Francia è in vigore un sistema misto che prevede un finanziamento pubblico annuale più i rimborsi elettorali, la condizione per un partito, affinché possa ottenere i fondi, è quella di ottenere l'1% dei voti presentandosi in almeno 50 circoscrizioni; nel dettaglio il sistema francese prevede un sussidio annuale soggetto a variazioni, con tetto massimo di 80,2 milioni di euro, nel 2010 è stato di 74,8 milioni di euro, rimborsi per un massimo di 38 mila euro come limite spesa a candidato più 0,15 centesimi per ogni elettore della circoscrizione, un rimborso delle spese elettorali per i candidati che abbiano superato il 5% voti ed infine un rimborso forfettario che per il sussidio statale è pari al 50% del limite di spesa, non può comunque superare le spese effettive; nel 2007 il totale del finanziamento pubblico è stato di 160,3 milioni di euro, pari a 2,46 euro per abitante

In Germania anche è previsto un sistema misto, rimborsi più finanziamento alle fondazioni di partito, i rimborsi sono divisi in 3 fondi(Europee, nazionali e regionali) e la condizione per accedere ai fondi è quella di superare lo 0,5% dei voti validi al Bundestag e l'1% nelle elezioni del Lander, i rimborsi sono finanziamenti pubblici proporzionali rispetto ai voti ottenuti dai partiti, il limite massimo annuale di finanziamenti è stabilito in 133 milioni di euro, ogni partito riceve 0,85 euro per ogni voto valido, cifra che che scende a 0,70 dopo i 4 milioni di voti e 0,38 euro per ogni euro ricevuto da altre fonti come il contributo dei membri e le donazioni; a tutto ciò si deve aggiungere che in Germania vengono erogati alle Fondazioni di partito, dal governo, finanziamenti globali e finanziamenti a progetto; nel 2001 il totale dei fondi ai partiti ammontava a 461 milioni di euro

In Spagna il finanziamento avviene tramite rimborso elettorale e sussidi annuali e la condizione per accedere ai fondi è quella di avere almeno un candidato eletto in Parlamento, lo stanziamento annuale viene attribuito per 2/3 ai partiti in base ai voti ottenuti, mentre il rimanente in proporzione al numeri di seggi ottenuti al Congresso, per quanto riguarda i rimborsi elettorali questi vengono di volta in volta stabiliti dalla legge e sono composti da una quota fissa per ciascun seggio ottenuto al Congresso dei deputati e al Senato e da una somma di denaro per ciascun voto valido, nel 2011 il totale del finanziamento è stato di 131 milioni di euro ai quali si deve aggiungere l'erogazione di fondi ai gruppi parlamentari di cifre comunque più modeste.

Nel Regno Unito invece i finanziamenti statali hanno un ruolo molto marginale, essi sono riservati ai partiti di opposizione per compensare i vantaggi che la maggioranza trae dal fatto di essere al governo e si aggirano attorno agli 8 milioni di sterline(all'incirca poco più di 9 milioni di euro), il finanziamento più cospicuo è quello privato che può essere fatto, a titolo di donazione, sia da persone fisiche che società e sono resi pubblici attraverso un registro controllato dalla Electoral Commission, nel 2010 le donazioni sono state di 26,3 milioni di sterline(30 milioni di euro).

Anche negli USA, dove comunque rimane prevalente il finanziamento privato, è previsto un finanziamento pubblico per le sole elezioni presidenziali, delle quali viene coperto l'intero ciclo dalle primarie alle elezioni generali, i finanziamenti sono distribuiti in base a tre diversi criteri: innanzitutto il candidato deve dimostrare di saper raccogliere un certo ammontare, in una seconda fase in maniera uniforme, per lo svolgimento delle Conventions, i due maggiori partiti, più gli indipendenti che abbiano ottenuto almeno il 5% per dei suffragi, accedono al contributo ed infine vi è un'assegnazione sotto forma di rimborso totale delle spese ai candidati prescelti dai maggiori partiti.

Se guardiamo al mondo solo nel 25% degli Stati non vi è un finanziamento pubblico ai partiti e la maggior parte si trovano in Asia.

Sottolineo come la disinformazione di articoli “Made in Casaleggio's Universe”, omette con maestria “da marketing” talune cose per prendere solo ciò che conviene per avvalorare l'ideologia qualunquista e reazionaria, piccolo-borghese, “AntiKasta” che in Italia ha sempre fortuna, come quello dell'articolo al link seguente:
http://www.cadoinpiedi.it/2012/04/10/i_partiti_italiani_sono_i_piu_ricchi_deuropa_ecco_le_cifre.html; articoli di questo genere contribuiscono a non agevolare un dibattito democratico sulle soluzioni a storture del nostro sistema, ma solo a creare una massa acritica che segue ciò che dall'altro viene dettato.

Fonti

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